Nonostante le cittàƒÂ siano da sempre considerate poli attrattori e di sviluppo, soggette ad una continua crescita demografica e fisica, esistono tuttavia alcuni casi accertati di cittàƒÂ che perdono popolazione e si impoveriscono piàƒ¹ o meno rapidamente avendo come conseguenza lࢠabbandono dellࢠambiente costruito, il quale rischia di essere lasciato in uno stato di progressivo degrado, ma senza necessariamente comportare la contrazione fisica dellࢠimpronta urbana. Questo fenomeno, noto a livello internazionale con il termine di urban shrinkage, àƒ¨ stato studiato da diversi programmi di ricerca, anche europei, dai quali emerge una complessitàƒÂ e multidimensionalitàƒÂ dei fattori in gioco tra cui le trasformazioni della struttura demografica nella direzione dellࢠinvecchiamento, i processi di lungo e breve periodo di sostanziale declino economico e strutturale o di crisi del sistema politico. La tesi si pone lࢠobiettivo di definire la diffusione del fenomeno di contrazione urbana in Italia allo stato attuale, un paese certamente non immune agli effetti dellࢠinvecchiamento, della ben nota crisi economica, di un clima di generale incertezza politica e delle nuove trasformazioni territoriali che complicano ulteriormente il sistema del governo del territorio e delle competenze. Lࢠanalisi àƒ¨ condotta attraverso un geo-database GIS originale in cui sono stati archiviati i dati statistici e territoriali open-source utili a descrivere a livello comunale le principali dinamiche di shrinkage, in un orizzonte temporale di venticinque anni, e ha portato alla definizione di sette modelli interpretativi per i comuni di medie e piccole dimensioni in contrazione evidenziando le disparitàƒÂ esistenti tra le ripartizioni geografiche Centro-Nord e Mezzogiorno. Dallࢠanalisi ad ampio spettro emerge un processo di spopolamento per lo piàƒ¹ lento o stagnante che si riflette sullࢠambiente costruito non solo in termini di abbandono, spesso frammentato, e degrado ma anche nellࢠaggravarsi del fenomeno giàƒÂ diffuso di contrazione delle densitàƒÂ abitative. In particolare lࢠanalisi su piàƒ¹ soglie temporali della crescita dellࢠurbanizzato, in relazione alle previsioni di piano, in tre casi studio scelti nel Nord Italia, ha dimostrato come i comuni demograficamente piàƒ¹ piccoli, soprattutto quelli in contesti a forte vocazione turistica, esercitino una forte pressione insediativa sul proprio territorio agricolo, naturale o semi-naturale, nonostante continuino a perdere popolazione. Talvolta la pressione àƒ¨ persino superiore rispetto a vicine realtàƒÂ piàƒ¹ popolose o in crescita, un risultato quasi paradossale dellࢠinefficienza degli strumenti di pianificazione. A questo continuo abbassamento delle densitàƒÂ abitative, un fenomeno non sostenibile per le cittàƒÂ a maggior ragione se in contrazione, la nostra legislazione sembra non aver ancora trovato una risposta convincente; non sono bastati i programmi di sviluppo sostenibile, o le misure atte ad incentivare il riuso dellࢠesistente nàƒ© le limitazioni al consumo di suolo imposte al livello dei piani di coordinamento e facilmente aggirate dalla pianificazione locale. Il governo del territorio deve dotarsi di strumenti piàƒ¹ efficaci per tutelare e valorizzare il proprio patrimonio di pregio, tra cui lࢠambiente rurale, per evitare lo sprawl urbano e lo spreco di risorse e lavorare sulla propria effettiva capacitàƒÂ di accogliere nuove iniziative e flussi migratori, indispensabili per limitare il processo di invecchiamento e il progressivo congelamento della forza lavoro attiva. Occorrono strumenti piàƒ¹ flessibili che diano la possibilitàƒÂ di impostare le singole iniziative di trasformazione sulla base di studi accurati delle tendenze in atto. I dati per il monitoraggio sono disponibili ma evidentemente non sempre sono utilizzati in modo attivo.
Crescita e Shrinkage. Modelli interpretativi per le città italiane in contrazione di medie e piccole dimensioni dal 1990 ad oggi
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2017
Abstract
Nonostante le cittàƒÂ siano da sempre considerate poli attrattori e di sviluppo, soggette ad una continua crescita demografica e fisica, esistono tuttavia alcuni casi accertati di cittàƒÂ che perdono popolazione e si impoveriscono piàƒ¹ o meno rapidamente avendo come conseguenza lࢠabbandono dellࢠambiente costruito, il quale rischia di essere lasciato in uno stato di progressivo degrado, ma senza necessariamente comportare la contrazione fisica dellࢠimpronta urbana. Questo fenomeno, noto a livello internazionale con il termine di urban shrinkage, àƒ¨ stato studiato da diversi programmi di ricerca, anche europei, dai quali emerge una complessitàƒÂ e multidimensionalitàƒÂ dei fattori in gioco tra cui le trasformazioni della struttura demografica nella direzione dellࢠinvecchiamento, i processi di lungo e breve periodo di sostanziale declino economico e strutturale o di crisi del sistema politico. La tesi si pone lࢠobiettivo di definire la diffusione del fenomeno di contrazione urbana in Italia allo stato attuale, un paese certamente non immune agli effetti dellࢠinvecchiamento, della ben nota crisi economica, di un clima di generale incertezza politica e delle nuove trasformazioni territoriali che complicano ulteriormente il sistema del governo del territorio e delle competenze. Lࢠanalisi àƒ¨ condotta attraverso un geo-database GIS originale in cui sono stati archiviati i dati statistici e territoriali open-source utili a descrivere a livello comunale le principali dinamiche di shrinkage, in un orizzonte temporale di venticinque anni, e ha portato alla definizione di sette modelli interpretativi per i comuni di medie e piccole dimensioni in contrazione evidenziando le disparitàƒÂ esistenti tra le ripartizioni geografiche Centro-Nord e Mezzogiorno. Dallࢠanalisi ad ampio spettro emerge un processo di spopolamento per lo piàƒ¹ lento o stagnante che si riflette sullࢠambiente costruito non solo in termini di abbandono, spesso frammentato, e degrado ma anche nellࢠaggravarsi del fenomeno giàƒÂ diffuso di contrazione delle densitàƒÂ abitative. In particolare lࢠanalisi su piàƒ¹ soglie temporali della crescita dellࢠurbanizzato, in relazione alle previsioni di piano, in tre casi studio scelti nel Nord Italia, ha dimostrato come i comuni demograficamente piàƒ¹ piccoli, soprattutto quelli in contesti a forte vocazione turistica, esercitino una forte pressione insediativa sul proprio territorio agricolo, naturale o semi-naturale, nonostante continuino a perdere popolazione. Talvolta la pressione àƒ¨ persino superiore rispetto a vicine realtàƒÂ piàƒ¹ popolose o in crescita, un risultato quasi paradossale dellࢠinefficienza degli strumenti di pianificazione. A questo continuo abbassamento delle densitàƒÂ abitative, un fenomeno non sostenibile per le cittàƒÂ a maggior ragione se in contrazione, la nostra legislazione sembra non aver ancora trovato una risposta convincente; non sono bastati i programmi di sviluppo sostenibile, o le misure atte ad incentivare il riuso dellࢠesistente nàƒ© le limitazioni al consumo di suolo imposte al livello dei piani di coordinamento e facilmente aggirate dalla pianificazione locale. Il governo del territorio deve dotarsi di strumenti piàƒ¹ efficaci per tutelare e valorizzare il proprio patrimonio di pregio, tra cui lࢠambiente rurale, per evitare lo sprawl urbano e lo spreco di risorse e lavorare sulla propria effettiva capacitàƒÂ di accogliere nuove iniziative e flussi migratori, indispensabili per limitare il processo di invecchiamento e il progressivo congelamento della forza lavoro attiva. Occorrono strumenti piàƒ¹ flessibili che diano la possibilitàƒÂ di impostare le singole iniziative di trasformazione sulla base di studi accurati delle tendenze in atto. I dati per il monitoraggio sono disponibili ma evidentemente non sempre sono utilizzati in modo attivo.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/291063
URN:NBN:IT:UNIPR-291063