Questa ricerca, basata su un’etnografia della durata di 9 mesi, indaga le pratiche lavorative quotidiane all’interno di un piccolo studio di lighting design. Il lavoro parte dalla convinzione che, per definire in cosa consista il lavoro, occorra indagare il contenuto effettivo del lavoro stesso, ossia le pratiche lavorative immerse nel loro contesto naturale, laddove esse avvengono. La pratica e le pratiche rappresentano una chiave di lettura dei diversi fenomeni sociali. Sul piano dell'ontologia sociale, le pratiche diventano l'oggetto costitutivo della società, come luogo di incontro delle diverse istanze oggettive e soggettive, micro e macro, strutturali e individuali, e dove queste stesse istanze si dissolvono. E, sul piano epistemologico, attraverso la lente delle pratiche, le stesse dicotomie oggetto/soggetto, struttura/azione, micro/macro vengono rigettate, nel tentativo di restituire la densità e la complessità della realtà sociale intesa come continuo prodotto endogeno delle pratiche stesse di attori concreti e reali, umani e non-umani. Per poter dare conto del lavoro di ricerca compiuto, ho scelto di iniziare accompagnando il lettore nel retroscena della ricerca stessa. Per questa ragione, nel primo capitolo racconto, nella forma di una storia naturale della ricerca, le scelte di ordine teorico e metodologico sottese al lavoro di ricerca. Descriverò come, a partire da un interrogativo di tipo teorico ed epistemologico sul concetto di pratica come strumento euristico e oggetto di ricerca, sono passato allo sviluppo delle domande di ricerca, all'individuazione del campo di indagine e alla definizione del piano empirico di ricerca. Nel secondo capitolo passo in rassegna i diversi modi in cui in sociologia è stato affrontato il tema delle pratiche. Da un lato, abbiamo autori classici, come Harold Garfinkel e in generale l'etnometodologia, Pierre Bourdieu, Anthony Giddens ed un filosofo come Theodore Schatzki; dall'altro un insieme di studi interdisciplinari di matrice organizzativa, che va sotto il nome di Practice-Based Studies, incentrati principalmente sugli aspetti cognitivi e materiali delle pratiche lavorative. I tre capitoli successivi sono dedicati al resoconto etnografico ed all'analisi delle pratiche lavorative di Studio Lambda. Nel terzo capitolo parlo degli spazi e dei tempi lavorativi di Studio Lambda, intesi non come sfondo all'azione dei soggetti, ma come essi stessi attori sociali. Nel quarto capitolo parlo delle diverse pratiche e micropratiche lavorative osservate all'interno di Studio Lambda, e che costituiscono il contenuto effettivo del lavoro dei lighting designers di Studio Lambda. Nel quinto capitolo vediamo quali sono i modi pratici attraverso cui i lighting designers costruiscono la propria identità professionale: I lighting designers protagonisti di questo resoconto etnografico sono degli artigiani della luce poiché trattano la luce nei suoi aspetti materiali e simbolici attraverso il dispiegamento quotidiano del proprio saper fare pratico. Nell'ultimo capitolo, infine, vengono tratte alcune conclusioni sul lighting design come un mondo sociale costituito da un insieme eterogeneo di attori umani e non-umani, in cui la luce e la progettazione illuminotecnica rappresentano un prodotto endogeno delle loro interazioni.

Artigiani della luce. Etnografia delle pratiche lavorative di uno studio di lighting design

AVOLIO, ROCCO
2013

Abstract

Questa ricerca, basata su un’etnografia della durata di 9 mesi, indaga le pratiche lavorative quotidiane all’interno di un piccolo studio di lighting design. Il lavoro parte dalla convinzione che, per definire in cosa consista il lavoro, occorra indagare il contenuto effettivo del lavoro stesso, ossia le pratiche lavorative immerse nel loro contesto naturale, laddove esse avvengono. La pratica e le pratiche rappresentano una chiave di lettura dei diversi fenomeni sociali. Sul piano dell'ontologia sociale, le pratiche diventano l'oggetto costitutivo della società, come luogo di incontro delle diverse istanze oggettive e soggettive, micro e macro, strutturali e individuali, e dove queste stesse istanze si dissolvono. E, sul piano epistemologico, attraverso la lente delle pratiche, le stesse dicotomie oggetto/soggetto, struttura/azione, micro/macro vengono rigettate, nel tentativo di restituire la densità e la complessità della realtà sociale intesa come continuo prodotto endogeno delle pratiche stesse di attori concreti e reali, umani e non-umani. Per poter dare conto del lavoro di ricerca compiuto, ho scelto di iniziare accompagnando il lettore nel retroscena della ricerca stessa. Per questa ragione, nel primo capitolo racconto, nella forma di una storia naturale della ricerca, le scelte di ordine teorico e metodologico sottese al lavoro di ricerca. Descriverò come, a partire da un interrogativo di tipo teorico ed epistemologico sul concetto di pratica come strumento euristico e oggetto di ricerca, sono passato allo sviluppo delle domande di ricerca, all'individuazione del campo di indagine e alla definizione del piano empirico di ricerca. Nel secondo capitolo passo in rassegna i diversi modi in cui in sociologia è stato affrontato il tema delle pratiche. Da un lato, abbiamo autori classici, come Harold Garfinkel e in generale l'etnometodologia, Pierre Bourdieu, Anthony Giddens ed un filosofo come Theodore Schatzki; dall'altro un insieme di studi interdisciplinari di matrice organizzativa, che va sotto il nome di Practice-Based Studies, incentrati principalmente sugli aspetti cognitivi e materiali delle pratiche lavorative. I tre capitoli successivi sono dedicati al resoconto etnografico ed all'analisi delle pratiche lavorative di Studio Lambda. Nel terzo capitolo parlo degli spazi e dei tempi lavorativi di Studio Lambda, intesi non come sfondo all'azione dei soggetti, ma come essi stessi attori sociali. Nel quarto capitolo parlo delle diverse pratiche e micropratiche lavorative osservate all'interno di Studio Lambda, e che costituiscono il contenuto effettivo del lavoro dei lighting designers di Studio Lambda. Nel quinto capitolo vediamo quali sono i modi pratici attraverso cui i lighting designers costruiscono la propria identità professionale: I lighting designers protagonisti di questo resoconto etnografico sono degli artigiani della luce poiché trattano la luce nei suoi aspetti materiali e simbolici attraverso il dispiegamento quotidiano del proprio saper fare pratico. Nell'ultimo capitolo, infine, vengono tratte alcune conclusioni sul lighting design come un mondo sociale costituito da un insieme eterogeneo di attori umani e non-umani, in cui la luce e la progettazione illuminotecnica rappresentano un prodotto endogeno delle loro interazioni.
21-gen-2013
Italiano
NAVARINI, GIANMARCO CURIO
Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/75045
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMIB-75045