Il lavoro si concentra sull'ultima, inattesa e ancora inesplorata opera dello scrittore russo Saša Sokolov (n. 1943), "Triptich" (2011), un trittico in versi irregolari raccolti in strofe numerate di diversa lunghezza, la cui lettura è scandita non tanto dal dipanarsi di un intreccio di tipo tradizionale, quanto da un ritmo serrato e musicale. L’elaborato consta di tre parti, articolate in due capitoli ciascuna. La prima parte si concentra sulla vita dello scrittore e sul panorama degli studi critici che si è disegnato attorno alla sua opera. La seconda parte descrive "Triptich" sia prendendo in analisi il testo come opera unitaria che approfondendo l’interpretazione delle tre singole sezioni che lo compongono. La terza parte propone un’analisi del testo attraverso la lente del mondo musicale e di quello teatrale, due dimensioni artistiche di riferimento per lo scrittore e presenti in maniera trasversale in tutta la sua opera: il bello (l’izjaščnoe), secondo Saša Sokolov, nasce infatti dall’armonia polifonica e composita di ciò che può apparire inizialmente scisso, arti comprese. Nel lavoro si fa ampio utilizzo di materiale inedito e d’archivio, di conversazioni personali con lo scrittore e si propongono in traduzione estratti significativi dalle sue opere ancora sconosciute al pubblico italiano, in particolare alcuni suoi essai proetici.
Saša Sokolov e "Triptich": un’opera proetica tra musica e teatro
NAPOLITANO, MARTINA
2020
Abstract
Il lavoro si concentra sull'ultima, inattesa e ancora inesplorata opera dello scrittore russo Saša Sokolov (n. 1943), "Triptich" (2011), un trittico in versi irregolari raccolti in strofe numerate di diversa lunghezza, la cui lettura è scandita non tanto dal dipanarsi di un intreccio di tipo tradizionale, quanto da un ritmo serrato e musicale. L’elaborato consta di tre parti, articolate in due capitoli ciascuna. La prima parte si concentra sulla vita dello scrittore e sul panorama degli studi critici che si è disegnato attorno alla sua opera. La seconda parte descrive "Triptich" sia prendendo in analisi il testo come opera unitaria che approfondendo l’interpretazione delle tre singole sezioni che lo compongono. La terza parte propone un’analisi del testo attraverso la lente del mondo musicale e di quello teatrale, due dimensioni artistiche di riferimento per lo scrittore e presenti in maniera trasversale in tutta la sua opera: il bello (l’izjaščnoe), secondo Saša Sokolov, nasce infatti dall’armonia polifonica e composita di ciò che può apparire inizialmente scisso, arti comprese. Nel lavoro si fa ampio utilizzo di materiale inedito e d’archivio, di conversazioni personali con lo scrittore e si propongono in traduzione estratti significativi dalle sue opere ancora sconosciute al pubblico italiano, in particolare alcuni suoi essai proetici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/89802
URN:NBN:IT:UNIUD-89802