Il presente lavoro utilizza l’approccio e la metodologia di Jane Jacobs per osservare e studiare la città, riconoscendo l'idea che i residenti sono cruciali per il suo sviluppo e che la loro visione dovrebbe essere considerata durante la pianificazione urbana e la ricostruzione della città. Il paradigma metodologico di questa indagine è interpretativo tendente al pragmatismo con contesti applicativi e finalità teoriche. Gli strumenti di ricerca sono misti, per cui l'approccio metodologico è qualitativo, mentre i dati quantitativi vengono utilizzati per interpretare i risultati. Data la complessità dello sviluppo della città, il ricercatore ha scelto un approccio bottom-up, utilizzando una moltitudine di metodi e fonti a partire da quelli narrativi e storici, a indagini sul campo e studi di casi. L'approccio globale, interdisciplinare e aperto ha permesso riflessioni sensoriali e percettive simultanee sui contenuti di questi spazi per comprenderne le dinamiche del cambiamento. La metodologia di ricerca si struttura attorno a tre dimensioni principali: la dimensione urbana per la quale è stato utilizzato il metodo dell'osservazione sul campo, della fotografia e dell'analisi cartografica; la dimensione culturale per la quale sono state utilizzate l'osservazione sul campo e l'analisi di pacchetti giuridici e decisioni; la dimensione umana per la quale sono state utilizzate l'osservazione sul campo e le interviste alla comunità. Le cause della trasformazione dell'ambiente urbano del centro storico di Tirana si trovano nell'approccio accentrato delle istituzioni ai beni comuni culturali, dove l'unico attore decisionale è lo Stato, prescindendo dalla conoscenza e dal patrimonio culturale della comunità di riferimento. Nonostante gli aggiornamenti del quadro normativo in accordo con le direttive europee, il quadro decisionale è cambiato poco o niente in termini di coinvolgimento di altri attori, mantenendo così un approccio 'ortodosso' che si osserva immutato dal 1948. La ricerca evidenzia due periodi in cui gli strumenti di tutela del patrimonio sono stati utilizzati in maniera inappropriata, eliminandolo dal territorio: negli anni 1967-70 e negli anni 2015-2020. Questi due periodi hanno in comune il processo decisionale imposto dall'alto: il primo durante il regime comunista, quando l’applicazione dell'ideologia politica mirava a rafforzare il potere comunista combattendo la religione; il secondo fa riferimento all'uso del potere nell'interesse ristretto del capitale economico privato, focalizzando le decisioni sulla base di particelle catastali e non nell'interesse dello sviluppo della città nel suo insieme.
The present work uses Jane Jacobs' approach and methodology to observe and study the city, recognizing the idea that residents are crucial to its development and that their vision should be considered during urban planning and reconstruction of the city. . The methodological paradigm of this investigation is interpretative tending towards pragmatism with application contexts and theoretical purposes. The research tools are mixed, so the methodological approach is qualitative, while quantitative data are used to interpret the results. Given the complexity of the city's development, the researcher chose a bottom-up approach, using a multitude of methods and sources starting from narrative and historical ones, to field investigations and case studies. The global, interdisciplinary and open approach has allowed simultaneous sensory and perceptive reflections on the contents of these spaces to understand the dynamics of change. The research methodology is structured around three main dimensions: the urban dimension for which the method of field observation, photography and cartographic analysis was used; the cultural dimension for which field observation and analysis of legal packages and decisions were used; the human dimension for which field observation and community interviews were used. The causes of the transformation of the urban environment of the historic center of Tirana are found in the centralized approach of the institutions to the cultural common goods, where the only decision-making actor is the State, regardless of the knowledge and cultural heritage of the reference community. Despite the updates of the regulatory framework in accordance with the European directives, the decision-making framework has changed little or nothing in terms of involvement of other actors, thus maintaining an 'orthodox' approach that has been observed unchanged since 1948. The research highlights two periods in which heritage protection tools were used inappropriately, eliminating it from the territory: in the years 1967-70 and in the years 2015-2020. These two periods have in common the decision-making process imposed from above: the first during the communist regime, when the application of political ideology aimed at strengthening the communist power by fighting religion; the second refers to the use of power in the narrow interest of private economic capital, focusing decisions on the basis of cadastral parcels and not in the interest of the development of the city as a whole.
The challenges of public ownership in urban public spaces. The confrontation of interests in the urban development process. The case of Tirana, Albania
MUSAJ, DORIANA
2023
Abstract
Il presente lavoro utilizza l’approccio e la metodologia di Jane Jacobs per osservare e studiare la città, riconoscendo l'idea che i residenti sono cruciali per il suo sviluppo e che la loro visione dovrebbe essere considerata durante la pianificazione urbana e la ricostruzione della città. Il paradigma metodologico di questa indagine è interpretativo tendente al pragmatismo con contesti applicativi e finalità teoriche. Gli strumenti di ricerca sono misti, per cui l'approccio metodologico è qualitativo, mentre i dati quantitativi vengono utilizzati per interpretare i risultati. Data la complessità dello sviluppo della città, il ricercatore ha scelto un approccio bottom-up, utilizzando una moltitudine di metodi e fonti a partire da quelli narrativi e storici, a indagini sul campo e studi di casi. L'approccio globale, interdisciplinare e aperto ha permesso riflessioni sensoriali e percettive simultanee sui contenuti di questi spazi per comprenderne le dinamiche del cambiamento. La metodologia di ricerca si struttura attorno a tre dimensioni principali: la dimensione urbana per la quale è stato utilizzato il metodo dell'osservazione sul campo, della fotografia e dell'analisi cartografica; la dimensione culturale per la quale sono state utilizzate l'osservazione sul campo e l'analisi di pacchetti giuridici e decisioni; la dimensione umana per la quale sono state utilizzate l'osservazione sul campo e le interviste alla comunità. Le cause della trasformazione dell'ambiente urbano del centro storico di Tirana si trovano nell'approccio accentrato delle istituzioni ai beni comuni culturali, dove l'unico attore decisionale è lo Stato, prescindendo dalla conoscenza e dal patrimonio culturale della comunità di riferimento. Nonostante gli aggiornamenti del quadro normativo in accordo con le direttive europee, il quadro decisionale è cambiato poco o niente in termini di coinvolgimento di altri attori, mantenendo così un approccio 'ortodosso' che si osserva immutato dal 1948. La ricerca evidenzia due periodi in cui gli strumenti di tutela del patrimonio sono stati utilizzati in maniera inappropriata, eliminandolo dal territorio: negli anni 1967-70 e negli anni 2015-2020. Questi due periodi hanno in comune il processo decisionale imposto dall'alto: il primo durante il regime comunista, quando l’applicazione dell'ideologia politica mirava a rafforzare il potere comunista combattendo la religione; il secondo fa riferimento all'uso del potere nell'interesse ristretto del capitale economico privato, focalizzando le decisioni sulla base di particelle catastali e non nell'interesse dello sviluppo della città nel suo insieme.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/73464
URN:NBN:IT:UNIFE-73464