La presente indagine intende affrontare l'analisi della disciplina del contratto del commercio elettronico nel contesto normativo europeo, alla luce dei risultati conseguiti in termini di tutela del consumatore. L'analisi, tuttavia, non puಠprescindere nà© dai caratteri del tutto peculiari che assume la realtà virtuale, nà© dalla sua vocazione non solo transnazionale, ma addirittura globale. Ne consegue che l'esame della disciplina dei contratti del commercio elettronico ਠtale da implicare corrispondentemente, per un verso, il riscontro delle pi๠intime relazioni (e, dunque, delle tensioni) delle dinamiche tipiche del mercato (anche nella loro reciproca interazione), e, per altro verso, il necessario ampliamento del campo di indagine allo scenario internazionale, nel quale l'area (regionale) dell'Unione europea si inserisce. Deve, inoltre, aggiungersi che la ricerca ਠcondotta su di un duplice piano. Per un verso, essa, per quanto detto, non puಠprescindere da una, sia pur rapida, panoramica internazionale relativa alla regolamentazione del commercio elettronico e dei risultati ivi raggiunti in termini di protezione del contraente debole, onde permettere di rimarcare quelli conseguiti nel (pi๠circoscritto) «spazio» dell'Unione europea. Per altro verso, attesi i particolari caratteri del fenomeno virtuale, e le difficoltà relative ad una sua regolamentazione, la stessa ricerca assume un carattere diacronico, onde evidenziare, tanto nel contesto internazionale, quanto, ed in special modo, in quello europeo, dapprima l'evoluzione della disciplina in ambito contrattuale, per poi verificare se e quanta parte di quest'ultima possa applicarsi ai contratti del commercio elettronico, dando conto, ovviamente, degli interventi normativi a questi ultimi espressamente indirizzati. In conseguenza di tutto cià², la prima parte del presente lavoro ਠdedicata al contempo (i) ad un rapido excursus della evoluzione dei rapporti tra le tre potenze che dominano il mercato (ossia, oltre all'economia e al diritto, anche la tecnica, della quale Internet rappresenta il portato pi๠avanzato); (ii) alla esposizione delle fonti internazionali (rectius, sovranazionali e transnazionali) che si candidano alla disciplina dei contratti del commercio elettronico; (iii) ed infine, al livello di tutela assicurato ai consumatori. Soprattutto tale ultimo aspetto consente, nella seconda parte del lavoro, di evidenziare, per differenza, i risultati raggiunti dal diritto (sovranazionale) dell'Unione europea. Peraltro, in considerazione, da un canto, della rilevanza che, nell'evoluzione dell'impalcatura europea, ha avuto il mercato unico, e, d'altro canto, di quella che assume, come volano di crescita di quest'ultimo, il commercio elettronico, puಠravvisarsi la sussistenza di un rapporto biunivoco tra (i) il percorso relativo all'integrazione normativa comunitaria, che tende alla realizzazione di un quadro uniforme di regole e (ii) queste ultime, per come idonee a disciplinare i contratti transfrontalieri (anche) virtuali. La disamina delle fonti che concorrono a disciplinare il fenomeno permette di giungere ad una particolare conclusione, e cioਠche le istituzioni comunitarie sembrano muovere passi concreti verso la creazione non di un codice europeo dei contratti, nà© tantomeno di un codice europeo dei consumatori, come rispettivamente auspicato da diverse parti della dottrina, ma, al contrario, di un codice europeo dei contratti del commercio transfrontaliero. E' per tale ragione, dunque, che l'ultima parte del lavoro ਠdedicata alla esposizione della specifica disciplina europea, destinata ad applicarsi ai contratti telematici transfrontalieri, ciಠrappresentando altresଠl'occasione di una verifica, in concreto, della configurabilità di un simile codice europeo, quantomeno, con riferimento agli accordi telematici.
La disciplina del contratto del commercio elettronico tra integrazione europea e armonizzazione delle tutele: verso un codice europeo dei contratti transfrontalieri
-
2015
Abstract
La presente indagine intende affrontare l'analisi della disciplina del contratto del commercio elettronico nel contesto normativo europeo, alla luce dei risultati conseguiti in termini di tutela del consumatore. L'analisi, tuttavia, non puಠprescindere nà© dai caratteri del tutto peculiari che assume la realtà virtuale, nà© dalla sua vocazione non solo transnazionale, ma addirittura globale. Ne consegue che l'esame della disciplina dei contratti del commercio elettronico ਠtale da implicare corrispondentemente, per un verso, il riscontro delle pi๠intime relazioni (e, dunque, delle tensioni) delle dinamiche tipiche del mercato (anche nella loro reciproca interazione), e, per altro verso, il necessario ampliamento del campo di indagine allo scenario internazionale, nel quale l'area (regionale) dell'Unione europea si inserisce. Deve, inoltre, aggiungersi che la ricerca ਠcondotta su di un duplice piano. Per un verso, essa, per quanto detto, non puಠprescindere da una, sia pur rapida, panoramica internazionale relativa alla regolamentazione del commercio elettronico e dei risultati ivi raggiunti in termini di protezione del contraente debole, onde permettere di rimarcare quelli conseguiti nel (pi๠circoscritto) «spazio» dell'Unione europea. Per altro verso, attesi i particolari caratteri del fenomeno virtuale, e le difficoltà relative ad una sua regolamentazione, la stessa ricerca assume un carattere diacronico, onde evidenziare, tanto nel contesto internazionale, quanto, ed in special modo, in quello europeo, dapprima l'evoluzione della disciplina in ambito contrattuale, per poi verificare se e quanta parte di quest'ultima possa applicarsi ai contratti del commercio elettronico, dando conto, ovviamente, degli interventi normativi a questi ultimi espressamente indirizzati. In conseguenza di tutto cià², la prima parte del presente lavoro ਠdedicata al contempo (i) ad un rapido excursus della evoluzione dei rapporti tra le tre potenze che dominano il mercato (ossia, oltre all'economia e al diritto, anche la tecnica, della quale Internet rappresenta il portato pi๠avanzato); (ii) alla esposizione delle fonti internazionali (rectius, sovranazionali e transnazionali) che si candidano alla disciplina dei contratti del commercio elettronico; (iii) ed infine, al livello di tutela assicurato ai consumatori. Soprattutto tale ultimo aspetto consente, nella seconda parte del lavoro, di evidenziare, per differenza, i risultati raggiunti dal diritto (sovranazionale) dell'Unione europea. Peraltro, in considerazione, da un canto, della rilevanza che, nell'evoluzione dell'impalcatura europea, ha avuto il mercato unico, e, d'altro canto, di quella che assume, come volano di crescita di quest'ultimo, il commercio elettronico, puಠravvisarsi la sussistenza di un rapporto biunivoco tra (i) il percorso relativo all'integrazione normativa comunitaria, che tende alla realizzazione di un quadro uniforme di regole e (ii) queste ultime, per come idonee a disciplinare i contratti transfrontalieri (anche) virtuali. La disamina delle fonti che concorrono a disciplinare il fenomeno permette di giungere ad una particolare conclusione, e cioਠche le istituzioni comunitarie sembrano muovere passi concreti verso la creazione non di un codice europeo dei contratti, nà© tantomeno di un codice europeo dei consumatori, come rispettivamente auspicato da diverse parti della dottrina, ma, al contrario, di un codice europeo dei contratti del commercio transfrontaliero. E' per tale ragione, dunque, che l'ultima parte del lavoro ਠdedicata alla esposizione della specifica disciplina europea, destinata ad applicarsi ai contratti telematici transfrontalieri, ciಠrappresentando altresଠl'occasione di una verifica, in concreto, della configurabilità di un simile codice europeo, quantomeno, con riferimento agli accordi telematici.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/260224
URN:NBN:IT:UNIROMA3-260224