In questo progetto di ricerca i principi e le tecniche della Geochimica degli isotopi stabili vengono applicati ad un particolare record paleoclimatico rappresentato dai reperti scheletrici fossili dei mammiferi terrestri: umani e animali. Su tale materiale ਠpossibile misurare, tra gli altri, i valori isotopici di C, N, e O nella frazione minerale (carbonato-idrossiapatite) e in quella organica (collagene) di ossa e denti. Questi parametri risultano per svariati motivi indicatori, diretti o indiretti, delle condizioni ambientali nelle quali gli organismi vivevano e possono quindi fornire importanti informazioni paleoclimatiche. Inoltre, permettono di ricostruire le paleo-diete e le economie di sussistenza, le quali, seppure indirettamente, ci consentono di analizzare le caratteristiche ambientali in contesti antichi. Alcuni di questi parametri poi, possono essere utilizzati per individuare la mobilità e le migrazioni degli individui magari in risposta ai cambiamenti climatici che influenzano tutta la biosfera. I campioni analizzati in questo studio provengono da una serie di siti della provincia di Parma e Piacenza, dal sito della Caverna delle Arene Candide (SV) e da quello di Masseria Candelaro (FG). Sono quindi rappresentate tre aree diverse: la Pianura Padana, un sito costiero dell'Italia Settentrionale e un sito dell'Italia Meridionale. Essi coprono l'intervallo cronologico che va dal Neolitico inferiore fino al Bronzo antico. Per questi campioni i valori del ?13C e del ?15N del collagene hanno indicato un tipo di copertura vegetale costituita essenzialmente da piante a ciclo fotosintetico C3, le quali sono indicative di climi temperati. In particolare per l'area della Pianura Padana vengono indicate condizioni di crescente umidità tra la I e la II fase VBQ, mentre si assiste ad un cambiamento verso una maggiore aridità ambientale nell'età del Bronzo antico. Le Arene Candide e Masseria Candelaro mostrano entrambe condizioni ambietali maggiormente aride durante il Neolitico medio rispetto ai siti emiliani. Inoltre, sono stati considerati anche una serie di reperti provenienti dalla località del Sudan Centrale di El Salha, i quali coprono un ampio intervallo cronologico che va da un periodo, definito su basi archeologiche, come pre-Mesolitico (> 9000 BP) fino al Meroitico. Per questi individui il valore del ?13C indica per il periodo pre-Mesolitico una dieta e, quindi, un tipo di copertura vegetale, costituita essenzialmente da piante a ciclo fotosintetico C4, le quali sono molto diffuse a queste latitudini e indicative di climi caldi. Nel corso delle epoche successive, dal Mesolitico al Meroitico, vengono introdotte anche piante C3. I valori del ?18O, correlati con il tasso di precipitazioni e con il grado di aridità ambientale, indicano condizioni di maggiore piovosità e umidità durante il pre-Mesolitico, probabilmente inquadrabile nel Periodo Umido Africano dell'inizio dell'Olocene, mentre si assiste ad una tendenza verso condizioni di maggiore aridità e minore quantità di pioggia durante i periodi successivi.
La geochimica isotopica applicata a reperti scheletrici fossili di mammiferi terrestri: considerazioni paleoclimatiche e paleoambientali
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2011
Abstract
In questo progetto di ricerca i principi e le tecniche della Geochimica degli isotopi stabili vengono applicati ad un particolare record paleoclimatico rappresentato dai reperti scheletrici fossili dei mammiferi terrestri: umani e animali. Su tale materiale ਠpossibile misurare, tra gli altri, i valori isotopici di C, N, e O nella frazione minerale (carbonato-idrossiapatite) e in quella organica (collagene) di ossa e denti. Questi parametri risultano per svariati motivi indicatori, diretti o indiretti, delle condizioni ambientali nelle quali gli organismi vivevano e possono quindi fornire importanti informazioni paleoclimatiche. Inoltre, permettono di ricostruire le paleo-diete e le economie di sussistenza, le quali, seppure indirettamente, ci consentono di analizzare le caratteristiche ambientali in contesti antichi. Alcuni di questi parametri poi, possono essere utilizzati per individuare la mobilità e le migrazioni degli individui magari in risposta ai cambiamenti climatici che influenzano tutta la biosfera. I campioni analizzati in questo studio provengono da una serie di siti della provincia di Parma e Piacenza, dal sito della Caverna delle Arene Candide (SV) e da quello di Masseria Candelaro (FG). Sono quindi rappresentate tre aree diverse: la Pianura Padana, un sito costiero dell'Italia Settentrionale e un sito dell'Italia Meridionale. Essi coprono l'intervallo cronologico che va dal Neolitico inferiore fino al Bronzo antico. Per questi campioni i valori del ?13C e del ?15N del collagene hanno indicato un tipo di copertura vegetale costituita essenzialmente da piante a ciclo fotosintetico C3, le quali sono indicative di climi temperati. In particolare per l'area della Pianura Padana vengono indicate condizioni di crescente umidità tra la I e la II fase VBQ, mentre si assiste ad un cambiamento verso una maggiore aridità ambientale nell'età del Bronzo antico. Le Arene Candide e Masseria Candelaro mostrano entrambe condizioni ambietali maggiormente aride durante il Neolitico medio rispetto ai siti emiliani. Inoltre, sono stati considerati anche una serie di reperti provenienti dalla località del Sudan Centrale di El Salha, i quali coprono un ampio intervallo cronologico che va da un periodo, definito su basi archeologiche, come pre-Mesolitico (> 9000 BP) fino al Meroitico. Per questi individui il valore del ?13C indica per il periodo pre-Mesolitico una dieta e, quindi, un tipo di copertura vegetale, costituita essenzialmente da piante a ciclo fotosintetico C4, le quali sono molto diffuse a queste latitudini e indicative di climi caldi. Nel corso delle epoche successive, dal Mesolitico al Meroitico, vengono introdotte anche piante C3. I valori del ?18O, correlati con il tasso di precipitazioni e con il grado di aridità ambientale, indicano condizioni di maggiore piovosità e umidità durante il pre-Mesolitico, probabilmente inquadrabile nel Periodo Umido Africano dell'inizio dell'Olocene, mentre si assiste ad una tendenza verso condizioni di maggiore aridità e minore quantità di pioggia durante i periodi successivi.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/273036
URN:NBN:IT:UNIPR-273036