Obiettivo della ricerca è stato quello di stilare un regesto degli "exempla" che il francescano Iacopo Mazza, nato a Reggio Calabria e vissuto nel meridione d Italia tra la Sicilia e Napoli - fra Quattrocento e Cinquecento, utilizza all interno dei suoi trattati ("Scala de virtuti et via de paradiso", 1499; "Tractato perutile et delectabile nominato Amatorium", 1517; "Tractatu preclarissimo et utile nominato Lucerna confessionis", 1519), sì da individuare una supposta biblioteca del frate e rilevare se e in che misura la letteratura esemplare circolava nelle regioni meridionali della penisola sul liminare del Medioevo. Il contributo prodotto da tale ricerca rivela la presenza vivissima dell "exemplum", a ulteriore dimostrazione se ce ne fosse ancora bisogno che la grande stagione dell esempio parenetico non finisce con il secolo XIII, come asseriva Tubach, smentito ormai da numerosi studi. Di più, la ricerca delle fonti utilizzate dal frate calabrese mette in luce una grande varietà di testi religiosi ma anche profani - cui Mazza attinge e che inserisce nei suoi trattati, con lo scopo dichiarato di edificare gli «audienti et legenti», un pubblico laico di "idiotae", ma anche quel basso clero poco avvezzo al latino. A tale scopo Iacopo si serve di un volgare siciliano che però mostra evidenti i segni di una toscanizzazione ormai avviata da tempo in Sicilia (si rammenti che la Calabria meridionale condivide con la Sicilia numerosi fenomeni linguistici).
Repertorio degli "exempla" di Iacopo Mazza. Fonti, temi, motivi.
CONTE, FILIPPO
2012
Abstract
Obiettivo della ricerca è stato quello di stilare un regesto degli "exempla" che il francescano Iacopo Mazza, nato a Reggio Calabria e vissuto nel meridione d Italia tra la Sicilia e Napoli - fra Quattrocento e Cinquecento, utilizza all interno dei suoi trattati ("Scala de virtuti et via de paradiso", 1499; "Tractato perutile et delectabile nominato Amatorium", 1517; "Tractatu preclarissimo et utile nominato Lucerna confessionis", 1519), sì da individuare una supposta biblioteca del frate e rilevare se e in che misura la letteratura esemplare circolava nelle regioni meridionali della penisola sul liminare del Medioevo. Il contributo prodotto da tale ricerca rivela la presenza vivissima dell "exemplum", a ulteriore dimostrazione se ce ne fosse ancora bisogno che la grande stagione dell esempio parenetico non finisce con il secolo XIII, come asseriva Tubach, smentito ormai da numerosi studi. Di più, la ricerca delle fonti utilizzate dal frate calabrese mette in luce una grande varietà di testi religiosi ma anche profani - cui Mazza attinge e che inserisce nei suoi trattati, con lo scopo dichiarato di edificare gli «audienti et legenti», un pubblico laico di "idiotae", ma anche quel basso clero poco avvezzo al latino. A tale scopo Iacopo si serve di un volgare siciliano che però mostra evidenti i segni di una toscanizzazione ormai avviata da tempo in Sicilia (si rammenti che la Calabria meridionale condivide con la Sicilia numerosi fenomeni linguistici).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/74739
URN:NBN:IT:UNICT-74739