Virgilio vivente. La biografia di un poeta come leggenda letteraria.

The thesis examines the biographical and anecdotal tradition about Virgil in Antiquity, from the earliest accounts to the Vitae written by Suetonius, and late-antique grammarians (Donatus, Servius, pseudo-Probus, Foca). The introduction outlines the primary sources of these traditions and the analytical method, which focuses not on verifying the transmitted information but on analyzing its significance within the reception and exegesis of Virgil’s work and the construction of his biography. The dissertation is structured into four chapters, each addressing specific thematic clusters of anecdotes. Chapter 1 ("The Origins of Virgil") discusses myths about Virgil's birth and childhood, showing how they construct an image of his rise from humble rustic origins to literary glory, often referencing his own works. Additionally, accounts of Virgil's ethnic background relate both to his self-representation and apologetic or critical interpretations, such as in Macrobius. Chapter 2 ("Virgil as He Was") analyzes anecdotes about Virgil’s private life, by arguing that allegorism, especially from the Eclogues, plays a key role in shaping his literary persona. Examples include the depiction of Virgil's rusticity (e.g., skin color, shy character earning the nickname Parthenias) and his pederasty, sometimes censored in later Vitae. The story of the confiscation of Virgil’s Mantuan lands highlights both the myth of the poor poet and his reliance on the patronage of Maecenas and Augustus. Chapter 3 ("In Virgil’s Workshop") examines the poet's working methods and the genesis of his works, by claiming that these accounts are influenced by traditions about Homer in order to establish Virgil as his Latin counterpart. This is evident in anecdotes about Virgil’s literary debut, youthful works, and the reception of his major works, including criticisms. Chapter 4 ("The Death of Virgil and the Burning of the Aeneid") explores sources on Virgil’s death and last wishes. The central thesis is that the legend of the attempted burning of the Aeneid reflects declamatory influences shaped by its historical context and further developed in the Anthologia Latina.The conclusion highlights the plurality of Virgilian myths, which, though sometimes contradictory, are coherent within the genre of poets’ Vitae. These anecdotes, even when plausible, were reinterpreted in relation to Virgil’s works and existing patterns, profoundly influencing his interpretation from Antiquity to the Modern Age.

La tesi esamina la tradizione biografica e aneddotica su Virgilio nell'Antichità, dai primi resoconti alle Vitae scritte da Svetonio e dai grammatici tardoantichi (Donato, Servio, pseudo-Probo, Foca). L'introduzione delinea le principali fonti di queste tradizioni e il metodo di analisi, che non si concentra sulla verifica delle informazioni trasmesse, ma sulla loro lettura nel contesto della ricezione e dell'esegesi delle opere virgiliane e della costruzione della sua biografia. La dissertazione è strutturata in quattro capitoli, ciascuno dedicato a specifici nuclei tematici di aneddoti. Il Capitolo 1 ("Le origini di Virgilio") analizza i miti sulla nascita e l'infanzia del poeta, mostrando come costruiscano un'immagine della sua ascesa da umili origini rustiche alla gloria letteraria, spesso facendo riferimento alle sue opere. Inoltre, i racconti sulle origini etniche di Virgilio si collegano sia alla sua autorappresentazione sia a interpretazioni apologetiche o critiche, come in Macrobio. Il Capitolo 2 ("Virgilio com'era") esamina gli aneddoti sulla vita privata del poeta, sostenendo che l'allegorismo, specialmente delle Bucoliche, svolge un ruolo chiave nella definizione della sua persona letteraria. Esempi includono la rappresentazione della rusticità di Virgilio (ad esempio, il colore della pelle, il carattere timido che gli valse il soprannome Parthenias) e la sua pederastia, talvolta censurata nelle Vitae successive. La storia della confisca delle terre mantovane di Virgilio mette in evidenza sia il mito del poeta povero sia la sua dipendenza dal patronato di Mecenate e Augusto. Il Capitolo 3 ("Nel laboratorio di Virgilio") indaga i metodi di lavoro del poeta e la genesi delle sue opere, dimostrando che questi racconti sono influenzati dalle tradizioni su Omero per affermare Virgilio come suo omologo latino. Ciò emerge negli aneddoti sul debutto letterario di Virgilio, sulle opere giovanili e sulla ricezione delle sue opere maggiori, comprese le critiche. Il Capitolo 4 ("La morte di Virgilio e il rogo dell’Eneide") esplora le fonti sulla morte di Virgilio e le sue ultime volontà. La tesi centrale è che la leggenda del tentato incendio dell’Eneide rifletta influenze declamatorie modellate dal contesto storico e ulteriormente sviluppate nell’Anthologia Latina. La conclusione evidenzia la pluralità dei miti virgiliani che, sebbene talvolta contraddittori, risultano coerenti all’interno del genere delle biografie dei poeti. Questi aneddoti, anche quando plausibili, furono reinterpretati in relazione alle opere di Virgilio e a modelli preesistenti, influenzando profondamente la sua interpretazione dall’Antichità all’Età Moderna.