La presente tesi di dottorato si propone di analizzare la teoria Post Keynesiana della moneta endogena sia dal punto di vista teorico che da quello empirico. Per quanto riguarda l'analisi teorica, sono state esaminate le determinanti dell'offerta di moneta e del credito e, in particolare, sono state discusse le relazioni tra base monetaria, depositi e prestiti bancari e tra i tassi d'interesse applicati sui prestiti bancari e il tasso di sconto fissato dall'autorità monetaria. Inoltre, sono state discusse delle questioni di carattere puramente teorico relative alla diatriba interna alla scuola Post Keynesiana tra orizzontalisti e strutturalisti. In particolare, in questa tesi si ਠdato pieno sostegno alla visione orizzontalista, criticando la posizione strutturalista attraverso il paradosso del debito e il paradosso dell'illiquidità . In aggiunta alla precedente analisi, ਠstata svolta una disamina relativa all'esistenza di funzioni di domanda di credito decrescenti rispetto al saggio dell'interesse. Dal punto di vista empirico, ਠstata condotta un'analisi quantitativa al fine di verificare la validità di alcune delle questioni rilevanti presentate nell'analisi teorica. In particolare, attraverso l'uso di una metodologia VAR e VECM applicata a dati mensili (2003-2015) forniti dalla Statistical Data Warehouse della Banca Centrale Europea (BCE), si ਠtestata l'endogeneità della moneta, la relazione tra il credito bancario e il mark-up, oltre all'effetto dei tassi dell'interesse sulle quantità di credito concesse dal sistema bancario all'economia reale nell'Eurozona presa nel suo complesso. I risultati delle stime econometriche permettono di poter sostenere la tesi endogenista e, in particolare, la visione orizzontalista. Inoltre, i risultati empirici mostrano che variazioni dei tassi dell'interesse hanno la capacità di stimolare la domanda di credito per l'acquisto di beni di consumo e di abitazioni mentre non influiscono sulla domanda di credito delle imprese per finanziare gli investimenti reali.
L'endogeneità della moneta nella prospettiva Post Keynesiana: questioni teoriche ed evidenze empiriche nel contesto europeo
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2016
Abstract
La presente tesi di dottorato si propone di analizzare la teoria Post Keynesiana della moneta endogena sia dal punto di vista teorico che da quello empirico. Per quanto riguarda l'analisi teorica, sono state esaminate le determinanti dell'offerta di moneta e del credito e, in particolare, sono state discusse le relazioni tra base monetaria, depositi e prestiti bancari e tra i tassi d'interesse applicati sui prestiti bancari e il tasso di sconto fissato dall'autorità monetaria. Inoltre, sono state discusse delle questioni di carattere puramente teorico relative alla diatriba interna alla scuola Post Keynesiana tra orizzontalisti e strutturalisti. In particolare, in questa tesi si ਠdato pieno sostegno alla visione orizzontalista, criticando la posizione strutturalista attraverso il paradosso del debito e il paradosso dell'illiquidità . In aggiunta alla precedente analisi, ਠstata svolta una disamina relativa all'esistenza di funzioni di domanda di credito decrescenti rispetto al saggio dell'interesse. Dal punto di vista empirico, ਠstata condotta un'analisi quantitativa al fine di verificare la validità di alcune delle questioni rilevanti presentate nell'analisi teorica. In particolare, attraverso l'uso di una metodologia VAR e VECM applicata a dati mensili (2003-2015) forniti dalla Statistical Data Warehouse della Banca Centrale Europea (BCE), si ਠtestata l'endogeneità della moneta, la relazione tra il credito bancario e il mark-up, oltre all'effetto dei tassi dell'interesse sulle quantità di credito concesse dal sistema bancario all'economia reale nell'Eurozona presa nel suo complesso. I risultati delle stime econometriche permettono di poter sostenere la tesi endogenista e, in particolare, la visione orizzontalista. Inoltre, i risultati empirici mostrano che variazioni dei tassi dell'interesse hanno la capacità di stimolare la domanda di credito per l'acquisto di beni di consumo e di abitazioni mentre non influiscono sulla domanda di credito delle imprese per finanziare gli investimenti reali.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/267331
URN:NBN:IT:UNIROMA3-267331