La ricerca †œIl padre tra normatività ed affettività . Ruolo e funzione paterna in rapporto alla disabilità del figlio: uno sguardo pedagogico†� ha come oggetto la figura del padre in relazione alla disabilità di un figlio e si iscrive all'interno di un progetto pi๠ampio sulla funzione paterna che coinvolge alcune università italiane e straniere (Roma, Bologna, Padova, Lione). Il dibattito intorno al ruolo del padre nei processi educativi del figlio †" che la letteratura di settore descrive come articolata lungo un continuum che va dall'assenza pi๠totale alla sovrapposizione con la funzione materna (il mammo) †" ha stimolato una riflessione soprattutto sulla sua funzione normativa. Tale questione che ha indubbiamente una valenza generale riguardando tutti i padri, assume contorni ancora pi๠significativi in riferimento al padre di un/a figlio/a disabile. In altri termini ci si ਠchiesti se e in che misura il padre di un figlio disabile agisca tale funzione normativa e in che misura questa si correli a quella affettiva. Di conseguenza, la domanda di ricerca che abbiamo posto al centro della nostra indagine concerne la seguente questione: quanto i vissuti dei padri di figli disabili, le loro percezioni e convinzioni, sono il frutto di una epistemologia dominante che considera (ancora) la disabilità come tragedia personale ? ossia alla stregua di un problema tutto interno alla persona che ne ਠportatrice †" e, di conseguenza, sono l'esito dei dispositivi di tichettamento/marginalizzazione/esclusione insiti nelle retoriche discorsive che valorizzano l'abilismo, la produttività e la normalità ? Trattandosi di uno studio pilota si ਠscelto di rilevare le percezioni dei protagonisti mediante interviste semi-strutturate. In questa fase sono stati coinvolti 14 padri di figli disabili tra i 6 ai 10 anni. In virt๠del numero dei soggetti coinvolti si ਠproceduto ad una analisi qualitativa per mezzo del software N-vivo. L'intervista ਠstata da noi ritenuta una modalità efficace per attivare un dialogo autentico e dinamico in grado di consentire un approccio flessibile a un tema cosଠdelicato ed intimo. Il ricorso a tale strumento, poi, ha permesso di raccogliere una notevole quantità di informazioni e di impressioni che i padri hanno rispetto al loro ruolo all'interno della famiglia, le loro esperienze personali e i loro compiti educativi. I risultati hanno messo in evidenza alcuni aspetti significativi rispetto a quanto sottoposto a indagine: dalle risposte dei padri intervistati emerge una figura paterna affettiva, presente nella vita dei figli e collaborativa nella gestione del quotidiano. Funzione di cura ਠfunzione normativa sono bilanciate, mentre i dati non confermano quei tratti disfunzionali (assenza vs mammismo) che una parte della letteratura recente ha attribuito al padre. Tra i nodi maggiormente interessanti che sono emersi vi sono quelli inerenti: - l'elaborazione del †œlutto impossibile†� (Gardou, 2006) e della ferita narcisistica (Korff Sausse, 2006). - il difficile equilibrio tra normatività e affettività ; - la propensione alla funzione di accudimento rispetto a quella propriamente educativa; - la differente percezione tra il ruolo (essere padre) e la funzione (esercitare la paternità ) in merito alla qualità e alla quantità di collaborazione con la madre nell'esercizio della genitorialità ; - i vissuti esperiti in tutte le dimensioni ora indicati. La sfida, che appare una delle pi๠importanti e, allo stesso tempo, pi๠complesse in ambito socioeducativo, ਠstata quella di trasformare la risposta †œspecialistica†� in †œordinaria†�, laddove la focalizzazione sul †œbambino disabile†� di stampo bio-medico individuale sembra ancora prevalere a discapito di un approccio globale alla famiglia e al suo benessere. Anche per questa ragione non si ਠscelto di †œposare lo sguardo†� su un tipo specifico di impairment, a motivo del fatto che lo scopo della nostra azione di ricerca non ਠquello di elargire/distribuire supporti compensativi meramente strumentali (che rinforzano l'azione di delega all'esperto e allo specialista) ma di co-costruire con i padri l'azione da intraprendere, a partire dai repertori di competenza di cui sono possessori e portatori, i quali sono troppo spesso sottaciuti o non valorizzati poichà© schiacciati dal peso delle interpretazioni derivate dai modelli socio-culturali imperanti.
Il padre tra normativita' ed affettivita'. Ruolo e funzione paterna in rapporto alla disabilita' del figlio : uno sguardo pedagogico
-
2015
Abstract
La ricerca †œIl padre tra normatività ed affettività . Ruolo e funzione paterna in rapporto alla disabilità del figlio: uno sguardo pedagogico†� ha come oggetto la figura del padre in relazione alla disabilità di un figlio e si iscrive all'interno di un progetto pi๠ampio sulla funzione paterna che coinvolge alcune università italiane e straniere (Roma, Bologna, Padova, Lione). Il dibattito intorno al ruolo del padre nei processi educativi del figlio †" che la letteratura di settore descrive come articolata lungo un continuum che va dall'assenza pi๠totale alla sovrapposizione con la funzione materna (il mammo) †" ha stimolato una riflessione soprattutto sulla sua funzione normativa. Tale questione che ha indubbiamente una valenza generale riguardando tutti i padri, assume contorni ancora pi๠significativi in riferimento al padre di un/a figlio/a disabile. In altri termini ci si ਠchiesti se e in che misura il padre di un figlio disabile agisca tale funzione normativa e in che misura questa si correli a quella affettiva. Di conseguenza, la domanda di ricerca che abbiamo posto al centro della nostra indagine concerne la seguente questione: quanto i vissuti dei padri di figli disabili, le loro percezioni e convinzioni, sono il frutto di una epistemologia dominante che considera (ancora) la disabilità come tragedia personale ? ossia alla stregua di un problema tutto interno alla persona che ne ਠportatrice †" e, di conseguenza, sono l'esito dei dispositivi di tichettamento/marginalizzazione/esclusione insiti nelle retoriche discorsive che valorizzano l'abilismo, la produttività e la normalità ? Trattandosi di uno studio pilota si ਠscelto di rilevare le percezioni dei protagonisti mediante interviste semi-strutturate. In questa fase sono stati coinvolti 14 padri di figli disabili tra i 6 ai 10 anni. In virt๠del numero dei soggetti coinvolti si ਠproceduto ad una analisi qualitativa per mezzo del software N-vivo. L'intervista ਠstata da noi ritenuta una modalità efficace per attivare un dialogo autentico e dinamico in grado di consentire un approccio flessibile a un tema cosଠdelicato ed intimo. Il ricorso a tale strumento, poi, ha permesso di raccogliere una notevole quantità di informazioni e di impressioni che i padri hanno rispetto al loro ruolo all'interno della famiglia, le loro esperienze personali e i loro compiti educativi. I risultati hanno messo in evidenza alcuni aspetti significativi rispetto a quanto sottoposto a indagine: dalle risposte dei padri intervistati emerge una figura paterna affettiva, presente nella vita dei figli e collaborativa nella gestione del quotidiano. Funzione di cura ਠfunzione normativa sono bilanciate, mentre i dati non confermano quei tratti disfunzionali (assenza vs mammismo) che una parte della letteratura recente ha attribuito al padre. Tra i nodi maggiormente interessanti che sono emersi vi sono quelli inerenti: - l'elaborazione del †œlutto impossibile†� (Gardou, 2006) e della ferita narcisistica (Korff Sausse, 2006). - il difficile equilibrio tra normatività e affettività ; - la propensione alla funzione di accudimento rispetto a quella propriamente educativa; - la differente percezione tra il ruolo (essere padre) e la funzione (esercitare la paternità ) in merito alla qualità e alla quantità di collaborazione con la madre nell'esercizio della genitorialità ; - i vissuti esperiti in tutte le dimensioni ora indicati. La sfida, che appare una delle pi๠importanti e, allo stesso tempo, pi๠complesse in ambito socioeducativo, ਠstata quella di trasformare la risposta †œspecialistica†� in †œordinaria†�, laddove la focalizzazione sul †œbambino disabile†� di stampo bio-medico individuale sembra ancora prevalere a discapito di un approccio globale alla famiglia e al suo benessere. Anche per questa ragione non si ਠscelto di †œposare lo sguardo†� su un tipo specifico di impairment, a motivo del fatto che lo scopo della nostra azione di ricerca non ਠquello di elargire/distribuire supporti compensativi meramente strumentali (che rinforzano l'azione di delega all'esperto e allo specialista) ma di co-costruire con i padri l'azione da intraprendere, a partire dai repertori di competenza di cui sono possessori e portatori, i quali sono troppo spesso sottaciuti o non valorizzati poichà© schiacciati dal peso delle interpretazioni derivate dai modelli socio-culturali imperanti.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/260583
URN:NBN:IT:UNIROMA3-260583