Premesse: la sensibilizzazione e la dermatite allergica da contatto da nichel, cobalto e cromati sono frequenti nella popolazione generale e in alcune categorie professionali. La loro prevalenza ਠinfluenzata dall'età , dal genere e da fattori geografici e storici. Il patch test ਠla metodica di scelta per la diagnosi della sensibilizzazione da contatto. Scopi: (i) valutare la prevalenza della sensibilizzazione a nichel, cromati e cobalto (sia come sensibilizzazioni isolate che coesistenti) in un gruppo di pazienti consecutivi; (ii) valutare le possibili associazioni con fattori di rischio individuali e professionali; (iii) analizzare l'andamento temporale dell'allergia cutanea a nichel, cromati e cobalto nel periodo 1996-2010 nel Nord Est d'Italia e (iv) studiare le eventuali associazioni tra l'attività  lavorativa di †œwet workers†� e di sanitari e le sensibilizzazioni al patch test. Inoltre, (v) abbiamo verificato se il profilo di espressione di sei geni fosse in relazione all'esposizione e/o alla sensibilizzazione a nichel e se fosse in grado di predire le manifestazioni allergiche da nichel. Pazienti/metodi: 19666 pazienti (67.3% donne e 32.7% uomini) con sospetta dermatite allergica da contatto si sono sottoposti a patch test con la serie standard Europea, tra il 1996 e il 2010. Il numero di soggetti inclusi nei vari studi variava da 9971 a 19088. Le associazioni tra i risultati dei patch test e le professioni sono state indagate tramite regressione logistica multivariata. Inoltre sono stati studiati i livelli di espressione di mRNA di sei geni coinvolti nella crescita cellulare (Pim-1 e ETS2), metabolismo/sintesi (HSD11B1 e PRDX4), apoptosi (CASP8) e comunicazione cellulare (CISH),utilizzando la tecnica real-time RT-PCR quantitativa in un gruppo di 110 soggetti (51 controlli, 23 professionalmente esposti a nichel e 36 pazienti allergici a nichel). Risultati: il 25.4% del totale dei pazienti inclusi nello studio (32.5% delle donne e il 10.8% degli uomini) era sensibilizzato a nichel, il 9.9% al cobalto (10.8% delle donne e 7.9% degli uomini) e l'8.1% ai cromati (7.5% delle donne e 9.2% degli uomini). La prevalenza di sensibilizzazione a nichel nel gruppo delle giovani donne (? 26 anni) ਠdiminuito dal 38.3% (1996-1998) al 31.9% (2002-2004), al 28.3% (2005-2007) e al 29.0% (2008-2010), mentre, si ਠosservato un incremento nelle donne con età  compresa tra i 36 e i 45 anni e tra i 46 e i 58 anni. La prevalenza complessiva dell'allergia a cromati ਠcalata dal 10.2% (1996-1998) al 4.6 (2008-2010) nelle donne e dall'11.3% (1996-1998) al 5.9 (2008-2010) negli uomini. Nelle donne, la prevalenza di sensibilizzazioni al nichel era associata positivamente al lavoro nell'ambito della meccanica e metalmeccanica (OR 1.54; 95% CI 1.16-2.05). La sensibilizzazione a cromati era pi๠frequente tra i lavoratori dell'edilizia sia nelle donne (OR 1.58; 95% CI 1.00-2.49) che negli uomini (OR 2.24; 95% CI 1.55-3.22). La sensibilizzazione a cobalto era associata all'attività  nell'ambito delle lavorazioni tessili e del cuoio nelle donne (OR 1.52; 95% CI 1.09-2.12) e con l'attività  di pulizia negli uomini (OR 1.86; 95% CI 1.18-2.93). L'attività  in edilizia e nell'industria delle costruzioni ha dimostrato delle reazioni positive a cromati-nichel (OR 1.99; 95% CI 1.05-3.76) e a cromato-cobalto (OR 2.61; 95% CI 1.46-4.67). Gli addetti alle pulizie avevano un'elevata prevalenza di co-sensibilizzazioni a nichel, cromati, nichel-cromati e nichel-cobalto-cromati (ORs 1.29, 1.66, 2.11 e 1.79, rispettivamente). La sensibilizzazione a cromati e nichel erano significativamente pi๠elevate nei †œwet workers†� (addetti alle pulizie e baristi). Abbiamo poi dimostrato una significativa associazione tra il lavoro in sanità  e la dermatite localizzata a mani/avambracci, ma i nostri risultati non hanno confermato una particolare rilevanza della sensibilizzazione a nichel nei sanitari. Inoltre, lo studio sui livelli di espressione di sei geni in 110 soggetti (controlli, lavoratori professionalmente esposti a nichel e pazienti allergici a nichel), ha dimostrato che i livelli di espressione dei geni analizzati non differiscono significativamente tra i pazienti allergici e i controlli, mentre sono stati riscontrati livelli di espressione pi๠elevati di ETS2 e di CASP8 nei professionalmente esposti a nichel. Discussione: i nostri studi hanno dimostrato una diminuita prevalenza di sensibilizzazione a nichel nel gruppo delle donne di pi๠giovane età ; tale dato potrebbe rappresentare l'effetto (il primo osservato in Italia, anche se in ritardo rispetto ad altri Paesi europei), del recepimento delle norme di regolamentazione del nichel nel nostro Paese. Un andamento in calo della prevalenza di tale allergia cutanea ਠstato infatti riportato da altri autori in Paesi dove tali disposizioni sono applicate da pi๠tempo. Al contrario, negli ultimi anni, si ਠosservato un numero maggiore di patch test positivi al nichel nel gruppo delle donne con età  compresa tra i 36 e i 58 anni (e che forse si sono sensibilizzate in epoca precedente all'applicazione della Direttiva Nichel). Il trend in discesa dell'allergia a cromati (osservato nel periodo 1996-2010), potrebbe invece essere dovuto all'aggiunta di solfato ferroso al cemento (EU Directive 2003/53/EC), che causa una riduzione del cromo esavalente a cromo trivalente (dotato di capacità  di penetrazione cutanea molto minore) e alle migliorate condizioni lavorative. I cromati nel cemento costituiscono un importante aptene in grado di determinare dermatiti allergiche da contatto di tipo professionale tra i lavoratori dell'industria delle costruzioni. Come atteso e in accordo con studi precedenti, i nostri dati hanno dimostrato che la sensibilizzazione a cromati (sia isolate che in associazione al nichel e al cobalto), era associata con l'attività  lavorativa nell'edilizia in entrambi i generi. àˆ stato poi trovato un aumentato rischio di allergia al nichel tra i lavoratori della meccanica e metalmeccanica, in accordo con studi precedenti secondo i quali il nichel rilasciato dagli oggetti metallici sarebbe sufficiente a indurre la sensibilizzazione e ad elicitare una dermatite allergica da contatto professionale. Inoltre, l'allergia a nichel e cromati erano significativamente pi๠frequenti tra i †œwet workers†� (addetti alle pulizie e baristi). Tali lavoratori hanno un aumentato rischio di sviluppare una dermatite professionale da contatto, probabilmente a causa dell'esposizione ad acqua e ad irritanti e ad una barriera cutanea danneggiata che potrebbe determinare una aumentata permeazione di metalli (presenti in oggetti usati comunemente nell'ambito lavorativo o nei detergenti). La co-sensibilizzazione a nichel, cromati e cobalto ਠassociata a forme pi๠severe e croniche di dermatite e potrebbe essere correlata ad alcune esposizioni professionali. Per tale ragione risulta particolarmente importante minimizzare il rischio di sviluppare sensibilizzazioni multiple, soprattutto in ambito lavorativo. Nello studio sulle espressioni geniche, le variazioni di espressione di ETS2 e CASP8 sembravano essere correlate all'esposizione a nichel piuttosto che all'allergia e potrebbero essere interpretate come un segno di reazione immunologica al metallo. Tali riscontri possono essere spiegati come una sorta di effetto di †œprotezione†� in grado di prevenire o inibire la sensibilizzazione al nichel. Conclusioni: le nostre indagini hanno dimostrato interessanti associazioni tra alcune professioni e l'allergia a nichel, cromati e cobalto. Sono state inoltre evidenziate fluttuazioni temporali con un trend in diminuzione sia per l'allergia al nichel (solo nel gruppo delle donne pi๠giovani) che ai cromati, probabile effetto dell'introduzione in Italia delle norme Europee che ne regolamentano l'utilizzo.

Allergia cutanea a nichel, cobalto, cromati ed espressioni geniche in gruppi professionali

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2012

Abstract

Premesse: la sensibilizzazione e la dermatite allergica da contatto da nichel, cobalto e cromati sono frequenti nella popolazione generale e in alcune categorie professionali. La loro prevalenza ਠinfluenzata dall'età , dal genere e da fattori geografici e storici. Il patch test ਠla metodica di scelta per la diagnosi della sensibilizzazione da contatto. Scopi: (i) valutare la prevalenza della sensibilizzazione a nichel, cromati e cobalto (sia come sensibilizzazioni isolate che coesistenti) in un gruppo di pazienti consecutivi; (ii) valutare le possibili associazioni con fattori di rischio individuali e professionali; (iii) analizzare l'andamento temporale dell'allergia cutanea a nichel, cromati e cobalto nel periodo 1996-2010 nel Nord Est d'Italia e (iv) studiare le eventuali associazioni tra l'attività  lavorativa di †œwet workers†� e di sanitari e le sensibilizzazioni al patch test. Inoltre, (v) abbiamo verificato se il profilo di espressione di sei geni fosse in relazione all'esposizione e/o alla sensibilizzazione a nichel e se fosse in grado di predire le manifestazioni allergiche da nichel. Pazienti/metodi: 19666 pazienti (67.3% donne e 32.7% uomini) con sospetta dermatite allergica da contatto si sono sottoposti a patch test con la serie standard Europea, tra il 1996 e il 2010. Il numero di soggetti inclusi nei vari studi variava da 9971 a 19088. Le associazioni tra i risultati dei patch test e le professioni sono state indagate tramite regressione logistica multivariata. Inoltre sono stati studiati i livelli di espressione di mRNA di sei geni coinvolti nella crescita cellulare (Pim-1 e ETS2), metabolismo/sintesi (HSD11B1 e PRDX4), apoptosi (CASP8) e comunicazione cellulare (CISH),utilizzando la tecnica real-time RT-PCR quantitativa in un gruppo di 110 soggetti (51 controlli, 23 professionalmente esposti a nichel e 36 pazienti allergici a nichel). Risultati: il 25.4% del totale dei pazienti inclusi nello studio (32.5% delle donne e il 10.8% degli uomini) era sensibilizzato a nichel, il 9.9% al cobalto (10.8% delle donne e 7.9% degli uomini) e l'8.1% ai cromati (7.5% delle donne e 9.2% degli uomini). La prevalenza di sensibilizzazione a nichel nel gruppo delle giovani donne (? 26 anni) ਠdiminuito dal 38.3% (1996-1998) al 31.9% (2002-2004), al 28.3% (2005-2007) e al 29.0% (2008-2010), mentre, si ਠosservato un incremento nelle donne con età  compresa tra i 36 e i 45 anni e tra i 46 e i 58 anni. La prevalenza complessiva dell'allergia a cromati ਠcalata dal 10.2% (1996-1998) al 4.6 (2008-2010) nelle donne e dall'11.3% (1996-1998) al 5.9 (2008-2010) negli uomini. Nelle donne, la prevalenza di sensibilizzazioni al nichel era associata positivamente al lavoro nell'ambito della meccanica e metalmeccanica (OR 1.54; 95% CI 1.16-2.05). La sensibilizzazione a cromati era pi๠frequente tra i lavoratori dell'edilizia sia nelle donne (OR 1.58; 95% CI 1.00-2.49) che negli uomini (OR 2.24; 95% CI 1.55-3.22). La sensibilizzazione a cobalto era associata all'attività  nell'ambito delle lavorazioni tessili e del cuoio nelle donne (OR 1.52; 95% CI 1.09-2.12) e con l'attività  di pulizia negli uomini (OR 1.86; 95% CI 1.18-2.93). L'attività  in edilizia e nell'industria delle costruzioni ha dimostrato delle reazioni positive a cromati-nichel (OR 1.99; 95% CI 1.05-3.76) e a cromato-cobalto (OR 2.61; 95% CI 1.46-4.67). Gli addetti alle pulizie avevano un'elevata prevalenza di co-sensibilizzazioni a nichel, cromati, nichel-cromati e nichel-cobalto-cromati (ORs 1.29, 1.66, 2.11 e 1.79, rispettivamente). La sensibilizzazione a cromati e nichel erano significativamente pi๠elevate nei †œwet workers†� (addetti alle pulizie e baristi). Abbiamo poi dimostrato una significativa associazione tra il lavoro in sanità  e la dermatite localizzata a mani/avambracci, ma i nostri risultati non hanno confermato una particolare rilevanza della sensibilizzazione a nichel nei sanitari. Inoltre, lo studio sui livelli di espressione di sei geni in 110 soggetti (controlli, lavoratori professionalmente esposti a nichel e pazienti allergici a nichel), ha dimostrato che i livelli di espressione dei geni analizzati non differiscono significativamente tra i pazienti allergici e i controlli, mentre sono stati riscontrati livelli di espressione pi๠elevati di ETS2 e di CASP8 nei professionalmente esposti a nichel. Discussione: i nostri studi hanno dimostrato una diminuita prevalenza di sensibilizzazione a nichel nel gruppo delle donne di pi๠giovane età ; tale dato potrebbe rappresentare l'effetto (il primo osservato in Italia, anche se in ritardo rispetto ad altri Paesi europei), del recepimento delle norme di regolamentazione del nichel nel nostro Paese. Un andamento in calo della prevalenza di tale allergia cutanea ਠstato infatti riportato da altri autori in Paesi dove tali disposizioni sono applicate da pi๠tempo. Al contrario, negli ultimi anni, si ਠosservato un numero maggiore di patch test positivi al nichel nel gruppo delle donne con età  compresa tra i 36 e i 58 anni (e che forse si sono sensibilizzate in epoca precedente all'applicazione della Direttiva Nichel). Il trend in discesa dell'allergia a cromati (osservato nel periodo 1996-2010), potrebbe invece essere dovuto all'aggiunta di solfato ferroso al cemento (EU Directive 2003/53/EC), che causa una riduzione del cromo esavalente a cromo trivalente (dotato di capacità  di penetrazione cutanea molto minore) e alle migliorate condizioni lavorative. I cromati nel cemento costituiscono un importante aptene in grado di determinare dermatiti allergiche da contatto di tipo professionale tra i lavoratori dell'industria delle costruzioni. Come atteso e in accordo con studi precedenti, i nostri dati hanno dimostrato che la sensibilizzazione a cromati (sia isolate che in associazione al nichel e al cobalto), era associata con l'attività  lavorativa nell'edilizia in entrambi i generi. àˆ stato poi trovato un aumentato rischio di allergia al nichel tra i lavoratori della meccanica e metalmeccanica, in accordo con studi precedenti secondo i quali il nichel rilasciato dagli oggetti metallici sarebbe sufficiente a indurre la sensibilizzazione e ad elicitare una dermatite allergica da contatto professionale. Inoltre, l'allergia a nichel e cromati erano significativamente pi๠frequenti tra i †œwet workers†� (addetti alle pulizie e baristi). Tali lavoratori hanno un aumentato rischio di sviluppare una dermatite professionale da contatto, probabilmente a causa dell'esposizione ad acqua e ad irritanti e ad una barriera cutanea danneggiata che potrebbe determinare una aumentata permeazione di metalli (presenti in oggetti usati comunemente nell'ambito lavorativo o nei detergenti). La co-sensibilizzazione a nichel, cromati e cobalto ਠassociata a forme pi๠severe e croniche di dermatite e potrebbe essere correlata ad alcune esposizioni professionali. Per tale ragione risulta particolarmente importante minimizzare il rischio di sviluppare sensibilizzazioni multiple, soprattutto in ambito lavorativo. Nello studio sulle espressioni geniche, le variazioni di espressione di ETS2 e CASP8 sembravano essere correlate all'esposizione a nichel piuttosto che all'allergia e potrebbero essere interpretate come un segno di reazione immunologica al metallo. Tali riscontri possono essere spiegati come una sorta di effetto di †œprotezione†� in grado di prevenire o inibire la sensibilizzazione al nichel. Conclusioni: le nostre indagini hanno dimostrato interessanti associazioni tra alcune professioni e l'allergia a nichel, cromati e cobalto. Sono state inoltre evidenziate fluttuazioni temporali con un trend in diminuzione sia per l'allergia al nichel (solo nel gruppo delle donne pi๠giovani) che ai cromati, probabile effetto dell'introduzione in Italia delle norme Europee che ne regolamentano l'utilizzo.
2012
Italiano
CASP8
chromate
cobalt
dermatitis
ETS2
nickel
occupation
patch test
Università degli Studi di Parma
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPR-273233