Scopo di questo lavoro di tesi di Dottorato di Ricerca ਠvalutare l'effetto della tecnica agronomica e dell'ambiente pedo-climatico su sviluppo e resa quali-quantitativa finale di varietà  di frumento duro nazionale, testando nel contempo la loro adattabilità  alla coltivazione biologica. Prove di confronto fra biologico e convenzionale sono state condotte a Roma e Campobasso, mentre a Tarquinia (VT) sono state condotte solo prove in biologico. Sono state studiate 8 varietà  (Claudio, Creso, Dylan, Iride, Meridiano, Normanno, Saragolla, Svevo), utilizzando due diverse densità  di semina, 350 e 500 semi germinabili/m2. Inoltre, a Roma ਠstata condotta una prova con un unico, limitato apporto di fertilizzanti in pre-semina. Sono stati determinati alcuni parametri quali-quantitativi (peso di 1000 semi, data di spigatura, densità  di spighe per m2, altezza delle piante, resa in granella, contenuto proteico della granella, peso ettolitrico). I risultati sono stati sottoposti ad analisi della varianza (ANOVA). Inoltre, ਠstata eseguita una prova di confronto varietale a Ridgetown - Ontario, Canada, per valutare l'adattabilità  di varietà  italiane a tale ambiente pedoclimatico. Sono state testate 15 varietà  di frumento duro. Risultati produttivi di notevole livello, con medie campo nettamente superiori a 5 t/ha, sono stati raggiunti a Campobasso ed a Roma, sia in biologico che in convenzionale; a Tarquinia, per contro, sono state registrate rese in granella distanti dai valori conseguiti nelle altre due località  (media inferiore a 3 t/ha). Particolarmente buone le prestazioni di Meridiano e Iride, che hanno raggiunto produzioni intorno a 7 t/ha, mentre da sottolineare i risultati ottenuti da Claudio, interessanti per intensità  e stabilità  in tutti gli ambienti. Il contenuto proteico della granella ਠrisultato molto elevato a Roma, tanto in biologico che in convenzionale, con medie superiori al 13 % e valori particolarmente elevati fatti registrare da Svevo, Claudio e Dylan. A Campobasso, valori molto elevati sono stati individuati in convenzionale (media superiore al 15 %); anche in questo caso le varietà  migliori sono risultate Svevo, Claudio e Dylan. Per contro, nella località  molisana, la conduzione in biologico ha comportato una netta penalizzazione del tenore proteico, con valori anche inferiori a 10 %. A Tarquinia, il contenuto proteico delle cariossidi si ਠattestato su valori compresi tra 10 e 12 %, ed anche in questo caso Svevo ਠrisultata la cultivar migliore. La prova di concimazione condotta a Roma ha mostrato una penalizzazione marcata per quanto riguarda rese e tenori proteici nelle tesi a ridotto apporto azotato. L'interazione Varietà  x Concimazione non ਠrisultata significativa per quanto riguarda la resa, mentre lo ਠstata per il contenuto proteico. L'influenza della densità  di semina ਠstata scarsa, se si esclude una significatività  statistica su data di spigatura e peso di 1000 cariossidi (fanno eccezione Tarquinia e Roma in biologico). In conclusione, in tutte le località , l'analisi delle prove condotte a termine ha evidenziato come le caratteristiche dell'ambiente di coltivazione non consentano un aumento delle prestazioni produttive a seguito di un aumento della quantità  di semente impiegata. Roma si ਠrivelato un ambiente particolarmente fertile, tanto in biologico che in convenzionale, sia per rese che per livelli proteici; a Campobasso, le rese in biologico non sono risultate differenti da quelle in convenzionale, mentre il tenore proteico ਠrisultato particolarmente penalizzato. Tarquinia si ਠdimostrato un ambiente non adatto al raggiungimento di livelli produttivi e tenori proteici soddisfacenti in biologico. Per quanto riguarda i risultati ottenuti in Canada, 4 varietà  (Claudio, Arnacoris, Dylan e Duilio) hanno fatto registrare valori di resa non diversi statisticamente da quella ottenuta da OAC Amber, unica varietà  di frumento duro autunnale attualmente registrata in Canada.

Effetto della tecnica agronomica e dell'ambiente pedo-climatico su accrescimento e resa quali-quantitativa di varietà  di frumento duro

2013

Abstract

Scopo di questo lavoro di tesi di Dottorato di Ricerca ਠvalutare l'effetto della tecnica agronomica e dell'ambiente pedo-climatico su sviluppo e resa quali-quantitativa finale di varietà  di frumento duro nazionale, testando nel contempo la loro adattabilità  alla coltivazione biologica. Prove di confronto fra biologico e convenzionale sono state condotte a Roma e Campobasso, mentre a Tarquinia (VT) sono state condotte solo prove in biologico. Sono state studiate 8 varietà  (Claudio, Creso, Dylan, Iride, Meridiano, Normanno, Saragolla, Svevo), utilizzando due diverse densità  di semina, 350 e 500 semi germinabili/m2. Inoltre, a Roma ਠstata condotta una prova con un unico, limitato apporto di fertilizzanti in pre-semina. Sono stati determinati alcuni parametri quali-quantitativi (peso di 1000 semi, data di spigatura, densità  di spighe per m2, altezza delle piante, resa in granella, contenuto proteico della granella, peso ettolitrico). I risultati sono stati sottoposti ad analisi della varianza (ANOVA). Inoltre, ਠstata eseguita una prova di confronto varietale a Ridgetown - Ontario, Canada, per valutare l'adattabilità  di varietà  italiane a tale ambiente pedoclimatico. Sono state testate 15 varietà  di frumento duro. Risultati produttivi di notevole livello, con medie campo nettamente superiori a 5 t/ha, sono stati raggiunti a Campobasso ed a Roma, sia in biologico che in convenzionale; a Tarquinia, per contro, sono state registrate rese in granella distanti dai valori conseguiti nelle altre due località  (media inferiore a 3 t/ha). Particolarmente buone le prestazioni di Meridiano e Iride, che hanno raggiunto produzioni intorno a 7 t/ha, mentre da sottolineare i risultati ottenuti da Claudio, interessanti per intensità  e stabilità  in tutti gli ambienti. Il contenuto proteico della granella ਠrisultato molto elevato a Roma, tanto in biologico che in convenzionale, con medie superiori al 13 % e valori particolarmente elevati fatti registrare da Svevo, Claudio e Dylan. A Campobasso, valori molto elevati sono stati individuati in convenzionale (media superiore al 15 %); anche in questo caso le varietà  migliori sono risultate Svevo, Claudio e Dylan. Per contro, nella località  molisana, la conduzione in biologico ha comportato una netta penalizzazione del tenore proteico, con valori anche inferiori a 10 %. A Tarquinia, il contenuto proteico delle cariossidi si ਠattestato su valori compresi tra 10 e 12 %, ed anche in questo caso Svevo ਠrisultata la cultivar migliore. La prova di concimazione condotta a Roma ha mostrato una penalizzazione marcata per quanto riguarda rese e tenori proteici nelle tesi a ridotto apporto azotato. L'interazione Varietà  x Concimazione non ਠrisultata significativa per quanto riguarda la resa, mentre lo ਠstata per il contenuto proteico. L'influenza della densità  di semina ਠstata scarsa, se si esclude una significatività  statistica su data di spigatura e peso di 1000 cariossidi (fanno eccezione Tarquinia e Roma in biologico). In conclusione, in tutte le località , l'analisi delle prove condotte a termine ha evidenziato come le caratteristiche dell'ambiente di coltivazione non consentano un aumento delle prestazioni produttive a seguito di un aumento della quantità  di semente impiegata. Roma si ਠrivelato un ambiente particolarmente fertile, tanto in biologico che in convenzionale, sia per rese che per livelli proteici; a Campobasso, le rese in biologico non sono risultate differenti da quelle in convenzionale, mentre il tenore proteico ਠrisultato particolarmente penalizzato. Tarquinia si ਠdimostrato un ambiente non adatto al raggiungimento di livelli produttivi e tenori proteici soddisfacenti in biologico. Per quanto riguarda i risultati ottenuti in Canada, 4 varietà  (Claudio, Arnacoris, Dylan e Duilio) hanno fatto registrare valori di resa non diversi statisticamente da quella ottenuta da OAC Amber, unica varietà  di frumento duro autunnale attualmente registrata in Canada.
2013
it
Agricoltura biologica
Agricoltura convenzionale
Frumento duro
Resa
Settori Disciplinari MIUR::Scienze agrarie e veterinarie::AGRONOMIA E COLTIVAZIONI ERBACEE
Università degli Studi del Molise
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/271995
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMOL-271995