La presente tesi si volge ad analizzare il divieto di tortura in ambito internazionale, europeo e italiano. La tutela assicurata dal diritto internazionale si rivela in Italia, al cospetto della mancanza di una regolamentazione in ambito interno, completamente priva di efficacia. Gli Stati aderenti alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, in ragione della natura inderogabile e assoluta del divieto previsto nell'art. 3 di tale Convenzione, si devono impegnare a proteggere in modo effettivo l'integrità  fisica e la dignità  umana delle persone private della loro libertà  nel loro territorio. Per tanto in caso di violazione del divieto suddetto, gli Stati aderenti hanno il dovere di procedere ad indagini ufficiali, adeguate e approfondite che consentano di identificare e di punire le persone responsabili di tortura. Abbiamo riscontrato anche l'inadeguatezza delle carceri dove la tortura diventa, in sostanza, un dato di sistema collegato alla situazione disumana e degradante dei luoghi di detenzione: da qui l'ulteriore necessità  di aggiungere nel nostro ordinamento la fattispecie di tortura. Per quanto riguarda le discipline ed istituzioni particolarmente rigide nei confronti dei detenuti (come ad esempio il regime di cui all'art. 41 bis o.p.,gli opg, l'ergastolo, ecc), riteniamo che essi violino il divieto di praticare la tortura cui siamo costituzionalmente ed internazionalmente vincolati.

La rilevanza penale della tortura. Questioni tradizionali, istanze sovranazionali e prospettive di riforma

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2016

Abstract

La presente tesi si volge ad analizzare il divieto di tortura in ambito internazionale, europeo e italiano. La tutela assicurata dal diritto internazionale si rivela in Italia, al cospetto della mancanza di una regolamentazione in ambito interno, completamente priva di efficacia. Gli Stati aderenti alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, in ragione della natura inderogabile e assoluta del divieto previsto nell'art. 3 di tale Convenzione, si devono impegnare a proteggere in modo effettivo l'integrità  fisica e la dignità  umana delle persone private della loro libertà  nel loro territorio. Per tanto in caso di violazione del divieto suddetto, gli Stati aderenti hanno il dovere di procedere ad indagini ufficiali, adeguate e approfondite che consentano di identificare e di punire le persone responsabili di tortura. Abbiamo riscontrato anche l'inadeguatezza delle carceri dove la tortura diventa, in sostanza, un dato di sistema collegato alla situazione disumana e degradante dei luoghi di detenzione: da qui l'ulteriore necessità  di aggiungere nel nostro ordinamento la fattispecie di tortura. Per quanto riguarda le discipline ed istituzioni particolarmente rigide nei confronti dei detenuti (come ad esempio il regime di cui all'art. 41 bis o.p.,gli opg, l'ergastolo, ecc), riteniamo che essi violino il divieto di praticare la tortura cui siamo costituzionalmente ed internazionalmente vincolati.
2016
it
Categorie ISI-CRUI::Scienze giuridiche::Law
Convenzione europea diritti dell'uomo
Diritto penale
Diritto penale internazionale
Reato di tortura
Scienze giuridiche
Sentenza Torreggiani
Settori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::DIRITTO PENALE
Università degli Studi Roma Tre
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/272816
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA3-272816