In questo lavoro si sono estese le conoscenze sistematiche della ostracofaune dulcicole e salmastre del Pliocene †" Pleistocene inferiore (Gelasiano) dell'Italia centro-settentrionale provenienti da tre aree: Bacino di Villafranca d'Asti dell'Italia nord †" occidentale, Bacino di Valdelsa ubicato in Toscana nell'Italia centrale e Bacino Tiberino in Umbria, Italia Centrale. Tale studio si ਠreso necessario per colmare lacune esistenti sulla conoscenza delle ostracofaune in questo intervallo di tempo e costituire cosଠuna caratterizzazione di quelle ostracofaune endemiche tipiche soltanto di questi bacini esaminati. A tale scopo si ਠeffettuata anche un'analisi dell'evoluzione geologico-stratigrafica dei bacini e si ਠricostruita la loro evoluzione paleogeografica e paleoambientale, particolarmente importante poichà© si tratta di un intervallo di tempo che segue la Crisi di Salinità  Messiniana, che ha sconvolto dal punto di vista geologico e paleobiologico, l'intera area mediterranea. Lo studio sistematico ha portato al riconoscimento di di 22 generi, rappresentati da 46 specie, di cui 24 riferite a specie già  note in letteratura, 16 nuove specie (alcune in via di istituzione durante lo svolgimento di questa tesi), e 6 lasciate in nomenclatura aperta a causa della scarsità  del materiale o perchà© costituite esclusivamente da valve giovanili. Le ostracofaune rinvenute nel Bacino di Villafranca d'Asti non sono molto abbondanti, sono caratterizzate da una marcata oligotipia (1-5 specie) e talvolta costituite esclusivamente da valve giovanili. Esse mostrano specie per lo pi๠a distribuzione oloartica (C. (N.) neglecta, C. candida, I. gibba, C. ovum e H. salina), con una specie cosmopolita (H. incongruens). àˆ presente inoltre una specie nuova, Cyprideis n.sp., che per morfologia risulta affine a specie rinvenute nel lago Tanganyika. Le ostracofaune del Bacino di Valdelsa sono abbondanti e ben conservate e mostrano uno elevato grado di endemismo. Le analisi di abbondanza delle specie hanno evidenziato una netta dominanza di C. rectangularis e subordinate P. dictyonalis, P. toscana, C.(N.) neglecta, C.(N.) dorsoreticulata, C.(N.) sambucensis, C.(N.) subtilis, tutte specie endemiche del bacino ad eccezione di C.(N.) neglecta. In particolare le neglectoidi presentano affinità  con specie rinvenute nel Pliocene nella Penisola Balcanica. Il Bacino di Valdelsa ਠcaratterizzato da un ambiente oligo-mesoalino in cui ਠstato possibile ricostruire l'andamento oscillante della salinità , grazie alla presenza in percentuale di valve tubercolate o lisce di Cyprideis rectangularis all'interno del campione. Un particolare interesse suscita, nel Sintema del Fiume Pesa, la presenza di Mixtacandona tabacarui, specie fino ad ora nota solo nell'attuale, e di Pseudocandona eremita che ਠnota dal Pleistocene medio a oggi. Questi ritrovamenti anticipano l'età  delle due specie al Pliocene inferiore. Il Bacino Tiberino ਠcostituito da due diverse associazioni ad ostracodi: di facies profonda e di facies litorale. L'ostracofauna rivenuta nella parte pi๠profonda del Bacino Tiberino (affioramenti di Cava Toppetti e Fosso Bianco) ਠesclusivamente endemica oligotipica (una-otto specie) e monotona, costituite da forme di acque dolci caratterizzate da guscio estremamente sottile, per cui si puಠpensare ad un ambiente lacustre, relativamente profondo, permanente e stabile. àˆ costituita da un'associazione peculiare con la sola presenza di Candonidae e Limnocytherinae. All'interno di questa associazione si riconosce una possibile linea evolutiva del genere Caspiocypris che indicherebbe una speciazione intralacustre con l'originarsi di uno †œspecies flock†� tipico di laghi longevi e stabili (Ancient Lakes). La presenza di specie endemiche di Candoninae, la longevità  del Lago, stimata tramite dati di sedimentologia e paleomagnetismo noti dalla letteratura, e la presenza di uno †œspecies flock†� suggeriscono che il Bacino Tiberino Plio-Pleistocenico possa essere considerato un †œAncient Lake†� fossile. I campioni di Dunarobba sono riferiti ad una zona litorale dell'antico Lago Tiberino. Gli ostracodi nel complesso sono risultati abbondanti; la maggior parte delle specie rinvenute ਠstata attribuita a specie note in letteratura, mentre due sole specie sono endemiche. L'area della Foresta Fossile di Dunarobba ਠcaratterizzata alla base da un ambiente lacustre litorale con acque dolci; successivamente si instaurಠun bacino lacustre poco profondo caratterizzato da acque oligo-mesoaline.

Studio sistematico delle ostracofaune dulcicole del pliocene-pleistocene (gelasiano) italiano

-
2011

Abstract

In questo lavoro si sono estese le conoscenze sistematiche della ostracofaune dulcicole e salmastre del Pliocene †" Pleistocene inferiore (Gelasiano) dell'Italia centro-settentrionale provenienti da tre aree: Bacino di Villafranca d'Asti dell'Italia nord †" occidentale, Bacino di Valdelsa ubicato in Toscana nell'Italia centrale e Bacino Tiberino in Umbria, Italia Centrale. Tale studio si ਠreso necessario per colmare lacune esistenti sulla conoscenza delle ostracofaune in questo intervallo di tempo e costituire cosଠuna caratterizzazione di quelle ostracofaune endemiche tipiche soltanto di questi bacini esaminati. A tale scopo si ਠeffettuata anche un'analisi dell'evoluzione geologico-stratigrafica dei bacini e si ਠricostruita la loro evoluzione paleogeografica e paleoambientale, particolarmente importante poichà© si tratta di un intervallo di tempo che segue la Crisi di Salinità  Messiniana, che ha sconvolto dal punto di vista geologico e paleobiologico, l'intera area mediterranea. Lo studio sistematico ha portato al riconoscimento di di 22 generi, rappresentati da 46 specie, di cui 24 riferite a specie già  note in letteratura, 16 nuove specie (alcune in via di istituzione durante lo svolgimento di questa tesi), e 6 lasciate in nomenclatura aperta a causa della scarsità  del materiale o perchà© costituite esclusivamente da valve giovanili. Le ostracofaune rinvenute nel Bacino di Villafranca d'Asti non sono molto abbondanti, sono caratterizzate da una marcata oligotipia (1-5 specie) e talvolta costituite esclusivamente da valve giovanili. Esse mostrano specie per lo pi๠a distribuzione oloartica (C. (N.) neglecta, C. candida, I. gibba, C. ovum e H. salina), con una specie cosmopolita (H. incongruens). àˆ presente inoltre una specie nuova, Cyprideis n.sp., che per morfologia risulta affine a specie rinvenute nel lago Tanganyika. Le ostracofaune del Bacino di Valdelsa sono abbondanti e ben conservate e mostrano uno elevato grado di endemismo. Le analisi di abbondanza delle specie hanno evidenziato una netta dominanza di C. rectangularis e subordinate P. dictyonalis, P. toscana, C.(N.) neglecta, C.(N.) dorsoreticulata, C.(N.) sambucensis, C.(N.) subtilis, tutte specie endemiche del bacino ad eccezione di C.(N.) neglecta. In particolare le neglectoidi presentano affinità  con specie rinvenute nel Pliocene nella Penisola Balcanica. Il Bacino di Valdelsa ਠcaratterizzato da un ambiente oligo-mesoalino in cui ਠstato possibile ricostruire l'andamento oscillante della salinità , grazie alla presenza in percentuale di valve tubercolate o lisce di Cyprideis rectangularis all'interno del campione. Un particolare interesse suscita, nel Sintema del Fiume Pesa, la presenza di Mixtacandona tabacarui, specie fino ad ora nota solo nell'attuale, e di Pseudocandona eremita che ਠnota dal Pleistocene medio a oggi. Questi ritrovamenti anticipano l'età  delle due specie al Pliocene inferiore. Il Bacino Tiberino ਠcostituito da due diverse associazioni ad ostracodi: di facies profonda e di facies litorale. L'ostracofauna rivenuta nella parte pi๠profonda del Bacino Tiberino (affioramenti di Cava Toppetti e Fosso Bianco) ਠesclusivamente endemica oligotipica (una-otto specie) e monotona, costituite da forme di acque dolci caratterizzate da guscio estremamente sottile, per cui si puಠpensare ad un ambiente lacustre, relativamente profondo, permanente e stabile. àˆ costituita da un'associazione peculiare con la sola presenza di Candonidae e Limnocytherinae. All'interno di questa associazione si riconosce una possibile linea evolutiva del genere Caspiocypris che indicherebbe una speciazione intralacustre con l'originarsi di uno †œspecies flock†� tipico di laghi longevi e stabili (Ancient Lakes). La presenza di specie endemiche di Candoninae, la longevità  del Lago, stimata tramite dati di sedimentologia e paleomagnetismo noti dalla letteratura, e la presenza di uno †œspecies flock†� suggeriscono che il Bacino Tiberino Plio-Pleistocenico possa essere considerato un †œAncient Lake†� fossile. I campioni di Dunarobba sono riferiti ad una zona litorale dell'antico Lago Tiberino. Gli ostracodi nel complesso sono risultati abbondanti; la maggior parte delle specie rinvenute ਠstata attribuita a specie note in letteratura, mentre due sole specie sono endemiche. L'area della Foresta Fossile di Dunarobba ਠcaratterizzata alla base da un ambiente lacustre litorale con acque dolci; successivamente si instaurಠun bacino lacustre poco profondo caratterizzato da acque oligo-mesoaline.
2011
it
Categorie ISI-CRUI::Scienze della terra::Environmental Studies, Geography & Development
Scienze della terra
Settori Disciplinari MIUR::Scienze della terra::PALEONTOLOGIA E PALEOECOLOGIA
Università degli Studi Roma Tre
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/269415
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA3-269415