La tesi si articola in quattro parti e tenta di illustrare da un lato come l'empirismo e l'intuizione abbiano storicamente giocato un ruolo determinante per lo sviluppo delle forme architettoniche, dall'altro come questi fattori continuino a rappresentare lo strumento primario e fondamentale per la riuscita di ogni intervento di consolidamento che si rende necessario sul costruito premoderno, anche alla luce delle recenti disposizioni introdotte dalla normativa italiana, che nel tentativo di coniugare la sicurezza e la conservazione del patrimonio architettonico storico si rivela all'avanguardia nel mondo. Nell'introduzione si sottolinea l'importanza della comprensione del rapporto tra forma, resistenza e stabilità degli edifici esistenti, al fine di identificarne il comportamento strutturale, i rischi di dissesto e i metodi di approccio pi๠adatti alla loro conservazione. Nel primo capitolo viene analizzata l'opera dei cosiddetti †œpionieri†� francesi della pietra armata, e l'evoluzione delle soluzioni tecniche adottate per contribuire al rinnovamento delle forme architettoniche tramite una conoscenza empirica della statica delle costruzioni. Nel secondo capitolo, sulla base delle considerazioni emerse, si espone il contributo personale fornito nell'ambito di uno studio multidisciplinare che si ਠproposto di indagare il comportamento strutturale del Panthà©on di Parigi e le cause dei dissesti che l'edificio presenta. La metodologia di indagine utilizzata ha dimostrato che nell'ambito degli edifici esistenti, l'esperienza e l'osservazione diretta della realtà , ovvero i presupposti su cui si basa la conoscenza empirica, costituiscono tuttora un valido strumento col quale provvedere alla comprensione delle problematiche strutturali, anche attraverso le informazioni desunte dai moderni strumenti di indagine; questa consapevolezza consente di ridurre al minimo gli interventi sul costruito garantendo al contempo la sicurezza e la conservazione delle strutture antiche. Volendo disporsi su una linea di continuità che sia pi๠prossima ai giorni nostri, con il terzo capitolo ci si interroga infine sull'opportunità di collegare gli atteggiamenti progettuali di Jean-Baptiste Rondelet e Pier Luigi Nervi, definendo un possibile percorso di †œpermanenza culturale†� che puಠessere individuato nel parallelismo tra il rinnovamento apportato alle forme dell'architettura nella Francia del XVIII secolo, attraverso l'utilizzo del ferro nelle pietre, ed il periodo di simili innovazioni dovute alla sostituzione della pietra naturale con quella artificiale: il calcestruzzo di cemento. Nonostante le conquiste scientifiche e tecnologiche ottenute con la rivoluzione industriale abbiano profondamente mutato il modo di intendere e vedere l'architettura, il ruolo della sensibilità statica rimane tuttavia fondamentale anche al tempo di Nervi, e rappresenta l'essenza della concezione di nuove forme strutturali. Qualunque idea di struttura viene guidata dalle regole della statica, le quali sussistono da sempre, prima ancora che esse vengano coscientemente comprese; le forme del costruire sono pi๠spesso la conseguenza di intuizioni o di innovazioni tecnologiche che il frutto di modifiche dell'estetica o di fattori culturali. La sistemazione scientifica delle problematiche strutturali esordisce esattamente con il passaggio dalla geometria come dogma formale alla comprensione del comportamento meccanico dei materiali e delle forme ad essa correlate: Rondelet ha dimostrato di comprendere a pieno questo concetto, mentre Nervi ha dimostrato che il concepimento di forme †œnuove†� debba agire da stimolo nei confronti della sistemazione teorica dei problemi, e non al contrario essere avvertito come un limite al suo sviluppo.
Il ferro nelle architetture francesi in pietra del XVIII secolo. Metodi empirici e numerici per la comprensione e la conservazione.
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2011
Abstract
La tesi si articola in quattro parti e tenta di illustrare da un lato come l'empirismo e l'intuizione abbiano storicamente giocato un ruolo determinante per lo sviluppo delle forme architettoniche, dall'altro come questi fattori continuino a rappresentare lo strumento primario e fondamentale per la riuscita di ogni intervento di consolidamento che si rende necessario sul costruito premoderno, anche alla luce delle recenti disposizioni introdotte dalla normativa italiana, che nel tentativo di coniugare la sicurezza e la conservazione del patrimonio architettonico storico si rivela all'avanguardia nel mondo. Nell'introduzione si sottolinea l'importanza della comprensione del rapporto tra forma, resistenza e stabilità degli edifici esistenti, al fine di identificarne il comportamento strutturale, i rischi di dissesto e i metodi di approccio pi๠adatti alla loro conservazione. Nel primo capitolo viene analizzata l'opera dei cosiddetti †œpionieri†� francesi della pietra armata, e l'evoluzione delle soluzioni tecniche adottate per contribuire al rinnovamento delle forme architettoniche tramite una conoscenza empirica della statica delle costruzioni. Nel secondo capitolo, sulla base delle considerazioni emerse, si espone il contributo personale fornito nell'ambito di uno studio multidisciplinare che si ਠproposto di indagare il comportamento strutturale del Panthà©on di Parigi e le cause dei dissesti che l'edificio presenta. La metodologia di indagine utilizzata ha dimostrato che nell'ambito degli edifici esistenti, l'esperienza e l'osservazione diretta della realtà , ovvero i presupposti su cui si basa la conoscenza empirica, costituiscono tuttora un valido strumento col quale provvedere alla comprensione delle problematiche strutturali, anche attraverso le informazioni desunte dai moderni strumenti di indagine; questa consapevolezza consente di ridurre al minimo gli interventi sul costruito garantendo al contempo la sicurezza e la conservazione delle strutture antiche. Volendo disporsi su una linea di continuità che sia pi๠prossima ai giorni nostri, con il terzo capitolo ci si interroga infine sull'opportunità di collegare gli atteggiamenti progettuali di Jean-Baptiste Rondelet e Pier Luigi Nervi, definendo un possibile percorso di †œpermanenza culturale†� che puಠessere individuato nel parallelismo tra il rinnovamento apportato alle forme dell'architettura nella Francia del XVIII secolo, attraverso l'utilizzo del ferro nelle pietre, ed il periodo di simili innovazioni dovute alla sostituzione della pietra naturale con quella artificiale: il calcestruzzo di cemento. Nonostante le conquiste scientifiche e tecnologiche ottenute con la rivoluzione industriale abbiano profondamente mutato il modo di intendere e vedere l'architettura, il ruolo della sensibilità statica rimane tuttavia fondamentale anche al tempo di Nervi, e rappresenta l'essenza della concezione di nuove forme strutturali. Qualunque idea di struttura viene guidata dalle regole della statica, le quali sussistono da sempre, prima ancora che esse vengano coscientemente comprese; le forme del costruire sono pi๠spesso la conseguenza di intuizioni o di innovazioni tecnologiche che il frutto di modifiche dell'estetica o di fattori culturali. La sistemazione scientifica delle problematiche strutturali esordisce esattamente con il passaggio dalla geometria come dogma formale alla comprensione del comportamento meccanico dei materiali e delle forme ad essa correlate: Rondelet ha dimostrato di comprendere a pieno questo concetto, mentre Nervi ha dimostrato che il concepimento di forme †œnuove†� debba agire da stimolo nei confronti della sistemazione teorica dei problemi, e non al contrario essere avvertito come un limite al suo sviluppo.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/273122
URN:NBN:IT:UNIPR-273122