Questa tesi esplora le complesse intersezioni tra età, genere e innovazione nel contesto lavorativo accademico, utilizzando le Istituzioni di Istruzione Superiore (Higher Education Institutions, HEIs) come sito critico di indagine. Attraverso una ricerca qualitativa multi-metodo, lo studio analizza come la diversità anagrafica influenzi l’innovazione esplorativa ed esploitatativa, come l’ageismo di genere plasmi le carriere accademiche e come le dinamiche generazionali incidano sulla collaborazione e sui percorsi professionali nelle università. Il lavoro è articolato in tre capitoli interconnessi, ciascuno dei quali adotta una metodologia distinta: una revisione sistematica della letteratura, un’analisi critica del discorso e un approccio decostruzionista. Il primo capitolo presenta una revisione sistematica di 66 articoli scientifici peer-reviewed per esaminare come la diversità anagrafica, a livello interpersonale e intrapersonale, contribuisca all’innovazione organizzativa. I risultati identificano i principali quadri teorici, come la teoria della selettività socio-emozionale, la teoria dell’attrazione per similarità e la teoria dell’identità sociale, che permettono di comprendere come gruppi di età differenti collaborino per generare nuova conoscenza e migliorare processi esistenti. Il capitolo evidenzia come fattori quali la motivazione, l’identità, la comunicazione, l’adattabilità e la leadership medino la relazione tra diversità anagrafica e risultati innovativi. Il secondo capitolo applica l’Analisi Critica del Discorso per esplorare come l’invecchiamento di genere venga costruito ed esperito all’interno delle HEIs. Attraverso interviste semi-strutturate con docenti e amministratori, lo studio rivela come gli ambienti accademici privilegino una visione ristretta e spesso mascolinizzata dell’“accademico ideale”, marginalizzando chi non rientra in questo modello, in particolare le donne. Il capitolo analizza come l’aspetto fisico, la giovinezza e la credibilità si intersechino con il genere per produrre esperienze diseguali, sottolineando le pressioni che le donne affrontano per conformarsi a norme di età e genere al fine di ottenere legittimità e opportunità. Il terzo capitolo utilizza la decostruzione per indagare come le categorie generazionali siano costruite, mantenute e contestate nel discorso accademico e nelle pratiche organizzative. Concentrandosi sulle interazioni tra lavoratori accademici giovani e senior, l’analisi rivela come le supposizioni relative a competenza, legittimità e autorità siano modellate da norme legate all’età. Il capitolo mostra che, mentre gli accademici più giovani lottano contro pregiudizi di inesperienza, i colleghi più anziani possono essere percepiti come invisibili o superflui. Queste narrazioni generazionali influenzano non solo le relazioni interpersonali, ma anche le politiche istituzionali e le dinamiche collaborative, determinando chi viene considerato innovativo o di valore negli spazi accademici. Attraverso tutti e tre i capitoli, questa tesi sostiene la necessità di una comprensione più inclusiva e intersezionale dell’età nel contesto lavorativo, riconoscendo la natura intrecciata di invecchiamento, genere e potere istituzionale. I risultati dimostrano che affrontare l’ageismo e i pregiudizi di genere nelle HEIs richiede un cambiamento strutturale, che includa leadership inclusiva, criteri di valutazione rivisti e culture organizzative che valorizzino la diversità lungo tutto l’arco della vita. Questa ricerca offre un contributo significativo ai campi del comportamento organizzativo, degli studi di genere e dell’istruzione superiore, fornendo una spiegazione approfondita di come l’età funzioni sia come categoria sociale che come asse di disuguaglianza.
This dissertation explores the complex intersections of age, gender, and innovation within the academic workplace, using Higher Education Institutions (HEIs) as a critical site of inquiry. Drawing on multi-method qualitative research, the study investigates how age diversity influences both explorative and exploitative innovation, how gendered ageism shapes academic careers, and how generational dynamics affect collaboration and career trajectories in universities. The work is organized into three interrelated chapters, each employing a distinct methodological lens: a systematic literature review, a critical discourse analysis, and a deconstructionist approach. The first chapter systematically reviews 66 peer-reviewed articles to examine how age diversity at both interpersonal and intrapersonal levels contributes to organizational innovation. The findings identify key theoretical frameworks, such as socio-emotional selectivity theory, similarity-attraction theory, and social identity theory, that shape our understanding of how diverse age groups collaborate to generate new knowledge and improve existing processes. The chapter highlights how motivation, identity, communication, adaptability, and leadership mediate the relationship between age diversity and innovation outcomes. The second chapter applies Critical Discourse Analysis to examine how gendered aging is constructed and experienced within HEIs. Through semi-structured interviews with faculty and administrators, the study reveals how academic environments privilege a narrow, often masculinized image of the "ideal academic worker," marginalizing individuals, particularly women, who do not fit this mold. The chapter explores how perceptions of physical appearance, youth, and credibility intersect with gender to produce unequal experiences, emphasizing the pressures faced by women to perform age and gender appropriately in order to access legitimacy and opportunity in academia. The third chapter uses deconstruction to interrogate how generational categories are constructed, maintained, and resisted in academic discourse and organizational practices. Focusing on interactions among younger and senior academic workers, the analysis uncovers how assumptions about capability, legitimacy, and authority are shaped by age-related norms. The chapter reveals that while younger academics often battle assumptions of inexperience, older colleagues may face invisibility or redundancy. These generational narratives not only influence interpersonal relationships but also affect institutional policies and collaborative dynamics, ultimately shaping who is seen as innovative or valuable in academic spaces. Across all three chapters, this dissertation argues for a more inclusive, intersectional understanding of age in the workplace, one that recognizes the intertwined nature of aging, gender, and institutional power. The findings demonstrate that addressing ageism and gender bias in HEIs requires structural change, including inclusive leadership, revised evaluation criteria, and organizational cultures that value diversity across the life course. This research contributes to the fields of organizational behavior, gender studies, and higher education by offering an important explanation of how age functions both as a social category and as an axis of inequality.
Age, Gender, and The Unfinished Work In Academia
BALOCH, MARYAM
2025
Abstract
Questa tesi esplora le complesse intersezioni tra età, genere e innovazione nel contesto lavorativo accademico, utilizzando le Istituzioni di Istruzione Superiore (Higher Education Institutions, HEIs) come sito critico di indagine. Attraverso una ricerca qualitativa multi-metodo, lo studio analizza come la diversità anagrafica influenzi l’innovazione esplorativa ed esploitatativa, come l’ageismo di genere plasmi le carriere accademiche e come le dinamiche generazionali incidano sulla collaborazione e sui percorsi professionali nelle università. Il lavoro è articolato in tre capitoli interconnessi, ciascuno dei quali adotta una metodologia distinta: una revisione sistematica della letteratura, un’analisi critica del discorso e un approccio decostruzionista. Il primo capitolo presenta una revisione sistematica di 66 articoli scientifici peer-reviewed per esaminare come la diversità anagrafica, a livello interpersonale e intrapersonale, contribuisca all’innovazione organizzativa. I risultati identificano i principali quadri teorici, come la teoria della selettività socio-emozionale, la teoria dell’attrazione per similarità e la teoria dell’identità sociale, che permettono di comprendere come gruppi di età differenti collaborino per generare nuova conoscenza e migliorare processi esistenti. Il capitolo evidenzia come fattori quali la motivazione, l’identità, la comunicazione, l’adattabilità e la leadership medino la relazione tra diversità anagrafica e risultati innovativi. Il secondo capitolo applica l’Analisi Critica del Discorso per esplorare come l’invecchiamento di genere venga costruito ed esperito all’interno delle HEIs. Attraverso interviste semi-strutturate con docenti e amministratori, lo studio rivela come gli ambienti accademici privilegino una visione ristretta e spesso mascolinizzata dell’“accademico ideale”, marginalizzando chi non rientra in questo modello, in particolare le donne. Il capitolo analizza come l’aspetto fisico, la giovinezza e la credibilità si intersechino con il genere per produrre esperienze diseguali, sottolineando le pressioni che le donne affrontano per conformarsi a norme di età e genere al fine di ottenere legittimità e opportunità. Il terzo capitolo utilizza la decostruzione per indagare come le categorie generazionali siano costruite, mantenute e contestate nel discorso accademico e nelle pratiche organizzative. Concentrandosi sulle interazioni tra lavoratori accademici giovani e senior, l’analisi rivela come le supposizioni relative a competenza, legittimità e autorità siano modellate da norme legate all’età. Il capitolo mostra che, mentre gli accademici più giovani lottano contro pregiudizi di inesperienza, i colleghi più anziani possono essere percepiti come invisibili o superflui. Queste narrazioni generazionali influenzano non solo le relazioni interpersonali, ma anche le politiche istituzionali e le dinamiche collaborative, determinando chi viene considerato innovativo o di valore negli spazi accademici. Attraverso tutti e tre i capitoli, questa tesi sostiene la necessità di una comprensione più inclusiva e intersezionale dell’età nel contesto lavorativo, riconoscendo la natura intrecciata di invecchiamento, genere e potere istituzionale. I risultati dimostrano che affrontare l’ageismo e i pregiudizi di genere nelle HEIs richiede un cambiamento strutturale, che includa leadership inclusiva, criteri di valutazione rivisti e culture organizzative che valorizzino la diversità lungo tutto l’arco della vita. Questa ricerca offre un contributo significativo ai campi del comportamento organizzativo, degli studi di genere e dell’istruzione superiore, fornendo una spiegazione approfondita di come l’età funzioni sia come categoria sociale che come asse di disuguaglianza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/296451
URN:NBN:IT:UNIMIB-296451