Oggetto della ricerca ਠl'analisi della gestione del conflitto sindacale nelle relazioni industriali nell'Unione europea, e in particolare l'assenza del riconoscimento dello sciopero tra le materie legislative di competenza della Comunità europea. Lo studio ਠstrutturato in tre capitoli. Il primo ਠdedicato all'esame degli aspetti fondamentali del sistema di relazioni industriali in Europa; in particolare vengono ripercorse le tappe dell'evoluzione del dialogo sociale, i principali attori e regole, le differenti modalità di organizzazione delle parti sociali, le forme di partecipazione dei lavoratori nonchà© il sistema delle relazioni industriali nell'Unione Europea. Il secondo capitolo ਠincentrato sul tema del riconoscimento all'interno dei diritti sociali fondamentali †œcomunitari†�, del diritto di sciopero. In particolare, nei paragrafi centrali l'attenzione si incentra, sul diritto dei lavoratori a ricorrere ad azioni collettive per la difesa di propri interessi, cosଠcome sancito nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, (proclamata a Nizza il 18 dicembre 2000). Nonostante tale importante riconoscimento, la regolamentazione del diritto di sciopero non rientra tra le materie legislative di competenza della Comunità europea (art. 137.5, del TUE, ora art. 153.5 TFUE). L'esclusione puಠessere letta come espressione della volontà politica degli Stati membri di rispettare gli standard nazionali, rinunciando a qualsiasi interferenza del diritto comunitario su un terreno nel quale ਠdifficile prospettare armonizzazioni normative, in ragione della eccessiva difformità delle discipline nazionali. Tale scelta ha, tuttavia, determinato una grande differenziazione tra le discipline nazionali, con particolare riferimento alla regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il tema dell'esclusione si ਠriproposto e acutizzato negli ultimi anni a seguito di una serie di pronunce della Corte di Giustizia, relative ai casi Viking, Laval e recentemente Commissione vs Germania. In particolare, nel secondo paragrafo sono analizzate le sentenze Viking e Laval, abbinate non solo dal contenuto, ma anche dalla prossimità temporale, la prima dell'11 dicembre, la seconda del 18 dicembre 2007 che registrano un cambiamento rispetto alla precedente fase di indifferenza, in quanto per la prima volta, il diritto di sciopero ਠriconosciuto come diritto fondamentale dell'Unione europea. L'attenzione ਠposta anche sulla recentemente pronuncia della Corte di Strasburgo sul diritto di sciopero che con la sentenza Enerij del 21 aprile 2009 marcherebbe una netta evoluzione giurisprudenziale, in quanto si potrebbe sostenere che la Corte abbia ritenuto che il diritto di sciopero, fintantoch੠ਠesercitato per sostenere la contrattazione collettiva, ਠugualmente essenziale alla libertà sindacale e pertanto direttamente riconosciuto e tutelato dall'art. 11 della Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo. Il terzo capitolo, infine, si propone, pertanto, di analizzare comparativamente le soluzioni legislative adottate dall'ordinamento italiano, francese, inglese e tedesco, riguardo la disciplina dell'azione di autotutela collettiva e del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali nei principali Paesi dell'Unione Europea dove, i differenti ordinamenti nazionali rendono difficile un confronto teso al raggiungimento di una disciplina comune. In particolare, la legislazione italiana con la previsione di una apposita Commissione di garanzia, quale autorità pubblica indipendente, cui sono affidati compiti di verifica e anche di statuizione in relazione alle prestazioni indispensabili da effettuare per garantire ai cittadini la possibilità di continuare a fruire, seppure con delle limitazioni, dei propri diritti costituzionalmente tutelati, rappresenta un caso unico in Europa che pone l'Italia sotto questo profilo in una posizione pi๠avanzata rispetto all'Europa.
La gestione del conflitto sindacale nelle relazioni industriali nell'Unione Europea
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2012
Abstract
Oggetto della ricerca ਠl'analisi della gestione del conflitto sindacale nelle relazioni industriali nell'Unione europea, e in particolare l'assenza del riconoscimento dello sciopero tra le materie legislative di competenza della Comunità europea. Lo studio ਠstrutturato in tre capitoli. Il primo ਠdedicato all'esame degli aspetti fondamentali del sistema di relazioni industriali in Europa; in particolare vengono ripercorse le tappe dell'evoluzione del dialogo sociale, i principali attori e regole, le differenti modalità di organizzazione delle parti sociali, le forme di partecipazione dei lavoratori nonchà© il sistema delle relazioni industriali nell'Unione Europea. Il secondo capitolo ਠincentrato sul tema del riconoscimento all'interno dei diritti sociali fondamentali †œcomunitari†�, del diritto di sciopero. In particolare, nei paragrafi centrali l'attenzione si incentra, sul diritto dei lavoratori a ricorrere ad azioni collettive per la difesa di propri interessi, cosଠcome sancito nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, (proclamata a Nizza il 18 dicembre 2000). Nonostante tale importante riconoscimento, la regolamentazione del diritto di sciopero non rientra tra le materie legislative di competenza della Comunità europea (art. 137.5, del TUE, ora art. 153.5 TFUE). L'esclusione puಠessere letta come espressione della volontà politica degli Stati membri di rispettare gli standard nazionali, rinunciando a qualsiasi interferenza del diritto comunitario su un terreno nel quale ਠdifficile prospettare armonizzazioni normative, in ragione della eccessiva difformità delle discipline nazionali. Tale scelta ha, tuttavia, determinato una grande differenziazione tra le discipline nazionali, con particolare riferimento alla regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il tema dell'esclusione si ਠriproposto e acutizzato negli ultimi anni a seguito di una serie di pronunce della Corte di Giustizia, relative ai casi Viking, Laval e recentemente Commissione vs Germania. In particolare, nel secondo paragrafo sono analizzate le sentenze Viking e Laval, abbinate non solo dal contenuto, ma anche dalla prossimità temporale, la prima dell'11 dicembre, la seconda del 18 dicembre 2007 che registrano un cambiamento rispetto alla precedente fase di indifferenza, in quanto per la prima volta, il diritto di sciopero ਠriconosciuto come diritto fondamentale dell'Unione europea. L'attenzione ਠposta anche sulla recentemente pronuncia della Corte di Strasburgo sul diritto di sciopero che con la sentenza Enerij del 21 aprile 2009 marcherebbe una netta evoluzione giurisprudenziale, in quanto si potrebbe sostenere che la Corte abbia ritenuto che il diritto di sciopero, fintantoch੠ਠesercitato per sostenere la contrattazione collettiva, ਠugualmente essenziale alla libertà sindacale e pertanto direttamente riconosciuto e tutelato dall'art. 11 della Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo. Il terzo capitolo, infine, si propone, pertanto, di analizzare comparativamente le soluzioni legislative adottate dall'ordinamento italiano, francese, inglese e tedesco, riguardo la disciplina dell'azione di autotutela collettiva e del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali nei principali Paesi dell'Unione Europea dove, i differenti ordinamenti nazionali rendono difficile un confronto teso al raggiungimento di una disciplina comune. In particolare, la legislazione italiana con la previsione di una apposita Commissione di garanzia, quale autorità pubblica indipendente, cui sono affidati compiti di verifica e anche di statuizione in relazione alle prestazioni indispensabili da effettuare per garantire ai cittadini la possibilità di continuare a fruire, seppure con delle limitazioni, dei propri diritti costituzionalmente tutelati, rappresenta un caso unico in Europa che pone l'Italia sotto questo profilo in una posizione pi๠avanzata rispetto all'Europa.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/288775
URN:NBN:IT:UNIMOL-288775