Il presente progetto di ricerca ha l’obiettivo di analizzare il rapporto tra regolazione e corruzione, cercando, al contempo, di fornire un punto di vista non solo limitato a quello giuridico, ma aperto al contributo di altre scienze. Si è deciso di aprire il lavoro fornendo una ricognizione sul tema, al fine di illustrare le varie criticità che uno studio sulla corruzione deve affrontare, riguardanti la molteplicità delle definizioni, la difficoltà della misurazione, l’efficacia dei rimedi e altri. Nella seconda parte si prevede di indagare il rapporto tra cattiva regolazione e corruzione, esaminando i fattori di rischio che possono promuovere pratiche corruttive, tra cui: l’ipertrofia legislativa, gli elevati oneri amministrativi, la partecipazione (opaca) dei gruppi di interesse nel processo legislativo, le distorsioni del sistema delle fonti. Nella terza parte si intende integrare l’approccio regolatorio alla corruzione con i risultati delle scienze comportamentali, che da un lato hanno dimostrato la parziale infondatezza dei postulati teorici del paradigma economico-neoclassico, secondo cui l’uomo si comporterebbe sempre in maniera razionale e indirizzato a massimizzare il proprio interesse; dall’altro hanno individuato una serie di limiti e distorsioni cognitive – tra cui l’errata percezione del rischio, l’influenza del contesto e altre – che sembrano incidere sulla propensione di un individuo a commettere un atto illecito. Nell’ultimo capitolo si intende dar conto della qualità della regolazione quale strumento di prevenzione della corruzione. In particolare, ci si è soffermati sull’Analisi di impatto della corruzione (AIC), utilizzata già da alcuni paesi, tra cui la Moldavia, la Russia, la Corea del Sud e altri, attraverso la quale predisporre una valutazione prognostica dei fattori di rischio-corruzione presenti nella regolazione.
La qualità della regolazione come strumento di prevenzione della corruzione
DI DONATO, LUCA
2018
Abstract
Il presente progetto di ricerca ha l’obiettivo di analizzare il rapporto tra regolazione e corruzione, cercando, al contempo, di fornire un punto di vista non solo limitato a quello giuridico, ma aperto al contributo di altre scienze. Si è deciso di aprire il lavoro fornendo una ricognizione sul tema, al fine di illustrare le varie criticità che uno studio sulla corruzione deve affrontare, riguardanti la molteplicità delle definizioni, la difficoltà della misurazione, l’efficacia dei rimedi e altri. Nella seconda parte si prevede di indagare il rapporto tra cattiva regolazione e corruzione, esaminando i fattori di rischio che possono promuovere pratiche corruttive, tra cui: l’ipertrofia legislativa, gli elevati oneri amministrativi, la partecipazione (opaca) dei gruppi di interesse nel processo legislativo, le distorsioni del sistema delle fonti. Nella terza parte si intende integrare l’approccio regolatorio alla corruzione con i risultati delle scienze comportamentali, che da un lato hanno dimostrato la parziale infondatezza dei postulati teorici del paradigma economico-neoclassico, secondo cui l’uomo si comporterebbe sempre in maniera razionale e indirizzato a massimizzare il proprio interesse; dall’altro hanno individuato una serie di limiti e distorsioni cognitive – tra cui l’errata percezione del rischio, l’influenza del contesto e altre – che sembrano incidere sulla propensione di un individuo a commettere un atto illecito. Nell’ultimo capitolo si intende dar conto della qualità della regolazione quale strumento di prevenzione della corruzione. In particolare, ci si è soffermati sull’Analisi di impatto della corruzione (AIC), utilizzata già da alcuni paesi, tra cui la Moldavia, la Russia, la Corea del Sud e altri, attraverso la quale predisporre una valutazione prognostica dei fattori di rischio-corruzione presenti nella regolazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/64765
URN:NBN:IT:LUISS-64765