L'obiettivo principale di questo studio ਠl'esame della cultura architettonica catalana ad Alghero, nel complesso quadro del Mediterraneo aragonese: i modi e i tempi della sua penetrazione in un contesto estraneo, come interagisce con le preesistenze, quanto rimane identica alla madrepatria e quanto, invece, risente degli usi e dei condizionamenti locali. Tutti temi che meritano un'attenta riflessione sotto ogni aspetto dell'architettura civile (spaziale, funzionale, formale e costruttivo), mediante un costante confronto con le altre terre della Corona d'Aragona. Tra il Quattrocento e il Cinquecento la città di Alghero assume la configurazione complessiva che si conserverà quasi intatta fino ad oggi, nonostante gli interventi di alterazione del tessuto urbano dei secoli XIX e XX. Soprattutto nell'Ottocento, le nuove esigenze abitative portano alla pratica generalizzata delle sopraelevazioni e delle saturazioni. Capita di assistere a vere e proprie demolizioni e, in molti casi, le strutture murarie pi๠antiche spariscono sotto tardi intonaci. Oggi in numerose facciate del centro storico, riplasmate in fogge neoclassiche o liberty, affiorano resti di finestre e portali di lessico catalano. Sono frammenti che fanno rimpiangere la perdita di un patrimonio di grande livello che merita di essere salvaguardato e conservato. La ricerca, ripercorrendo la storia che ha reso Alghero la pi๠catalana delle città sarde, mette a fuoco il tema dell'architettura civile e dei modi dell'abitare, da cui traspare un dialogo cosଠfitto con il Levante iberico che riusciamo a percepirne gli echi ancora oggi. A proposito delle tipologie edilizie di Alghero catalana, si puಠparlare di un vero e proprio †œtrapianto†� dalla madrepatria del tipo signorile del palau nobiliare con patio centrale. Per il resto siamo di fronte ad un contesto urbano che presenta tipi comuni a molte città dell'Europa mediterranea (case a schiera e palazzi con portici esterni su strada, tipici dei centri a vocazione mercantile). Anche sotto gli aspetti stilistici e tecnici si assiste ad una quasi totale trasposizione dei modelli propri del Levante iberico, spesso perಠarricchiti dall'esperienza di quei maestri che avevano compiuto percorsi formativi in altri luoghi. Mettendo a confronto le architetture della pi๠catalana delle città sarde con quelle del resto dell'isola, del Levante iberico e delle altre colonie aragonesi del sud Italia, si puಠdire che l'architettura catalana pura sia appannaggio (oltre che dei territori della madrepatria) di poche circoscritte realtà dell'ambito †œitaliano†�, tra cui spiccano Alghero e Siracusa: città con trascorsi molto diversi ma accomunate da un legame privilegiato con la madrepatria che si rifletterà in un'architettura in tutto e per tutto fedele ai modelli d'oltremare, difficilmente influenzabile da nuove mode e tendenze. Nel resto della Sardegna e negli altri contesti dell'Italia meridionale (soprattutto nel napoletano) prevalgono linguaggi ibridi di cui i prospetti degli edifici sono l'esempio pi๠emblematico: si incontrano spesso facciate di palazzi in cui sono compresenti finestre rinascimentali, finestre tardogotiche, portali catalani (a dovelles) e portali †œa giogo†�, detti anche †œdurazzeschi†� (tipici del napoletano e assenti nel Levante iberico).
L'Alguer e la Corona d'Aragona : architettura civile catalana di Alghero tra XV e XVI secolo: tipi, stile e tecniche
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2016
Abstract
L'obiettivo principale di questo studio ਠl'esame della cultura architettonica catalana ad Alghero, nel complesso quadro del Mediterraneo aragonese: i modi e i tempi della sua penetrazione in un contesto estraneo, come interagisce con le preesistenze, quanto rimane identica alla madrepatria e quanto, invece, risente degli usi e dei condizionamenti locali. Tutti temi che meritano un'attenta riflessione sotto ogni aspetto dell'architettura civile (spaziale, funzionale, formale e costruttivo), mediante un costante confronto con le altre terre della Corona d'Aragona. Tra il Quattrocento e il Cinquecento la città di Alghero assume la configurazione complessiva che si conserverà quasi intatta fino ad oggi, nonostante gli interventi di alterazione del tessuto urbano dei secoli XIX e XX. Soprattutto nell'Ottocento, le nuove esigenze abitative portano alla pratica generalizzata delle sopraelevazioni e delle saturazioni. Capita di assistere a vere e proprie demolizioni e, in molti casi, le strutture murarie pi๠antiche spariscono sotto tardi intonaci. Oggi in numerose facciate del centro storico, riplasmate in fogge neoclassiche o liberty, affiorano resti di finestre e portali di lessico catalano. Sono frammenti che fanno rimpiangere la perdita di un patrimonio di grande livello che merita di essere salvaguardato e conservato. La ricerca, ripercorrendo la storia che ha reso Alghero la pi๠catalana delle città sarde, mette a fuoco il tema dell'architettura civile e dei modi dell'abitare, da cui traspare un dialogo cosଠfitto con il Levante iberico che riusciamo a percepirne gli echi ancora oggi. A proposito delle tipologie edilizie di Alghero catalana, si puಠparlare di un vero e proprio †œtrapianto†� dalla madrepatria del tipo signorile del palau nobiliare con patio centrale. Per il resto siamo di fronte ad un contesto urbano che presenta tipi comuni a molte città dell'Europa mediterranea (case a schiera e palazzi con portici esterni su strada, tipici dei centri a vocazione mercantile). Anche sotto gli aspetti stilistici e tecnici si assiste ad una quasi totale trasposizione dei modelli propri del Levante iberico, spesso perಠarricchiti dall'esperienza di quei maestri che avevano compiuto percorsi formativi in altri luoghi. Mettendo a confronto le architetture della pi๠catalana delle città sarde con quelle del resto dell'isola, del Levante iberico e delle altre colonie aragonesi del sud Italia, si puಠdire che l'architettura catalana pura sia appannaggio (oltre che dei territori della madrepatria) di poche circoscritte realtà dell'ambito †œitaliano†�, tra cui spiccano Alghero e Siracusa: città con trascorsi molto diversi ma accomunate da un legame privilegiato con la madrepatria che si rifletterà in un'architettura in tutto e per tutto fedele ai modelli d'oltremare, difficilmente influenzabile da nuove mode e tendenze. Nel resto della Sardegna e negli altri contesti dell'Italia meridionale (soprattutto nel napoletano) prevalgono linguaggi ibridi di cui i prospetti degli edifici sono l'esempio pi๠emblematico: si incontrano spesso facciate di palazzi in cui sono compresenti finestre rinascimentali, finestre tardogotiche, portali catalani (a dovelles) e portali †œa giogo†�, detti anche †œdurazzeschi†� (tipici del napoletano e assenti nel Levante iberico).I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/248546
URN:NBN:IT:UNIROMA3-248546