Tra esportazioni e tutela: il collezionismo nella Sicilia di fine ottocento

This research explores the dynamics of artistic heritage protection in post-unification Sicily, analyzing the complex relationship between exportation and conservation during the period between Italian Unification (1861) and the Rosadi Law (1909). Through examination of largely unpublished archival sources from the Central State Archive of Rome and local Sicilian archives, the study investigates the role of central and peripheral institutions in the challenging task of safeguarding the island's artistic heritage. The thesis is structured in three chapters: the first examines the protection debate at national and local levels, with particular attention to Sicilian peculiarities and the effectiveness of the pre-unification administrative system. Through two exemplary cases – Antonino Salinas's inspection of the Biscari collection in Catania in 1872 and the census promoted by Minister Pasquale Villari in 1891 for the "Catalog of objects of supreme value" – the tensions between public protection and private property are analyzed, highlighting resistances and collaborations in the Sicilian context. The second chapter explores the art market and collecting practices in Sicily, positioning them within the broader international panorama through systematic analysis of export certificates issued by the Palermo Office. This approach has identified the types of works most frequently traded (predominantly decorative arts and nineteenth-century works), preferred destinations, and key professional figures such as antiquarians Francesco Silvestri, Francesco De Ciccio, and the Daneu family, revealing important connections with the international market and new information on the production of Sicilian artists like Lojacono, Rutelli, and De Maria Bergler. The third chapter analyzes emblematic cases of private collection dispersal, such as the Majorca Mortillaro collection in Palermo – from which Titian's "Portrait of a Man with a Book" was illegally exported and is now at the Museum of Fine Arts in Boston – and the Pepoli collection, fragmented between Trapani, Bologna, and the international market. The examination of other specific cases reveals strategies used to evade controls, such as rail transport or the use of secondary ports, and documents the dispersal of Sicilian works. The research thus offers a "bottom-up" perspective on concrete practices of protection and artistic trade, contributing to a broader understanding of the historical and cultural affairs of Sicily and Italy at a crucial moment for defining the concept of national heritage.

Questa ricerca esplora le dinamiche della tutela del patrimonio artistico nella Sicilia post-unitaria, analizzando il complesso rapporto tra esportazioni e conservazione nel periodo compreso tra l'Unità d'Italia (1861) e la legge Rosadi (1909). Attraverso l'esame di fonti archivistiche in gran parte inedite provenienti dall'Archivio Centrale dello Stato di Roma e dagli archivi locali siciliani, lo studio indaga il ruolo delle istituzioni centrali e periferiche nel difficile compito di salvaguardare il patrimonio artistico insulare. La tesi si articola in tre capitoli: il primo esamina il dibattito sulla tutela a livello nazionale e locale, con particolare attenzione alle peculiarità siciliane e all'efficacia del sistema amministrativo pre-unitario. Attraverso due casi esemplari – l'ispezione di Antonino Salinas alla collezione Biscari di Catania nel 1872 e il censimento promosso dal ministro Pasquale Villari nel 1891 per il "Catalogo degli oggetti di sommo pregio" – vengono analizzate le tensioni tra tutela pubblica e proprietà privata, evidenziando resistenze e collaborazioni nel contesto siciliano. Il secondo capitolo approfondisce il mercato dell'arte e il collezionismo isolano, collocandolo nel più ampio panorama internazionale attraverso l'analisi sistematica dei certificati di esportazione rilasciati dall'Ufficio di Palermo. Questo approccio ha permesso di identificare tipologie di opere maggiormente commercializzate (prevalentemente arti decorative e opere ottocentesche), destinazioni preferenziali e figure professionali chiave come gli antiquari Francesco Silvestri, Francesco De Ciccio e la famiglia Daneu, rivelando importanti connessioni con il mercato internazionale e nuove informazioni sulla produzione di artisti siciliani come Lojacono, Rutelli e De Maria Bergler. Il terzo capitolo analizza casi emblematici di dispersione di collezioni private, come quella Majorca Mortillaro di Palermo – dalla quale proviene il "Ritratto d'uomo con libro" di Tiziano, illegittimamente esportato e oggi al Museum of Fine Arts di Boston – e la collezione Pepoli, frammentata tra Trapani, Bologna e il mercato internazionale. L'esame di altri casi specifici rivela le strategie utilizzate per eludere i controlli, come il trasporto ferroviario o l'utilizzo di porti secondari, e documenta la dispersione di opere siciliane. La ricerca offre così una prospettiva "dal basso" sulle pratiche concrete di tutela e commercio artistico, contribuendo a una più ampia comprensione delle vicende storiche e culturali della Sicilia e dell'Italia in un momento cruciale per la definizione del concetto di patrimonio nazionale.