Sono stati analizzati retrospettivamente pazienti sottoposti a trapianto renale presso Università  dell'Insubria e Azienda Ospedaliera †œFondazione Macchi†� in Varese, dal 01-01-2009 al 01-12-2010. Sono stati individuati quattro schemi terapeutici di terapia di induzione: Gruppo I Terapia con anticorpi mono e policlonali (Basiliximab+ATG Fresenius S) Gruppo II Terapia solo con anticorpo monoclonale (Basiliximab) Gruppo III Terapia senza anticorpi Gruppo IV Terapia solo con anticorpi policlonali (Thymoglobuline). In tutti i pazienti, la terapia immunosoppressiva di mantenimento ha previsto, alternativamente, l'uso di Steroidi/Tacrolimus/MMF, Steroidi/Cya/Everolimus, in alcuni casi Steroidi/Sirolimus/Cya. Nel gruppo IV l'età  dei donatori ਠrisultata statisticamente maggiore rispetto al gruppo III. Nel gruppo III l'incidenza di rigetti acuti ਠrisultata statisticamente maggiore. Sia i rigetti acuti che le riattivazioni del CMV sono risultate essere associate in modo statisticamente significativo. Nessuna differenza tra i gruppi in termini di insorgenza di leucopenia. I casi di trombocitopenia nel gruppo IV ਠstata statisticamente maggiore rispetto al gruppo II. I casi di linfopenie nel gruppo I hanno riguardato il 97% dei pazienti al 1° giorno del trapianto, ma ਠrisultato essere un fenomeno transitorio, privo di complicanze cliniche. Al 6° mese solo il 13% dei pazienti ha avuto un episodio di linfopenia. Le complicanze infettive (infezioni delle vie urinarie) sono risultate paragonabili tra i gruppi. Le complicanze maggiori (morte del paziente, perdita del graft) sono risultate distribuite tra i gruppi senza differenze. Da questi dati preliminari emerge che l'induzione con Anticorpi mono e/o policlonali si associa a una riduzione dell' incidenza di rigetti, anche nei casi di donatori con rischio aumentato; l'uso di tali anticorpi ਠun trattamento sicuro, con effetti collaterali ematologici transitori e privi di complicanze cliniche. àˆ necessario uno studio prospettico randomizzato tra i tre gruppi (monoterapia con Ab mono e policlonali e l'associazione tra i due farmaci) per verificare se ci siano reali differenze in termini di sopravvivenza del paziente e del graft.

La terapia di induzione nel trapianto renale: confronto tra diversi protocolli con anticorpi mono e/o policlonali

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2011

Abstract

Sono stati analizzati retrospettivamente pazienti sottoposti a trapianto renale presso Università  dell'Insubria e Azienda Ospedaliera †œFondazione Macchi†� in Varese, dal 01-01-2009 al 01-12-2010. Sono stati individuati quattro schemi terapeutici di terapia di induzione: Gruppo I Terapia con anticorpi mono e policlonali (Basiliximab+ATG Fresenius S) Gruppo II Terapia solo con anticorpo monoclonale (Basiliximab) Gruppo III Terapia senza anticorpi Gruppo IV Terapia solo con anticorpi policlonali (Thymoglobuline). In tutti i pazienti, la terapia immunosoppressiva di mantenimento ha previsto, alternativamente, l'uso di Steroidi/Tacrolimus/MMF, Steroidi/Cya/Everolimus, in alcuni casi Steroidi/Sirolimus/Cya. Nel gruppo IV l'età  dei donatori ਠrisultata statisticamente maggiore rispetto al gruppo III. Nel gruppo III l'incidenza di rigetti acuti ਠrisultata statisticamente maggiore. Sia i rigetti acuti che le riattivazioni del CMV sono risultate essere associate in modo statisticamente significativo. Nessuna differenza tra i gruppi in termini di insorgenza di leucopenia. I casi di trombocitopenia nel gruppo IV ਠstata statisticamente maggiore rispetto al gruppo II. I casi di linfopenie nel gruppo I hanno riguardato il 97% dei pazienti al 1° giorno del trapianto, ma ਠrisultato essere un fenomeno transitorio, privo di complicanze cliniche. Al 6° mese solo il 13% dei pazienti ha avuto un episodio di linfopenia. Le complicanze infettive (infezioni delle vie urinarie) sono risultate paragonabili tra i gruppi. Le complicanze maggiori (morte del paziente, perdita del graft) sono risultate distribuite tra i gruppi senza differenze. Da questi dati preliminari emerge che l'induzione con Anticorpi mono e/o policlonali si associa a una riduzione dell' incidenza di rigetti, anche nei casi di donatori con rischio aumentato; l'uso di tali anticorpi ਠun trattamento sicuro, con effetti collaterali ematologici transitori e privi di complicanze cliniche. àˆ necessario uno studio prospettico randomizzato tra i tre gruppi (monoterapia con Ab mono e policlonali e l'associazione tra i due farmaci) per verificare se ci siano reali differenze in termini di sopravvivenza del paziente e del graft.
2011
Italiano
Induction therapy
Kidney transplantation
Università degli Studi di Parma
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/270962
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPR-270962