Nel 1990 il Mediterraneo aveva una popolazione costiera pari a 146 milioni e alcuni studiosi, nel 1998, avevano stimato che la popolazione urbana costiera avrebbe potuto aumentare di almeno altri 30 milioni di abitanti entro il 2025 con ulteriori 350 milioni di turisti all'anno (Hinrichsen, 1998). Nel 2005 il dossier redatto dallࢠUEP/MAP (Plan Bleu, 2005) ha ridimensionato tali valori, dimostrando che entro la stessa data saranno 20 milioni le persone che andranno ad aggiungersi alla popolazione residente, cosàƒ¬ come ulteriori 137 milioni di turisti si uniranno ai 175 milioni giàƒÂ presenti, e particolarmente i litorali. Lࢠanalisi di questi dati mostra inoltre che il 75% degli abitanti dei paesi prospicienti il Mediterraneo vive in aree costiere (in Italia il valore àƒ¨ compreso tra il 60 e il 70%). La fascia costiera italiana, che si sviluppa per oltre 7500 km, oltre ad essere caratterizzata da paesaggi di eccezionale valore naturalistico, ospita quindi anche una consistente parte delle risorse economiche nazionali, con importanti centri urbani e industriali, infrastrutture e attivitàƒÂ turistiche. Gli scenari descritti, specie dopo i recenti report inerenti ai cambiamenti climatici in atto sullࢠintero globo (IPCC, 2007), hanno posto serie problematiche nella gestione della risorsa costiera e nella valutazione dei possibili rischi associati. Comprendere come la costa àƒ¨ destinata ad evolvere ha assunto perciàƒ² unࢠimportanza strategica. Le ricerche interdisciplinari sviluppatesi nellࢠultimo ventennio hanno messo in evidenza come gran parte delle pianure costiere mondiali (e quindi anche italiane) sono soggette al rischio erosione e allagamento per ingressione marina dovuta a fattori naturali (globali e locali) e antropici. Tra questi studi si porta lࢠattenzione del lettore al progetto VECTOR (VulnerabilitàƒÂ delle coste e degli ecosistemi marini italiani ai cambiamenti climatici e loro ruolo nei cicli del carbonio mediterraneo), dal quale àƒ¨ nato lࢠargomento di questa tesi di dottorato. In questo lavoro àƒ¨ stato analizzato in dettaglio il litorale della Piana del F. Sele (Campania, Italia), contesto estremamente interessante al fine di comprendere lࢠevoluzione di una costa bassa e sabbiosa con concentrazione di importanti centri abitati (Salerno), aree turistiche imponenti (sito archeologico di Paestum, litorale di Capaccio-Paestum, litorale di Eboli) e condizioni morfologiche tali da rendere lࢠarea suscettibile ai cambiamenti del sistema costiero. La piana in questione, cosàƒ¬ come le altre piane campane, ha sperimentato negli ultimi 6 millenni un prevalente trend progradazionale ben documentato da piàƒ¹ sistemi di cordoni dunali (ad esempio i cordoni di Laura e Sterpina descritti da Brancaccio et al., 1995 in Piana Sele). Le piàƒ¹ interne datano circa 6000 anni e marcano la massima ingressione del mare durante lࢠOlocene. A partire dal XX secolo questo trend si àƒ¨ interrotto e molti tratti di costa risultano affetti da unࢠerosione anche molto marcata. Le cause vanno essenzialmente ricercate nel ridotto apporto sedimentario legato alle sistemazioni idraulico-forestali, ma soprattutto alla realizzazione di numerosi invasi artificiali lungo i principali fiumi alimentatori. La prova di ciàƒ² àƒ¨ ben evidenziata dalla trasformazione delle foci fluviali dei principali corsi dࢠacqua, le quali si sono rapidamente modificate da fluvial dominated a wave dominated. A questo va aggiunta la forte antropizzazione dei litorali che si àƒ¨ avuta in particolare dopo la seconda guerra mondiale a seguito sia dello sviluppo turistico che di quello urbanistico. Partendo da tali presupposti lࢠobiettivo principale del presente lavoro àƒ¨ la determinazione delle caratteristiche morfologiche, sedimentologiche e delle dinamiche evolutive del tratto di costa sabbioso compreso tra le foci dei fiumi Solofrone e Picentino al fine di valutarne lo stato di vulnerabilitàƒÂ costiera. Una prima fase dello studio àƒ¨ stata dedicata ad unࢠapprofondita ricerca dei dati bibliografici, cartografici e aero-fotogrammetrici inerenti lࢠarea. Lࢠanalisi bibliografica ha permesso di individuare i tratti salienti dellࢠevoluzione geomorfologica, che appare requisito essenziale per la comprensione degli eventi morfogenetici e delle dinamiche recenti della costa. Lࢠanalisi cartografica e aero-fotogrammetrica, basata essenzialmente sul reperimento di documenti inerenti lࢠultimo secolo, ha consentito di delineare lࢠevoluzione storica della linea di riva. In particolare sono state adoperate carte storiche dellࢠIGMI (Istituto Geografico Militare Italiano) del 1870, 1908, e 1954, la cartografia CasMez (Cassa del Mezzogiorno) del 1975, la CTR (Carta Tecnica Regionale) della Regione Campania del 2004, le foto aeree del 1944, 1954, 1984, 1998 e 2004. I documenti raccolti sono stati organizzati, corretti e adattati mediante lࢠuso di un software GIS (ArcGis ver. 9.2). In particolare àƒ¨ stato indispensabile lࢠorto-rettifica mediante un programma preposto (Erdas ver. 9.1) precedentemente lࢠutilizzo delle foto aeree. La seconda fase àƒ¨ consistita nella raccolta di dati originali mediante un lavoro di campagna, durante il quale, con lࢠutilizzo di un sistema di posizionamento DGPS (GNSS R6), si àƒ¨ rilevata la linea di riva al 2009 e la topografia di vari profili longitudinali di spiaggia. Eࢠstato inoltre fatto uno studio con lo scopo di definire gli aspetti sedimentologici caratterizzanti i differenti contesti geomorfologici riconosciuti per i profili esaminati: sono stati prelevati 48 campioni lungo il litorale del Golfo di Salerno, su ognuno dei quali àƒ¨ stata eseguita unࢠanalisi granulometrica, con relativa interpretazione statistica. I rilievi topografici sono stati successivamente correlati alle caratteristiche tessiturali dei sedimenti essendo questo passaggio fondamentale e propedeutico alla comprensione dei fenomeni morfo-evolutivi della costa: i sedimenti che costituiscono la spiaggia sono condizionati dalla dinamica litoranea in quanto, lungo gli assi di transito longitudinali e trasversali, le componenti granulometriche tendono a convergere verso il fondale in cui si trovano mediamente in equilibrio sotto lࢠazione del moto ondoso. Una fase fondamentale del lavoro àƒ¨ stata la valutazione del clima marittimo (wave climate) sia al largo che lungo costa, mediante lࢠapplicazione di modelli fisici. Si àƒ¨ risaliti al tipo di ondazione incidente sulla Piana del Sele, cosàƒ¬ come si àƒ¨ giunti alla valutazione degli effetti di essa sulle spiagge con il calcolo di parametri specifici, quali il run-up e il set-up. Le informazioni raccolte hanno dato una chiara lettura e una dettagliata caratterizzazione dellࢠintera fascia rivierasca compresa tra Salerno e Agropoli (SA) e soprattutto sono state la base per lࢠimplementazione di una nuova metodologia di analisi per la valutazione della vulnerabilitàƒÂ costiera. Il metodo ha permesso di realizzare una carta della vulnerabilitàƒÂ costiera potenziale, cosàƒ¬ come di effettuare valutazione e cartografie su range temporali piàƒ¹ ampi: infatti, considerando gli scenari previsti dallࢠIPCC (2007) su 25 e 50 anni, àƒ¨ stato possibile introdurre tali parametri e costruire carte della vulnerabilitàƒÂ costiera proiettata su tali anni. Di seguito si da una panoramica sulle operazioni e i risultati ottenuti mediante lࢠesecuzione delle singole fasi di lavoro. Lࢠanalisi comparata delle linee di costa ricavate dallࢠindagine aereo fotogrammetrica e cartografica ha messo in chiara evidenza che, durante il XX secolo, àƒ¨ possibile individuare almeno 3 fasi evolutive. La prima, che va dal 1870 al 1908, mostra una costa in progradazione, in modo particolare alle foci dei fiumi Sele, Tusciano e Picentino, con trend che raggiungono i 5,50 m/a. Tale fase sࢠinverte completamente durante il lasso cronologico compreso tra il 1908 e il 1984, con valori di arretramento che tendono ad accentuarsi tra il 1975 e il 1985 (si nota che la foce del F. Sele arretrava con un tasso di 7,7 m/a).
Caratterizzazione geologica e geomorfologica del settore litoraneo della Piana del F. Sele (Campania, Italia) e considerazioni circa la sua vulnerabilitàƒÂ costiera
2011
Abstract
Nel 1990 il Mediterraneo aveva una popolazione costiera pari a 146 milioni e alcuni studiosi, nel 1998, avevano stimato che la popolazione urbana costiera avrebbe potuto aumentare di almeno altri 30 milioni di abitanti entro il 2025 con ulteriori 350 milioni di turisti all'anno (Hinrichsen, 1998). Nel 2005 il dossier redatto dallࢠUEP/MAP (Plan Bleu, 2005) ha ridimensionato tali valori, dimostrando che entro la stessa data saranno 20 milioni le persone che andranno ad aggiungersi alla popolazione residente, cosàƒ¬ come ulteriori 137 milioni di turisti si uniranno ai 175 milioni giàƒÂ presenti, e particolarmente i litorali. Lࢠanalisi di questi dati mostra inoltre che il 75% degli abitanti dei paesi prospicienti il Mediterraneo vive in aree costiere (in Italia il valore àƒ¨ compreso tra il 60 e il 70%). La fascia costiera italiana, che si sviluppa per oltre 7500 km, oltre ad essere caratterizzata da paesaggi di eccezionale valore naturalistico, ospita quindi anche una consistente parte delle risorse economiche nazionali, con importanti centri urbani e industriali, infrastrutture e attivitàƒÂ turistiche. Gli scenari descritti, specie dopo i recenti report inerenti ai cambiamenti climatici in atto sullࢠintero globo (IPCC, 2007), hanno posto serie problematiche nella gestione della risorsa costiera e nella valutazione dei possibili rischi associati. Comprendere come la costa àƒ¨ destinata ad evolvere ha assunto perciàƒ² unࢠimportanza strategica. Le ricerche interdisciplinari sviluppatesi nellࢠultimo ventennio hanno messo in evidenza come gran parte delle pianure costiere mondiali (e quindi anche italiane) sono soggette al rischio erosione e allagamento per ingressione marina dovuta a fattori naturali (globali e locali) e antropici. Tra questi studi si porta lࢠattenzione del lettore al progetto VECTOR (VulnerabilitàƒÂ delle coste e degli ecosistemi marini italiani ai cambiamenti climatici e loro ruolo nei cicli del carbonio mediterraneo), dal quale àƒ¨ nato lࢠargomento di questa tesi di dottorato. In questo lavoro àƒ¨ stato analizzato in dettaglio il litorale della Piana del F. Sele (Campania, Italia), contesto estremamente interessante al fine di comprendere lࢠevoluzione di una costa bassa e sabbiosa con concentrazione di importanti centri abitati (Salerno), aree turistiche imponenti (sito archeologico di Paestum, litorale di Capaccio-Paestum, litorale di Eboli) e condizioni morfologiche tali da rendere lࢠarea suscettibile ai cambiamenti del sistema costiero. La piana in questione, cosàƒ¬ come le altre piane campane, ha sperimentato negli ultimi 6 millenni un prevalente trend progradazionale ben documentato da piàƒ¹ sistemi di cordoni dunali (ad esempio i cordoni di Laura e Sterpina descritti da Brancaccio et al., 1995 in Piana Sele). Le piàƒ¹ interne datano circa 6000 anni e marcano la massima ingressione del mare durante lࢠOlocene. A partire dal XX secolo questo trend si àƒ¨ interrotto e molti tratti di costa risultano affetti da unࢠerosione anche molto marcata. Le cause vanno essenzialmente ricercate nel ridotto apporto sedimentario legato alle sistemazioni idraulico-forestali, ma soprattutto alla realizzazione di numerosi invasi artificiali lungo i principali fiumi alimentatori. La prova di ciàƒ² àƒ¨ ben evidenziata dalla trasformazione delle foci fluviali dei principali corsi dࢠacqua, le quali si sono rapidamente modificate da fluvial dominated a wave dominated. A questo va aggiunta la forte antropizzazione dei litorali che si àƒ¨ avuta in particolare dopo la seconda guerra mondiale a seguito sia dello sviluppo turistico che di quello urbanistico. Partendo da tali presupposti lࢠobiettivo principale del presente lavoro àƒ¨ la determinazione delle caratteristiche morfologiche, sedimentologiche e delle dinamiche evolutive del tratto di costa sabbioso compreso tra le foci dei fiumi Solofrone e Picentino al fine di valutarne lo stato di vulnerabilitàƒÂ costiera. Una prima fase dello studio àƒ¨ stata dedicata ad unࢠapprofondita ricerca dei dati bibliografici, cartografici e aero-fotogrammetrici inerenti lࢠarea. Lࢠanalisi bibliografica ha permesso di individuare i tratti salienti dellࢠevoluzione geomorfologica, che appare requisito essenziale per la comprensione degli eventi morfogenetici e delle dinamiche recenti della costa. Lࢠanalisi cartografica e aero-fotogrammetrica, basata essenzialmente sul reperimento di documenti inerenti lࢠultimo secolo, ha consentito di delineare lࢠevoluzione storica della linea di riva. In particolare sono state adoperate carte storiche dellࢠIGMI (Istituto Geografico Militare Italiano) del 1870, 1908, e 1954, la cartografia CasMez (Cassa del Mezzogiorno) del 1975, la CTR (Carta Tecnica Regionale) della Regione Campania del 2004, le foto aeree del 1944, 1954, 1984, 1998 e 2004. I documenti raccolti sono stati organizzati, corretti e adattati mediante lࢠuso di un software GIS (ArcGis ver. 9.2). In particolare àƒ¨ stato indispensabile lࢠorto-rettifica mediante un programma preposto (Erdas ver. 9.1) precedentemente lࢠutilizzo delle foto aeree. La seconda fase àƒ¨ consistita nella raccolta di dati originali mediante un lavoro di campagna, durante il quale, con lࢠutilizzo di un sistema di posizionamento DGPS (GNSS R6), si àƒ¨ rilevata la linea di riva al 2009 e la topografia di vari profili longitudinali di spiaggia. Eࢠstato inoltre fatto uno studio con lo scopo di definire gli aspetti sedimentologici caratterizzanti i differenti contesti geomorfologici riconosciuti per i profili esaminati: sono stati prelevati 48 campioni lungo il litorale del Golfo di Salerno, su ognuno dei quali àƒ¨ stata eseguita unࢠanalisi granulometrica, con relativa interpretazione statistica. I rilievi topografici sono stati successivamente correlati alle caratteristiche tessiturali dei sedimenti essendo questo passaggio fondamentale e propedeutico alla comprensione dei fenomeni morfo-evolutivi della costa: i sedimenti che costituiscono la spiaggia sono condizionati dalla dinamica litoranea in quanto, lungo gli assi di transito longitudinali e trasversali, le componenti granulometriche tendono a convergere verso il fondale in cui si trovano mediamente in equilibrio sotto lࢠazione del moto ondoso. Una fase fondamentale del lavoro àƒ¨ stata la valutazione del clima marittimo (wave climate) sia al largo che lungo costa, mediante lࢠapplicazione di modelli fisici. Si àƒ¨ risaliti al tipo di ondazione incidente sulla Piana del Sele, cosàƒ¬ come si àƒ¨ giunti alla valutazione degli effetti di essa sulle spiagge con il calcolo di parametri specifici, quali il run-up e il set-up. Le informazioni raccolte hanno dato una chiara lettura e una dettagliata caratterizzazione dellࢠintera fascia rivierasca compresa tra Salerno e Agropoli (SA) e soprattutto sono state la base per lࢠimplementazione di una nuova metodologia di analisi per la valutazione della vulnerabilitàƒÂ costiera. Il metodo ha permesso di realizzare una carta della vulnerabilitàƒÂ costiera potenziale, cosàƒ¬ come di effettuare valutazione e cartografie su range temporali piàƒ¹ ampi: infatti, considerando gli scenari previsti dallࢠIPCC (2007) su 25 e 50 anni, àƒ¨ stato possibile introdurre tali parametri e costruire carte della vulnerabilitàƒÂ costiera proiettata su tali anni. Di seguito si da una panoramica sulle operazioni e i risultati ottenuti mediante lࢠesecuzione delle singole fasi di lavoro. Lࢠanalisi comparata delle linee di costa ricavate dallࢠindagine aereo fotogrammetrica e cartografica ha messo in chiara evidenza che, durante il XX secolo, àƒ¨ possibile individuare almeno 3 fasi evolutive. La prima, che va dal 1870 al 1908, mostra una costa in progradazione, in modo particolare alle foci dei fiumi Sele, Tusciano e Picentino, con trend che raggiungono i 5,50 m/a. Tale fase sࢠinverte completamente durante il lasso cronologico compreso tra il 1908 e il 1984, con valori di arretramento che tendono ad accentuarsi tra il 1975 e il 1985 (si nota che la foce del F. Sele arretrava con un tasso di 7,7 m/a).I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/271484
URN:NBN:IT:UNIMOL-271484