RIASSUNTO: La risposta infiammatoria ਠuna componente essenziale nel processo di guarigione ma se sovrabbondante e non controllata, puಠrivelarsi deleteria. Durante un infarto acuto del miocardio, un'improvvisa ostruzione del flusso coronarico comporta un danno ischemico con conseguente morte dei cardiomiociti. L'attivazione della risposta immunitaria innata, induce il rilascio di citochine e chemochine che, coordinando il reclutamento delle cellule infiammatorie, porta alla risoluzione del processo infiammatorio. Quando le cellule subiscono un danno necrotico, la pro-Interleukina-1? (pro-IL-1?) viene immediatamente rilasciata come segnale di †œallarme†� e attivando le cellule contigue, dà  inizio al processo infiammatorio. Differentemente dall'IL-1?, la pro-IL-1? ਠda subito attiva nella sua proforma. Il rilascio di pro-IL-1? ਠcosଠda considerarsi uno degli eventi iniziatori che guidano la risposta infiammatoria nel sito di danno. La successiva formazione dell'inflammosoma nei leucociti e nelle cellule residenti ਠcosଠda considerarsi l'evento chiave che porta all'amplificazione dell'intero processo. A tal fine, abbiamo ipotizzato che il rilascio di IL-1? in seguito alla morte dei cardiomiociti per ischemia porti ad una attivazione del inflammosoma esacerbando l'estensione dell'infarto durante la fase di riperfusione dell'organo. In questo studio, abbiamo investigato l'abilità  di IL-1? di indurre morte cellulare mediata dall'inflammosoma. IL-1? esogena, in combinazione con ATP (5mM) ਠstata aggiunta al medium di coltura di cellule HL-1 (linea tumorale di cardiomiociti atriali di topo), NIH 3T3 (fibroblasti murini) e J774A.1 (macrofagi murini) per testare l'abilità  di indurre l'attivazione dell'inflammosoma. L'aggiunta di IL-1? esogena (100 ng/ml) al medium di coltura delle cellule HL-1 ha indotto mortalità  cellulare 6 volte maggiore rispetto ai controlli (P<0.05). Questo effetto non ਠrisultato apprezzabile nà© nei macrofagi nà© nei fibroblasti coltivati. In condizioni di ipossia simulata, della durata di 6 ore, l'aggiunta di un anticorpo bloccante gli effetti dell'IL-1? (50ng/ml) al medium di coltura di cellule HL-1 ha significativamente diminuito la morte cellulare del 50% (P<0.001). Questo effetto supporta l'ipotesi che IL-1? agisca da iniziatrice del segnale di attivazione dell'inflammosoma NLRP3. Basandoci su questi risultati, abbiamo deciso di testare l'utilizzo dell'anticorpo anti- IL-1? in un modello in-vivo di ischemia e riperfusione nel topo. Abbiamo somministrato l'anticorpo anti IL-1? al momento della riperfusione in via intraperitoneale alla dose di 15?/kg, in un volume di 100?l. Il danno da ischemia e riperfusione comporta un'attivazione dell'inflammosoma che ਠstata ridotta del 50% mediante somministrazione dell'anticorpo (P=0.03 comparato al veicolo).In aggiunta, il bloccaggio dell'attività  dell'IL-1? ha ridotto l'area infartuale (-52% dell'infarto, espresso come % dell'area a rischio, e riduzione del 79% del rilascio di troponina I cardiaca, P=0.001 comparato al veicolo) preservando la frazione di accorciamento del ventricolo sinistro (31 ± 3 % vs. 25 ± 2% P<0.001 comparato al veicolo).Queste evidenze mostrano come l'inibizione dell'attività  dell'IL-1? dopo danno da ischemia e riperfusione nel topo, riduca l'estensione dell'infarto migliorando la funzione contrattile del ventricolo sinistro. L'inibizione dell'IL-1? potrebbe quindi, in futuro, rappresentare una nuova strategia terapeutica per la riduzione del danno da ischemia e riperfusione.

Riduzione del danno al miocardio da ischemia-riperfusione inibendo l'Interleukina-1 alpha

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2018

Abstract

RIASSUNTO: La risposta infiammatoria ਠuna componente essenziale nel processo di guarigione ma se sovrabbondante e non controllata, puಠrivelarsi deleteria. Durante un infarto acuto del miocardio, un'improvvisa ostruzione del flusso coronarico comporta un danno ischemico con conseguente morte dei cardiomiociti. L'attivazione della risposta immunitaria innata, induce il rilascio di citochine e chemochine che, coordinando il reclutamento delle cellule infiammatorie, porta alla risoluzione del processo infiammatorio. Quando le cellule subiscono un danno necrotico, la pro-Interleukina-1? (pro-IL-1?) viene immediatamente rilasciata come segnale di †œallarme†� e attivando le cellule contigue, dà  inizio al processo infiammatorio. Differentemente dall'IL-1?, la pro-IL-1? ਠda subito attiva nella sua proforma. Il rilascio di pro-IL-1? ਠcosଠda considerarsi uno degli eventi iniziatori che guidano la risposta infiammatoria nel sito di danno. La successiva formazione dell'inflammosoma nei leucociti e nelle cellule residenti ਠcosଠda considerarsi l'evento chiave che porta all'amplificazione dell'intero processo. A tal fine, abbiamo ipotizzato che il rilascio di IL-1? in seguito alla morte dei cardiomiociti per ischemia porti ad una attivazione del inflammosoma esacerbando l'estensione dell'infarto durante la fase di riperfusione dell'organo. In questo studio, abbiamo investigato l'abilità  di IL-1? di indurre morte cellulare mediata dall'inflammosoma. IL-1? esogena, in combinazione con ATP (5mM) ਠstata aggiunta al medium di coltura di cellule HL-1 (linea tumorale di cardiomiociti atriali di topo), NIH 3T3 (fibroblasti murini) e J774A.1 (macrofagi murini) per testare l'abilità  di indurre l'attivazione dell'inflammosoma. L'aggiunta di IL-1? esogena (100 ng/ml) al medium di coltura delle cellule HL-1 ha indotto mortalità  cellulare 6 volte maggiore rispetto ai controlli (P<0.05). Questo effetto non ਠrisultato apprezzabile nà© nei macrofagi nà© nei fibroblasti coltivati. In condizioni di ipossia simulata, della durata di 6 ore, l'aggiunta di un anticorpo bloccante gli effetti dell'IL-1? (50ng/ml) al medium di coltura di cellule HL-1 ha significativamente diminuito la morte cellulare del 50% (P<0.001). Questo effetto supporta l'ipotesi che IL-1? agisca da iniziatrice del segnale di attivazione dell'inflammosoma NLRP3. Basandoci su questi risultati, abbiamo deciso di testare l'utilizzo dell'anticorpo anti- IL-1? in un modello in-vivo di ischemia e riperfusione nel topo. Abbiamo somministrato l'anticorpo anti IL-1? al momento della riperfusione in via intraperitoneale alla dose di 15?/kg, in un volume di 100?l. Il danno da ischemia e riperfusione comporta un'attivazione dell'inflammosoma che ਠstata ridotta del 50% mediante somministrazione dell'anticorpo (P=0.03 comparato al veicolo).In aggiunta, il bloccaggio dell'attività  dell'IL-1? ha ridotto l'area infartuale (-52% dell'infarto, espresso come % dell'area a rischio, e riduzione del 79% del rilascio di troponina I cardiaca, P=0.001 comparato al veicolo) preservando la frazione di accorciamento del ventricolo sinistro (31 ± 3 % vs. 25 ± 2% P<0.001 comparato al veicolo).Queste evidenze mostrano come l'inibizione dell'attività  dell'IL-1? dopo danno da ischemia e riperfusione nel topo, riduca l'estensione dell'infarto migliorando la funzione contrattile del ventricolo sinistro. L'inibizione dell'IL-1? potrebbe quindi, in futuro, rappresentare una nuova strategia terapeutica per la riduzione del danno da ischemia e riperfusione.
2018
Italiano
Acute Myocardial Infarction
Heart Failure
Inflammation
Interleukin-1 alpha
Ischemia-Reperfusion Injury
Università degli Studi di Parma
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/273235
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPR-273235