La tesi si occupa della disciplina legale del funzionamento dell’organo amministrativo e dell’invalidità delle decisioni gestorie, nel modello di default della s.r.l. Lo studio prende le mosse dalla constatazione che nel modello legale, in assenza di diverse disposizioni dello statuto, le norme in materia sono abbastanza scarne. Diversamente dalla s.p.a., infatti, nulla è espressamente prescritto in merito al procedimento di formazione della volontà dell’organo collegiale. Allo stesso modo, il codice tace in ordine alla disciplina delle eventuali invalidità delle decisioni degli amministratori (sia del c.d.a., sia dell’amministratore unico) e delle conseguenti impugnative, salvo che nell art.2475-ter c.c., per quel che riguarda le deliberazioni collegiali viziate da conflitto di interessi. Lo scopo della tesi, dunque, è quello di risolvere i diversi nodi interpretativi che vengono in rilievo, considerato anche la rilevanza che un’indagine di questo tipo assume a causa di una prassi notarile volta a ripetere o a richiamare automaticamente le norme in tema di s.p.a. per gli aspetti non espressamente disciplinati nello statuto tipico della s.r.l., in tal modo svilendo l’anima della riforma e non valorizzando i tratti tipologici della nuova società. In questa ottica, nella tesi, si ritiene opportuno ricercare, in via preliminare, un criterio ermeneutico che valga a dare una base certa alle soluzioni che vengono prospettate. Con riferimento ai profili su cui il legislatore resta silente, si è cercato anzitutto di attribuire un significato a tale scelta, prendendo in considerazione le caratteristiche tipologiche della s.r.l. e l’esigenza di rintracciare anche nel tipo in esame la stessa funzione che le regole mancanti tendono a realizzare. Una volta accertata, in tal modo, l’esistenza di lacune, il metodo cui si è fatto ricorso per la loro integrazione è quello dell’analogia ex art. 12 prel. Date queste premesse (esaminate e approfondite nel primo capitolo della tesi), il lavoro si articola in altri tre capitoli. Il secondo capitolo si occupa del procedimento di formazione della volontà dell’organo collegiale (ed in particolare, dei tempi e dei modi di convocazione, delle riunioni e delle deliberazioni); il terzo capitolo prende in esame la possibilità di delegare le funzioni amministrative a singoli amministratori; il quarto capitolo, invece, esamina l invalidità delle decisioni gestorie, partendo dall’interpretazione dell’unica disposizione normativa prevista al riguardo, ovvero quella relativa alle deliberazioni adottate in conflitto di interessi, e proseguendo con l’analisi di una possibile disciplina generale sull’invalidità delle delibere del c.d.a..

La disciplina legale dell'amministrazione di s.r.l.: funzionamento del c.d.a. e invalidità delle decisioni gestorie

CANNAO', GRAZIELLA
2016

Abstract

La tesi si occupa della disciplina legale del funzionamento dell’organo amministrativo e dell’invalidità delle decisioni gestorie, nel modello di default della s.r.l. Lo studio prende le mosse dalla constatazione che nel modello legale, in assenza di diverse disposizioni dello statuto, le norme in materia sono abbastanza scarne. Diversamente dalla s.p.a., infatti, nulla è espressamente prescritto in merito al procedimento di formazione della volontà dell’organo collegiale. Allo stesso modo, il codice tace in ordine alla disciplina delle eventuali invalidità delle decisioni degli amministratori (sia del c.d.a., sia dell’amministratore unico) e delle conseguenti impugnative, salvo che nell art.2475-ter c.c., per quel che riguarda le deliberazioni collegiali viziate da conflitto di interessi. Lo scopo della tesi, dunque, è quello di risolvere i diversi nodi interpretativi che vengono in rilievo, considerato anche la rilevanza che un’indagine di questo tipo assume a causa di una prassi notarile volta a ripetere o a richiamare automaticamente le norme in tema di s.p.a. per gli aspetti non espressamente disciplinati nello statuto tipico della s.r.l., in tal modo svilendo l’anima della riforma e non valorizzando i tratti tipologici della nuova società. In questa ottica, nella tesi, si ritiene opportuno ricercare, in via preliminare, un criterio ermeneutico che valga a dare una base certa alle soluzioni che vengono prospettate. Con riferimento ai profili su cui il legislatore resta silente, si è cercato anzitutto di attribuire un significato a tale scelta, prendendo in considerazione le caratteristiche tipologiche della s.r.l. e l’esigenza di rintracciare anche nel tipo in esame la stessa funzione che le regole mancanti tendono a realizzare. Una volta accertata, in tal modo, l’esistenza di lacune, il metodo cui si è fatto ricorso per la loro integrazione è quello dell’analogia ex art. 12 prel. Date queste premesse (esaminate e approfondite nel primo capitolo della tesi), il lavoro si articola in altri tre capitoli. Il secondo capitolo si occupa del procedimento di formazione della volontà dell’organo collegiale (ed in particolare, dei tempi e dei modi di convocazione, delle riunioni e delle deliberazioni); il terzo capitolo prende in esame la possibilità di delegare le funzioni amministrative a singoli amministratori; il quarto capitolo, invece, esamina l invalidità delle decisioni gestorie, partendo dall’interpretazione dell’unica disposizione normativa prevista al riguardo, ovvero quella relativa alle deliberazioni adottate in conflitto di interessi, e proseguendo con l’analisi di una possibile disciplina generale sull’invalidità delle delibere del c.d.a..
9-dic-2016
Italiano
ROSSI, SERENELLA
VIGO, Ruggero
Università degli studi di Catania
Catania
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/77175
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNICT-77175