La fenilchetonuria è la più frequente malattia metabolica ereditaria caratterizzata dal deficit, su base genetica, dell'enzima fenilalanina idrossilasi con conseguente iperfenilalaninemia causa di danno cerebrale. Gli elevati livelli di fenilalanina sono infatti alla base della patogenesi del danno interferendo con la normale sintesi della mielina. Nel 1951 il pediatra inglese Horst Bickel elaborò una dieta a ridotto apporto alimentare di fenilalanina per prevenire il danno cerebrale. Tuttavia, la dieta, con il suo rigore, presenta dei risvolti psicologici di notevole entità ed in taluni casi la non accettazione da parte della famiglia e del soggetto fenilchetonurico adolescente. Nell' ultimo decennio, l'obiettivo della ricerca scientifica è stato quello di trovare trattamenti alternativi alla dieta per la cura della fenilchetonuria. Nei primi anni del 2000 l' attenzione degli studiosi si è spostata sulla possibilità di impiego del cofattore enzimatico tetraidrobiopterina o BH4 dell'enzima fenilalanina idrossilasi, quale strategia terapeutica alternativa alla dietoterapia. Dal momento che la BH4 non esisteva come farmaco si è reso indispensabile avviare uno studio clinico mondiale allo scopo di sperimentare e valutare l'efficacia e la sicurezza della molecola utilizzata. La casa farmaceutica americana Biomarin ha prodotto tale molecola con il nome di Phenoptin (idrocloruro di sapropterina) e l'ha distribuito ai Centri che hanno preso parte alla sperimentazione. La Clinica Pediatrica dell'Università di Catania è stata coinvolta in questo studio clinico multicentrico mondiale. La prima parte di questa tesi descrive la fenilchetonuria, la sua scoperta, le basi biochimiche della malattia e le diverse forme cliniche derivanti dai difetti funzionali degli enzimi coinvolti nella via metabolica della fenilalanina, nonché i principi del trattamento dietoterapeutico e le nuove prospettive di terapia. Nella seconda parte di questa tesi riportiamo i risultati dello studio pilota condotto negli anni 2005-2009 che ha coinvolto anche i pazienti fenilchetonurici seguiti presso la Clinica Pediatrica di Catania.
Studio esteso policentrico su phenoptin (idrocloruro di sapropterina) in soggetti affetti da fenilchetonuria
BARBAGALLO, MARIA LUISA
2011
Abstract
La fenilchetonuria è la più frequente malattia metabolica ereditaria caratterizzata dal deficit, su base genetica, dell'enzima fenilalanina idrossilasi con conseguente iperfenilalaninemia causa di danno cerebrale. Gli elevati livelli di fenilalanina sono infatti alla base della patogenesi del danno interferendo con la normale sintesi della mielina. Nel 1951 il pediatra inglese Horst Bickel elaborò una dieta a ridotto apporto alimentare di fenilalanina per prevenire il danno cerebrale. Tuttavia, la dieta, con il suo rigore, presenta dei risvolti psicologici di notevole entità ed in taluni casi la non accettazione da parte della famiglia e del soggetto fenilchetonurico adolescente. Nell' ultimo decennio, l'obiettivo della ricerca scientifica è stato quello di trovare trattamenti alternativi alla dieta per la cura della fenilchetonuria. Nei primi anni del 2000 l' attenzione degli studiosi si è spostata sulla possibilità di impiego del cofattore enzimatico tetraidrobiopterina o BH4 dell'enzima fenilalanina idrossilasi, quale strategia terapeutica alternativa alla dietoterapia. Dal momento che la BH4 non esisteva come farmaco si è reso indispensabile avviare uno studio clinico mondiale allo scopo di sperimentare e valutare l'efficacia e la sicurezza della molecola utilizzata. La casa farmaceutica americana Biomarin ha prodotto tale molecola con il nome di Phenoptin (idrocloruro di sapropterina) e l'ha distribuito ai Centri che hanno preso parte alla sperimentazione. La Clinica Pediatrica dell'Università di Catania è stata coinvolta in questo studio clinico multicentrico mondiale. La prima parte di questa tesi descrive la fenilchetonuria, la sua scoperta, le basi biochimiche della malattia e le diverse forme cliniche derivanti dai difetti funzionali degli enzimi coinvolti nella via metabolica della fenilalanina, nonché i principi del trattamento dietoterapeutico e le nuove prospettive di terapia. Nella seconda parte di questa tesi riportiamo i risultati dello studio pilota condotto negli anni 2005-2009 che ha coinvolto anche i pazienti fenilchetonurici seguiti presso la Clinica Pediatrica di Catania.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/76767
URN:NBN:IT:UNICT-76767