The thesis presents an iconographic script of the idea of the neighbourhood unit, an alternative and opposing idea to the growth model of the industrial city with all its consequent evils. Since the beginning of the 19th century, there has been a widespread concern about the development of the contemporary city that sees a city made up of parts as the only way to react to the uncontrolled growth of industrialisation. The alternative idea is the proposal of an environmental reorganisation that redesigns the city as a sum of smaller units with the aim of achieving a hygienic, formal and even moral reorganisation. The shrinking of the scale of intervention triggers a process that offers the possibility of replicating the unit potentially infinite times, prefiguring a city with a clear and accomplished layout at any stage of its development. The visible and concrete manifestation of this idea - which will become a true urban obsession - is a pattern of independent nuclei that is almost always repeated the same, in different places and at different times, and difficult to perfect. It is the scheme of a concept, of a regulative idea that serves to direct design choices towards increasingly inclusive forms of unity without, however, ever reaching the limit represented by the idea of the neighbourhood unit. The design of the scheme thus becomes a propitiatory rite, almost a form of exorcism to drive away the evils of the industrial city, which is too big, where one gets lost and does not allow for social relationships. As we witness the crisis of long chains and the failure of scenario-based planning as a consequence of the pandemic, new wars and the energy emergency, and in the perspective of reconstructions, the rediscovery of the idea of the neighbourhood unit becomes necessary. Thinking of the city in smaller parts is a way to simplify large problems and to have a clear and limited scope for action and, consequently, faster intervention.

La tesi presenta una sceneggiatura iconografica dell’idea di unità di quartiere, una idea alternativa e contrapposta al modello di crescita della città industriale con tutti i suoi mali conseguenti. Fin dagli inizi dell’Ottocento si diffonde una preoccupazione riferita allo sviluppo della città contemporanea che vede come unica possibilità di reazione alla crescita incontrollata della industrializzazione una città fatta per parti. L’idea alternativa è la proposta di un riordino ambientale che ridisegna la città come somma di unità più piccole con l’obiettivo di ottenere un risanamento igienico, formale e anche morale. Il rimpicciolimento della scala di intervento innesca un processo che offre la possibilità di replicare l’unità potenzialmente infinite volte, prefigurando una città di impianto chiaro e compiuto in qualsiasi fase del suo sviluppo. La manifestazione visibile e concreta di questa idea – che diventerà una vera e propria ossessione urbana – è uno schema a nuclei indipendenti che si ripete quasi sempre uguale, in luoghi e tempi diversi, e difficilmente perfezionabile. È lo schema di un concetto, di una idea regolativa che serve a indirizzare le scelte progettuali verso forme di unità sempre più comprensive senza, tuttavia, mai raggiungere il limite rappresentato dall’idea di unità di quartiere. Il disegno dello schema diventa così un rito propiziatorio, quasi una forma di esorcismo per scacciare i mali della città industriale che è troppo grande, dove ci si perde e che non consente rapporti sociali. Mentre assistiamo alla crisi delle lunghe catene e al fallimento della progettazione secondo scenari come conseguenza della pandemia, delle nuove guerre e dell’emergenza energetica, e nella prospettiva delle ricostruzioni, la riscoperta dell’idea di unità di quartiere si rende necessaria. Pensare alla città per parti più piccole è un modo per semplificare problemi grandi e per avere un campo di azione chiaro e limitato e, di conseguenza, un intervento più rapido.

L'idea di unità di quartiere. La ricostruzione della piccola dimensione

PIACENTI, GIULIA
2022

Abstract

The thesis presents an iconographic script of the idea of the neighbourhood unit, an alternative and opposing idea to the growth model of the industrial city with all its consequent evils. Since the beginning of the 19th century, there has been a widespread concern about the development of the contemporary city that sees a city made up of parts as the only way to react to the uncontrolled growth of industrialisation. The alternative idea is the proposal of an environmental reorganisation that redesigns the city as a sum of smaller units with the aim of achieving a hygienic, formal and even moral reorganisation. The shrinking of the scale of intervention triggers a process that offers the possibility of replicating the unit potentially infinite times, prefiguring a city with a clear and accomplished layout at any stage of its development. The visible and concrete manifestation of this idea - which will become a true urban obsession - is a pattern of independent nuclei that is almost always repeated the same, in different places and at different times, and difficult to perfect. It is the scheme of a concept, of a regulative idea that serves to direct design choices towards increasingly inclusive forms of unity without, however, ever reaching the limit represented by the idea of the neighbourhood unit. The design of the scheme thus becomes a propitiatory rite, almost a form of exorcism to drive away the evils of the industrial city, which is too big, where one gets lost and does not allow for social relationships. As we witness the crisis of long chains and the failure of scenario-based planning as a consequence of the pandemic, new wars and the energy emergency, and in the perspective of reconstructions, the rediscovery of the idea of the neighbourhood unit becomes necessary. Thinking of the city in smaller parts is a way to simplify large problems and to have a clear and limited scope for action and, consequently, faster intervention.
14-nov-2022
Italiano
La tesi presenta una sceneggiatura iconografica dell’idea di unità di quartiere, una idea alternativa e contrapposta al modello di crescita della città industriale con tutti i suoi mali conseguenti. Fin dagli inizi dell’Ottocento si diffonde una preoccupazione riferita allo sviluppo della città contemporanea che vede come unica possibilità di reazione alla crescita incontrollata della industrializzazione una città fatta per parti. L’idea alternativa è la proposta di un riordino ambientale che ridisegna la città come somma di unità più piccole con l’obiettivo di ottenere un risanamento igienico, formale e anche morale. Il rimpicciolimento della scala di intervento innesca un processo che offre la possibilità di replicare l’unità potenzialmente infinite volte, prefigurando una città di impianto chiaro e compiuto in qualsiasi fase del suo sviluppo. La manifestazione visibile e concreta di questa idea – che diventerà una vera e propria ossessione urbana – è uno schema a nuclei indipendenti che si ripete quasi sempre uguale, in luoghi e tempi diversi, e difficilmente perfezionabile. È lo schema di un concetto, di una idea regolativa che serve a indirizzare le scelte progettuali verso forme di unità sempre più comprensive senza, tuttavia, mai raggiungere il limite rappresentato dall’idea di unità di quartiere. Il disegno dello schema diventa così un rito propiziatorio, quasi una forma di esorcismo per scacciare i mali della città industriale che è troppo grande, dove ci si perde e che non consente rapporti sociali. Mentre assistiamo alla crisi delle lunghe catene e al fallimento della progettazione secondo scenari come conseguenza della pandemia, delle nuove guerre e dell’emergenza energetica, e nella prospettiva delle ricostruzioni, la riscoperta dell’idea di unità di quartiere si rende necessaria. Pensare alla città per parti più piccole è un modo per semplificare problemi grandi e per avere un campo di azione chiaro e limitato e, di conseguenza, un intervento più rapido.
quartiere; ricostruzione; piccola dimensione; medioevo; schema
ALBRECHT, BENNO
Università IUAV di Venezia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/63983
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:IUAV-63983