A seguito dell’osservazione dei danni strutturali riportati dalle costruzioni esistenti nei recenti eventi sismici (Emilia Romagna 2012 e Centro Italia 2016), si è evidenziata l’esigenza di approfondire alcuni aspetti fondamentali relativi agli edifici strategici e agli impianti industriali presenti in gran numero sul territorio nazionale. In particolare, per gli Impianti a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.), la Direttiva 2012/18/EU, recepita in Italia con il D.lgs. 105/2015, ha rafforzato l’obbligo di considerare nei Piani di Emergenza Esterni le sequenze incidentali e gli scenari ragionevolmente prevedibili causati da eventi naturali, come i terremoti. Tuttavia, per gli impianti industriali esistenti, non sono ad oggi disponibili in Italia ed in Europa linee guida specifiche per la valutazione del rischio sismico delle varie componenti che costituiscono gli stessi. Le norme sismiche in vigore in Italia, infatti, sono riferite a «costruzioni» di tipo civile e non contengono indicazioni puntuali per apparecchiature di processo. Il mondo dell’industria esprime, pertanto, una forte richiesta di metodologie e processi di valutazione che consentano di valutare in maniera omogenea il rischio sismico a varie tipologie di strutture e predisporre le azioni mitigative necessarie, da calibrare sulle singole situazioni in relazione alla gravità dell’inadeguatezza dell’opera rispetto all’azione ambientale, alle conseguenze sulla pubblica incolumità e sull'ambiente. Gli impianti industriali sono, infatti, caratterizzati dalla presenza di migliaia di apparecchiature (item) contenenti perlopiù sostanze pericolose oltre che numerosi edifici di servizio e non, per cui la valutazione del rischio sismico risulta particolarmente delicata in quanto non è sempre possibile applicare verifiche di dettaglio estese. Il presente studio è finalizzato a delineare, a partire dall’analisi approfondita della letteratura internazionale, due metodi affidabili per il calcolo speditivo del rischio sismico ed un metodo organico per la valutazione analitica della vulnerabilità/fragilità delle singole unità di processo, come strumento da utilizzare sia nella fase decisionale, per la pianificazione delle azioni da intraprendere per la mitigazione del rischio sismico dell’impianto, sia nella fase di attuazione degli interventi di riduzione del rischio, in funzione delle risorse economiche disponibili e della vita nominale residua. I metodi selezionati sono basati su livelli di approfondimento crescenti e risultano applicabili ad edifici ed a sistemi impiantistici al fine di consentire una valutazione omogenea del rischio sismico di tutto l’impianto e la pianificazione degli interventi di incremento della sicurezza in un tempo prestabilito.
Valutazione del rischio sismico di strutture strategiche/rilevanti negli impianti di processo
VITUCCI, MASSIMO
2023
Abstract
A seguito dell’osservazione dei danni strutturali riportati dalle costruzioni esistenti nei recenti eventi sismici (Emilia Romagna 2012 e Centro Italia 2016), si è evidenziata l’esigenza di approfondire alcuni aspetti fondamentali relativi agli edifici strategici e agli impianti industriali presenti in gran numero sul territorio nazionale. In particolare, per gli Impianti a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.), la Direttiva 2012/18/EU, recepita in Italia con il D.lgs. 105/2015, ha rafforzato l’obbligo di considerare nei Piani di Emergenza Esterni le sequenze incidentali e gli scenari ragionevolmente prevedibili causati da eventi naturali, come i terremoti. Tuttavia, per gli impianti industriali esistenti, non sono ad oggi disponibili in Italia ed in Europa linee guida specifiche per la valutazione del rischio sismico delle varie componenti che costituiscono gli stessi. Le norme sismiche in vigore in Italia, infatti, sono riferite a «costruzioni» di tipo civile e non contengono indicazioni puntuali per apparecchiature di processo. Il mondo dell’industria esprime, pertanto, una forte richiesta di metodologie e processi di valutazione che consentano di valutare in maniera omogenea il rischio sismico a varie tipologie di strutture e predisporre le azioni mitigative necessarie, da calibrare sulle singole situazioni in relazione alla gravità dell’inadeguatezza dell’opera rispetto all’azione ambientale, alle conseguenze sulla pubblica incolumità e sull'ambiente. Gli impianti industriali sono, infatti, caratterizzati dalla presenza di migliaia di apparecchiature (item) contenenti perlopiù sostanze pericolose oltre che numerosi edifici di servizio e non, per cui la valutazione del rischio sismico risulta particolarmente delicata in quanto non è sempre possibile applicare verifiche di dettaglio estese. Il presente studio è finalizzato a delineare, a partire dall’analisi approfondita della letteratura internazionale, due metodi affidabili per il calcolo speditivo del rischio sismico ed un metodo organico per la valutazione analitica della vulnerabilità/fragilità delle singole unità di processo, come strumento da utilizzare sia nella fase decisionale, per la pianificazione delle azioni da intraprendere per la mitigazione del rischio sismico dell’impianto, sia nella fase di attuazione degli interventi di riduzione del rischio, in funzione delle risorse economiche disponibili e della vita nominale residua. I metodi selezionati sono basati su livelli di approfondimento crescenti e risultano applicabili ad edifici ed a sistemi impiantistici al fine di consentire una valutazione omogenea del rischio sismico di tutto l’impianto e la pianificazione degli interventi di incremento della sicurezza in un tempo prestabilito.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/65891
URN:NBN:IT:UNIBAS-65891