L'infarto del miocardio àƒ¨ una patologia causata dalla morte di una zona di tessuto miocardico, dovuta all'improvvisa occlusione di uno o piàƒ¹ rami delle arterie coronarie. Con lࢠacronimo inglese ROS (Reactive Oxygen Species) si indicano le specie reattive dellࢠossigeno, piccole molecole altamente reattive, che derivano principalmente dalla respirazione aerobica. In condizioni fisiologiche, esiste un equilibrio tra i livelli di ROS, prodotti durante il normale metabolismo cellulare, e la loro degradazione ad opera di sistemi antiossidanti endogeni. La perturbazione di questo equilibrio produce una condizione chiamata stress ossidativo, che àƒ¨ causa di unࢠampia varietàƒÂ  di patologie, tra cui danni cardiovascolari. Lo stress ossidativo rappresenta, inoltre, uno dei maggiori stimoli apoptotici, ed àƒ¨ noto che lࢠapoptosi dei miociti cardiaci gioca un ruolo significativo nello sviluppo dellࢠinfarto del miocardio e di diverse patologie cardiovascolari. La famiglia delle superossido dismutasi (SOD) àƒ¨ tra gli antiossidanti enzimatici piàƒ¹ diffusi ed importanti: se ne conoscono 3 isoforme. Questo studio si pone come obiettivo la valutazione dellࢠespressione delle SOD, attraverso tecniche di immunoistochimica applicata ai tissue microarray ed RT-PCR, in un campione di soggetti colpiti da infarto. àƒ stata valutata, inoltre, lࢠespressione di marcatori apoptotici, al fine di verificare una corrispondenza tra le variazioni nellࢠespressione delle superossido dismutasi ed i fenomeni apoptotici. Dal punto di vista molecolare, lo studio ha fatto emergere alcuni aspetti inediti: la SOD1 e la SOD3 hanno una correlazione inversa con i gruppi normali e patologici, ciàƒ² significa che vi àƒ¨ una maggiore espressione di tali proteine nei soggetti normali. Tuttavia, per entrambe le proteine il fattore di correlazione con il tipo dellࢠinfarto àƒ¨ positivo. Questa affermazione, sembra contraddittoria ma non lo àƒ¨, infatti,. la SOD1 e la SOD3 aumentano dopo lࢠinfarto e sono maggiormente espresse nei soggetti con infarto subacuto. Pur essendo un dato descritto per la prima volta nellࢠuomo, tale espressione àƒ¨ abbastanza prevedibile conoscendo gli eventi che seguono lࢠinfarto del miocardio: le cellule quasi irreversibilmente danneggiate dallࢠischemia possono in ultima analisi, prima di soccombere, tentare di opporsi al suddetto stress aumentando lࢠespressione delle SOD. Lࢠindividuazione delle cellule apoptotiche e la distinzione di queste dalle cellule che vanno incontro a necrosi àƒ¨ stato di fondamentale importanza nel nostro sistema sperimentale. Piàƒ¹ controverso àƒ¨ lࢠaspetto legato allࢠapoptosi dei miociti cardiaci durante lࢠischemia, rappresentata dallࢠespressione della Caspasi3. Lࢠindice di correlazione negativo, indica che i processi apoptotici sono maggiormente presenti nelle prime fasi dopo lࢠocclusione dei vasi e vanno scemando con il passare del tempo.Il dato non àƒ¨ contraddittorio con quanto affermato sinࢠora, anzi, la correlazione inversa con il fattore temporale àƒ¨ del tutto coerente con i processi di rimodellamento tissutale: infatti negli infarti sub acuti, i processi apoptotici vanno scemando a favore della rimozione dei tessuti necrotici ed alla deposizione della componente fibrotica che daràƒÂ  vita al tessuto cicatriziale.Inoltre, la Caspasi3 correla positivamente e significativamente con tutte e tre le SOD, indice che la maggiore espressione delle SOD, probabilmente indotta da un maggiore stress ossidativo in loco, àƒ¨ correlabile con lࢠaumento dei processi apoptotici. Gli studi su tessuto cardiaco post ischemico mediante microarray tissutali, non hanno ancora esaurito le informazioni che ci possono fornire e, soprattutto, le indicazioni su come procedere in futuro nello studio della patologia ischemica. Alcuni dati andranno sicuramente approfonditi: lࢠapoptosi delle cellule cardiache àƒ¨ da sempre un argomento di grande dibattito.

Espressione delle superossido dismutasi nell'infarto del miocardio: correlazioni clinico-patologiche

2012

Abstract

L'infarto del miocardio àƒ¨ una patologia causata dalla morte di una zona di tessuto miocardico, dovuta all'improvvisa occlusione di uno o piàƒ¹ rami delle arterie coronarie. Con lࢠacronimo inglese ROS (Reactive Oxygen Species) si indicano le specie reattive dellࢠossigeno, piccole molecole altamente reattive, che derivano principalmente dalla respirazione aerobica. In condizioni fisiologiche, esiste un equilibrio tra i livelli di ROS, prodotti durante il normale metabolismo cellulare, e la loro degradazione ad opera di sistemi antiossidanti endogeni. La perturbazione di questo equilibrio produce una condizione chiamata stress ossidativo, che àƒ¨ causa di unࢠampia varietàƒÂ  di patologie, tra cui danni cardiovascolari. Lo stress ossidativo rappresenta, inoltre, uno dei maggiori stimoli apoptotici, ed àƒ¨ noto che lࢠapoptosi dei miociti cardiaci gioca un ruolo significativo nello sviluppo dellࢠinfarto del miocardio e di diverse patologie cardiovascolari. La famiglia delle superossido dismutasi (SOD) àƒ¨ tra gli antiossidanti enzimatici piàƒ¹ diffusi ed importanti: se ne conoscono 3 isoforme. Questo studio si pone come obiettivo la valutazione dellࢠespressione delle SOD, attraverso tecniche di immunoistochimica applicata ai tissue microarray ed RT-PCR, in un campione di soggetti colpiti da infarto. àƒ stata valutata, inoltre, lࢠespressione di marcatori apoptotici, al fine di verificare una corrispondenza tra le variazioni nellࢠespressione delle superossido dismutasi ed i fenomeni apoptotici. Dal punto di vista molecolare, lo studio ha fatto emergere alcuni aspetti inediti: la SOD1 e la SOD3 hanno una correlazione inversa con i gruppi normali e patologici, ciàƒ² significa che vi àƒ¨ una maggiore espressione di tali proteine nei soggetti normali. Tuttavia, per entrambe le proteine il fattore di correlazione con il tipo dellࢠinfarto àƒ¨ positivo. Questa affermazione, sembra contraddittoria ma non lo àƒ¨, infatti,. la SOD1 e la SOD3 aumentano dopo lࢠinfarto e sono maggiormente espresse nei soggetti con infarto subacuto. Pur essendo un dato descritto per la prima volta nellࢠuomo, tale espressione àƒ¨ abbastanza prevedibile conoscendo gli eventi che seguono lࢠinfarto del miocardio: le cellule quasi irreversibilmente danneggiate dallࢠischemia possono in ultima analisi, prima di soccombere, tentare di opporsi al suddetto stress aumentando lࢠespressione delle SOD. Lࢠindividuazione delle cellule apoptotiche e la distinzione di queste dalle cellule che vanno incontro a necrosi àƒ¨ stato di fondamentale importanza nel nostro sistema sperimentale. Piàƒ¹ controverso àƒ¨ lࢠaspetto legato allࢠapoptosi dei miociti cardiaci durante lࢠischemia, rappresentata dallࢠespressione della Caspasi3. Lࢠindice di correlazione negativo, indica che i processi apoptotici sono maggiormente presenti nelle prime fasi dopo lࢠocclusione dei vasi e vanno scemando con il passare del tempo.Il dato non àƒ¨ contraddittorio con quanto affermato sinࢠora, anzi, la correlazione inversa con il fattore temporale àƒ¨ del tutto coerente con i processi di rimodellamento tissutale: infatti negli infarti sub acuti, i processi apoptotici vanno scemando a favore della rimozione dei tessuti necrotici ed alla deposizione della componente fibrotica che daràƒÂ  vita al tessuto cicatriziale.Inoltre, la Caspasi3 correla positivamente e significativamente con tutte e tre le SOD, indice che la maggiore espressione delle SOD, probabilmente indotta da un maggiore stress ossidativo in loco, àƒ¨ correlabile con lࢠaumento dei processi apoptotici. Gli studi su tessuto cardiaco post ischemico mediante microarray tissutali, non hanno ancora esaurito le informazioni che ci possono fornire e, soprattutto, le indicazioni su come procedere in futuro nello studio della patologia ischemica. Alcuni dati andranno sicuramente approfonditi: lࢠapoptosi delle cellule cardiache àƒ¨ da sempre un argomento di grande dibattito.
2012
it
Infarto del miocardio
Settori Disciplinari MIUR::Scienze mediche::ANATOMIA PATOLOGICA
SOD
Università degli Studi del Molise
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/269665
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMOL-269665