Lo spunto al presente lavoro di tesi è rappresentato dai numerosi dissesti che hanno interessato il versante orientale dei Monti Peloritani nel mese di Ottobre 2009. Questi dissesti, e in generale tutti gli eventi simultanei, costituiscono un ottimo data-set per comprendere quali siano stati i fattori geologici e geomorfologici che hanno contribuito alla formazione di quello scenario. Combinando il catalogo degli eventi con i fattori predisponenti, attraverso l'uso di più tecniche statistiche, sono stati prodotti dei modelli di suscettibilità alle frane superficiali. Questi sono caratterizzati da un ottimo grado di affidabilità: le aree classificate come suscettibili o molto suscettibili racchiudono l'84,4% di tutti i dissesti mappati, mentre solamente l'1,8% di questi è mappato nella classe a suscettibilità più bassa. Le verifiche eseguite in due distinte aree di test indicano che anche in aree esterne il modello è in grado di fornire risultati considerevoli. L'elaborazione e la validazione del modello di suscettibilità ha consentito di ottenere due risultati principali. Per primo, sono state identificate con precisione le aree con maggiore probabilità d essere soggette a dissesti futuri; successivamente è stato possibile investigare la relazione che esiste tra la combinazione di fattori che maggiormente favoriscono il dissesto e i processi legati alla tettonica attiva. L'idea consiste nel considerare che dietro i fattori che determinano le instabilità giocano un ruolo fondamentale sia la storia geologica passata che la tettonica recente. Tramite l analisi di suscettibilità è possibile quindi legare in maniera indiretta l'attività tettonica con i fattori geologico-ambientali quali ad esempio l'esposizione, la pendenza e la distanza dal reticolo di drenaggio. Lo studio suggerisce che l'influenza della tettonica, e la sua variazione nel tempo e nello spazio debba essere presa in considerazione come fattore predisponente in futuri studi di suscettibilità. Dimostrando l'influenza dei processi tettonici su quelli superficiali, è stato quindi possibile proporre un modello che includa la variazione nello spazio di un fattore tettonico. È stata considerata la variazione spaziale del sollevamento tettonico, che si ritiene essere il processo dominante nell'area. Questo fattore vuole esprimere il potenziale morfogenetico che la deformazione verticale esercita sul territorio. È stato quindi elaborato un modello empirico per il versante orientale dei Monti Peloritani e parte di quello settentrionale i cui risultati indicano una corretta selezione dei fattori la loro precisa mappatura. L'utilizzo di nuovi cataloghi, estesi su tutti i Monti Peloritani, potrà essere in grado di affermare la bontà dl modello e di questo nuovo tipo di approccio.

Analisi dei processi morfotettonici finalizzata alla mappatura della pericolosità geologica in un settore dell'arco calabro meridionale

SCUDERO, SALVATORE
2012

Abstract

Lo spunto al presente lavoro di tesi è rappresentato dai numerosi dissesti che hanno interessato il versante orientale dei Monti Peloritani nel mese di Ottobre 2009. Questi dissesti, e in generale tutti gli eventi simultanei, costituiscono un ottimo data-set per comprendere quali siano stati i fattori geologici e geomorfologici che hanno contribuito alla formazione di quello scenario. Combinando il catalogo degli eventi con i fattori predisponenti, attraverso l'uso di più tecniche statistiche, sono stati prodotti dei modelli di suscettibilità alle frane superficiali. Questi sono caratterizzati da un ottimo grado di affidabilità: le aree classificate come suscettibili o molto suscettibili racchiudono l'84,4% di tutti i dissesti mappati, mentre solamente l'1,8% di questi è mappato nella classe a suscettibilità più bassa. Le verifiche eseguite in due distinte aree di test indicano che anche in aree esterne il modello è in grado di fornire risultati considerevoli. L'elaborazione e la validazione del modello di suscettibilità ha consentito di ottenere due risultati principali. Per primo, sono state identificate con precisione le aree con maggiore probabilità d essere soggette a dissesti futuri; successivamente è stato possibile investigare la relazione che esiste tra la combinazione di fattori che maggiormente favoriscono il dissesto e i processi legati alla tettonica attiva. L'idea consiste nel considerare che dietro i fattori che determinano le instabilità giocano un ruolo fondamentale sia la storia geologica passata che la tettonica recente. Tramite l analisi di suscettibilità è possibile quindi legare in maniera indiretta l'attività tettonica con i fattori geologico-ambientali quali ad esempio l'esposizione, la pendenza e la distanza dal reticolo di drenaggio. Lo studio suggerisce che l'influenza della tettonica, e la sua variazione nel tempo e nello spazio debba essere presa in considerazione come fattore predisponente in futuri studi di suscettibilità. Dimostrando l'influenza dei processi tettonici su quelli superficiali, è stato quindi possibile proporre un modello che includa la variazione nello spazio di un fattore tettonico. È stata considerata la variazione spaziale del sollevamento tettonico, che si ritiene essere il processo dominante nell'area. Questo fattore vuole esprimere il potenziale morfogenetico che la deformazione verticale esercita sul territorio. È stato quindi elaborato un modello empirico per il versante orientale dei Monti Peloritani e parte di quello settentrionale i cui risultati indicano una corretta selezione dei fattori la loro precisa mappatura. L'utilizzo di nuovi cataloghi, estesi su tutti i Monti Peloritani, potrà essere in grado di affermare la bontà dl modello e di questo nuovo tipo di approccio.
7-dic-2012
Italiano
DE GUIDI, GIORGIO
PAPPALARDO, Giovanna
MONACO, Carmelo Giovanni
Università degli studi di Catania
Catania
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/74892
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNICT-74892