La seguente etnografia studia e analizza come, oggigiorno, il lavoro scientifico viene pensato, elaborato, organizzato, strutturato, prodotto e praticato da tre importanti centri di ricerca antropologica e interdisciplinare che hanno azione intensiva e rilevante nel Brasile contemporaneo. LACED (Laboratórios de Pesquisas em Etnicidade, Cultura e Desenvolvimento), CEAO (Centro de Estudos Afro-orientais) e PNCSA (Projeto Nova cartografia Social da Amazônia). Nel particolare, venne descritto un forte rapporto dialogico tra ricercatori/ricercatrici e movimenti sociali, un deciso compromesso con gruppi sociali organizzati (indigene, comunità tradizionali, quilombolas) e temi specifici (sociologia delle territorialità e cartografia; azioni affermative e educazione superiore indigena; potere, religiosità ed etnicità afro-discendenti; tutela, potere e Stato; diritti umani, violenza, resistenze e sopravvivenze). Questo legame diventa concreto storicamente quando connesso agli sforzi spesi dai movimenti popolari durante la preparazione e realizzazione dell’Assemblea Costituente del 1988 in Brasile e come questo vincolo ha interferito, e ancora interferisce, nella pratica etnografica dell’Antropologia brasiliana. Aspetti che sono imbricati con la definizione di potere costituente, ovvero, una continuità di operazioni di rinnovamento, una potenza che si realizza nel tempo (immediato e ampio) di un processo di cambiamento, più o meno radicale e, malgrado tutto, continuo (Negri, 2005). I centri sono descritti come bottega artigianale del pensiero, come processo collettivo di produzione scientifica e nessi, attraverso una etnografia della praxis – gesti pratici e teorici – nelle sue multiple dimensioni (osservazione partecipante, interviste, studio di materiali letterari e espositivi dei principali protagonisti). Sono anche visti come spazi istituzionali occupati dove succedono incontri e nascono proposte, che contribuiscono alla discussione di politiche pubbliche delle diversità, delle convergenze culturali e dei posizionamenti politici che appariscono più forti nel confronto con altre istituzioni (ABA, Ford Fundation, Ministero Pubblico, Media, Legislativo e Esecutivo). L’enfasi venne data all’esistenza di trasformazioni radicali che occorrono nelle situazioni etnografiche e che hanno ripercussioni intense nel lavoro dell’antropologo/antropologa (Oliveira, 2009).
O que estamos fazendo: três centros de pesquisa antropológica e interdisciplinar no Brasil contemporâneo (LACED, CEAO, PNCSA)
RIBEIRO VIEIRA LIMA, MARCO ANTONIO
2017
Abstract
La seguente etnografia studia e analizza come, oggigiorno, il lavoro scientifico viene pensato, elaborato, organizzato, strutturato, prodotto e praticato da tre importanti centri di ricerca antropologica e interdisciplinare che hanno azione intensiva e rilevante nel Brasile contemporaneo. LACED (Laboratórios de Pesquisas em Etnicidade, Cultura e Desenvolvimento), CEAO (Centro de Estudos Afro-orientais) e PNCSA (Projeto Nova cartografia Social da Amazônia). Nel particolare, venne descritto un forte rapporto dialogico tra ricercatori/ricercatrici e movimenti sociali, un deciso compromesso con gruppi sociali organizzati (indigene, comunità tradizionali, quilombolas) e temi specifici (sociologia delle territorialità e cartografia; azioni affermative e educazione superiore indigena; potere, religiosità ed etnicità afro-discendenti; tutela, potere e Stato; diritti umani, violenza, resistenze e sopravvivenze). Questo legame diventa concreto storicamente quando connesso agli sforzi spesi dai movimenti popolari durante la preparazione e realizzazione dell’Assemblea Costituente del 1988 in Brasile e come questo vincolo ha interferito, e ancora interferisce, nella pratica etnografica dell’Antropologia brasiliana. Aspetti che sono imbricati con la definizione di potere costituente, ovvero, una continuità di operazioni di rinnovamento, una potenza che si realizza nel tempo (immediato e ampio) di un processo di cambiamento, più o meno radicale e, malgrado tutto, continuo (Negri, 2005). I centri sono descritti come bottega artigianale del pensiero, come processo collettivo di produzione scientifica e nessi, attraverso una etnografia della praxis – gesti pratici e teorici – nelle sue multiple dimensioni (osservazione partecipante, interviste, studio di materiali letterari e espositivi dei principali protagonisti). Sono anche visti come spazi istituzionali occupati dove succedono incontri e nascono proposte, che contribuiscono alla discussione di politiche pubbliche delle diversità, delle convergenze culturali e dei posizionamenti politici che appariscono più forti nel confronto con altre istituzioni (ABA, Ford Fundation, Ministero Pubblico, Media, Legislativo e Esecutivo). L’enfasi venne data all’esistenza di trasformazioni radicali che occorrono nelle situazioni etnografiche e che hanno ripercussioni intense nel lavoro dell’antropologo/antropologa (Oliveira, 2009).File | Dimensione | Formato | |
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URN:NBN:IT:UNIMIB-72361