Questa ricerca si propone di riconoscere e comprendere l’azione degli imperatori del II secolo d.C. su temi inerenti al tessuto economico e sociale dell’impero. Alla base di essa è una selezione tipologica del materiale oggetto d’indagine, dettata dalla necessità di indagare i fatti storici di età imperiale attraverso le azioni dell’imperatore e come esse venivano comunicate: il lavoro pertanto privilegia il dettato delle costituzioni imperiali, documenti emanati dalle cancellerie dei principi ed espressione della loro volontà normativa, oggi attestate in forma diretta e indiretta tanto nelle fonti del diritto (il Digesto e i codici tardoantichi in particolare), quanto in quelle letterarie e documentarie. Dopo aver raccolto in un elenco tutte le evidenze risalenti alla produzione normativa imperiale, per un periodo che va dall’età di Nerva a quella di Commodo (96 d.C.-192 d.C.), questo lavoro ha preso in esame alcune testimonianze particolarmente rilevanti in una prospettiva ricostruttiva della storia economica dell’impero, elaborando alcune riflessioni sul loro contenuto in due sezioni tematiche. Nella prima (Sezione I – La spesa privata ad opus publicum), tema di indagine è un aspetto ricorrente nelle fonti letterarie e documentarie del II secolo d.C., quello dei rapporti politici ed economici tra città ed élites di governo, in particolare in materia di finanziamento delle infrastrutture pubbliche: data lettura dei principali testimoni sul tema, dato conto delle difficoltà politiche ed economiche che ebbero a soffrire a riguardo alcune realtà economiche provinciali, attraverso lo studio dei testi normativi imperiali si è data testimonianza delle soluzioni introdotte da Nerva, Traiano e Adriano, e poi rielaborate in forma estensiva dagli Antonini; una volta presentate, si è cercato di comprenderle in una duplice prospettiva, che fosse al contempo descrittiva e interpretativa dell’evidenza storica. Nella seconda sezione tematica (Sezione II – Rapporti tributari e immunità fiscali), un analogo lavoro è stato svolto in materia di rapporti fiscali, con attenzione particolare alle immunità concesse dal principe alle realtà soggette a tributo. Anche in questo caso, ricostruita la realtà fiscale dell’impero del II secolo d.C., si è data contestualizzazione degli interventi normativi imperiali in materia di esenzioni, in particolare di quelli di Adriano, che a riguardo operò più di ogni altro imperatore del secolo: compreso il quadro socio-culturale di alcune periferie dell’impero destinatarie dei provvedimenti, e le esigenze storiche e finanziarie del fisco imperiale, si è infine tentato di avanzare alcune considerazioni circa l’esistenza di una ratio decidendi sottesa ai provvedimenti presi in esame, rielaborando le informazioni trasmesse dalle costituzioni imperiali in una prospettiva di più ampio respiro. Come detto, questa ricerca riconosce nella comunicazione imperiale uno strumento necessario per la comprensione di alcune dinamiche del sistema-impero, tanto in chiave storico-ricostruttiva quanto interpretativa. In ragione di questo si spiega il capitolo introduttivo (cap. 1 – Le costituzioni imperiali: una fonte problematica), posto a premessa delle suddette sezioni tematiche. In esso, si è offerto un quadro orientativo circa la natura delle costituzioni imperiali, capace di distinguere di esse gli elementi formali caratterizzanti; è poi seguita una generale ricognizione della principale bibliografia secondaria sul tema, nella quale si è dato risalto alle domande e ai dibattiti correnti, da cui questa ricerca ha inevitabilmente preso le mosse; infine, si è data spiegazione del metodo approntato per la raccolta le costituzioni imperiali – riassunta nell’elenco posto in appendice al lavoro – e poi per la selezione dei testi trattati nello specifico, utili ai fini della ricostruzione storica che questa ricerca propone. In conclusione, questo lavoro ha riunito tutti gli elementi che sembrano riconoscere, a presupposto dell’agire imperiale, un orientamento razionale, che studi precedenti (tra tutti il celebre lavoro di Fergus Millar The Emperor in the Roman World, pubblicato nel 1977) avevano viceversa negato; di suddetta razionalità, questo lavoro ha tentato in ultima istanza di distinguere i fattori di maggiore influenza, per riconoscere quei criteri decisionali in ragione dei quali sarebbe intervenuto il potere normativo del princeps. Partendo dal dibattito storiografico corrente, e in particolare discutendo l’opportunità di applicare all’azione imperiale modelli interpretativi elaborati dalla scienza economica moderna, questo lavoro ha provato a distinguere, nel dettato delle costituzioni imperiali, prove dell’esistenza di un pensiero economico strutturato, orientato alla massimizzazione dei profitti all’interno degli scambi economici; infine, in una prospettiva più ampia, esso ha discusso la possibilità che l’azione imperiale, rispetto ai problemi socioeconomici discussi nelle due sezioni tematiche, abbia potuto seguire una vera e propria politica economica, consapevole delle peculiarità della realtà economica imperiale e orientata al un generale miglioramento della performance economica dell’impero.
«L’imperatore è ciò che fa»? Aspetti di storia economica e sociale attraverso le costituzioni imperiali (96 d.C.-192 d.C.)
Greco, Tommaso
2025
Abstract
Questa ricerca si propone di riconoscere e comprendere l’azione degli imperatori del II secolo d.C. su temi inerenti al tessuto economico e sociale dell’impero. Alla base di essa è una selezione tipologica del materiale oggetto d’indagine, dettata dalla necessità di indagare i fatti storici di età imperiale attraverso le azioni dell’imperatore e come esse venivano comunicate: il lavoro pertanto privilegia il dettato delle costituzioni imperiali, documenti emanati dalle cancellerie dei principi ed espressione della loro volontà normativa, oggi attestate in forma diretta e indiretta tanto nelle fonti del diritto (il Digesto e i codici tardoantichi in particolare), quanto in quelle letterarie e documentarie. Dopo aver raccolto in un elenco tutte le evidenze risalenti alla produzione normativa imperiale, per un periodo che va dall’età di Nerva a quella di Commodo (96 d.C.-192 d.C.), questo lavoro ha preso in esame alcune testimonianze particolarmente rilevanti in una prospettiva ricostruttiva della storia economica dell’impero, elaborando alcune riflessioni sul loro contenuto in due sezioni tematiche. Nella prima (Sezione I – La spesa privata ad opus publicum), tema di indagine è un aspetto ricorrente nelle fonti letterarie e documentarie del II secolo d.C., quello dei rapporti politici ed economici tra città ed élites di governo, in particolare in materia di finanziamento delle infrastrutture pubbliche: data lettura dei principali testimoni sul tema, dato conto delle difficoltà politiche ed economiche che ebbero a soffrire a riguardo alcune realtà economiche provinciali, attraverso lo studio dei testi normativi imperiali si è data testimonianza delle soluzioni introdotte da Nerva, Traiano e Adriano, e poi rielaborate in forma estensiva dagli Antonini; una volta presentate, si è cercato di comprenderle in una duplice prospettiva, che fosse al contempo descrittiva e interpretativa dell’evidenza storica. Nella seconda sezione tematica (Sezione II – Rapporti tributari e immunità fiscali), un analogo lavoro è stato svolto in materia di rapporti fiscali, con attenzione particolare alle immunità concesse dal principe alle realtà soggette a tributo. Anche in questo caso, ricostruita la realtà fiscale dell’impero del II secolo d.C., si è data contestualizzazione degli interventi normativi imperiali in materia di esenzioni, in particolare di quelli di Adriano, che a riguardo operò più di ogni altro imperatore del secolo: compreso il quadro socio-culturale di alcune periferie dell’impero destinatarie dei provvedimenti, e le esigenze storiche e finanziarie del fisco imperiale, si è infine tentato di avanzare alcune considerazioni circa l’esistenza di una ratio decidendi sottesa ai provvedimenti presi in esame, rielaborando le informazioni trasmesse dalle costituzioni imperiali in una prospettiva di più ampio respiro. Come detto, questa ricerca riconosce nella comunicazione imperiale uno strumento necessario per la comprensione di alcune dinamiche del sistema-impero, tanto in chiave storico-ricostruttiva quanto interpretativa. In ragione di questo si spiega il capitolo introduttivo (cap. 1 – Le costituzioni imperiali: una fonte problematica), posto a premessa delle suddette sezioni tematiche. In esso, si è offerto un quadro orientativo circa la natura delle costituzioni imperiali, capace di distinguere di esse gli elementi formali caratterizzanti; è poi seguita una generale ricognizione della principale bibliografia secondaria sul tema, nella quale si è dato risalto alle domande e ai dibattiti correnti, da cui questa ricerca ha inevitabilmente preso le mosse; infine, si è data spiegazione del metodo approntato per la raccolta le costituzioni imperiali – riassunta nell’elenco posto in appendice al lavoro – e poi per la selezione dei testi trattati nello specifico, utili ai fini della ricostruzione storica che questa ricerca propone. In conclusione, questo lavoro ha riunito tutti gli elementi che sembrano riconoscere, a presupposto dell’agire imperiale, un orientamento razionale, che studi precedenti (tra tutti il celebre lavoro di Fergus Millar The Emperor in the Roman World, pubblicato nel 1977) avevano viceversa negato; di suddetta razionalità, questo lavoro ha tentato in ultima istanza di distinguere i fattori di maggiore influenza, per riconoscere quei criteri decisionali in ragione dei quali sarebbe intervenuto il potere normativo del princeps. Partendo dal dibattito storiografico corrente, e in particolare discutendo l’opportunità di applicare all’azione imperiale modelli interpretativi elaborati dalla scienza economica moderna, questo lavoro ha provato a distinguere, nel dettato delle costituzioni imperiali, prove dell’esistenza di un pensiero economico strutturato, orientato alla massimizzazione dei profitti all’interno degli scambi economici; infine, in una prospettiva più ampia, esso ha discusso la possibilità che l’azione imperiale, rispetto ai problemi socioeconomici discussi nelle due sezioni tematiche, abbia potuto seguire una vera e propria politica economica, consapevole delle peculiarità della realtà economica imperiale e orientata al un generale miglioramento della performance economica dell’impero.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/305771
			
		
	
	
	
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