Mario Luzi (1914-2005), dopo una storia poetica che attraversa tre quarti del Novecento, ha davvero com-preso il simbolismo. Nella mia ricerca mi sono occupata in particolare della raccolta Frasi e incisi di un canto salutare (1990): la distanza intercorsa dalle prime letture – riconducibili agli anni Trenta – dei poeti simbolisti fa emergere le permanenze con maggiore consistenza. I contrassegni mutuati dal simbolismo sono rintracciabili lungo tutta la produzione luziana, ed entrano nell’officina poetica come materie prime, anche se il loro impiego passa attraverso un lungo processo di sedimentazione. In primo luogo, si è rivelato necessario definire una grammatica simbolista, individuando le coordinate tematiche e stilistiche che rendono il simbolismo laboratorio e itinerario poetico, fondamentale per comprendere la poesia luziana. Nel primo capitolo ho dunque definito l’immaginario, lo sguardo e la voce simbolisti: questi nuclei hanno poi costituito le linee-guida per entrare nel vivo della produzione luziana. Mallarmé è sicuramente una pietra miliare nell’evoluzione poetica di Luzi, ma il magistero mallarméano non vive isolato nel panorama luziano. Temi e stilemi comuni a Mallarmé sono infatti rintracciabili in poeti quali Rimbaud, Verlaine, Maeterlinck, Samain, Rodenbach, Verhaeren, Laforgue: essi presentano una tavolozza poetica giocata sulle medesime tonalità, una congerie di elementi che diventano rilevanti e influenti sulla poesia successiva proprio in quanto significativi di un’epoca (se non rivelatori di un vero e proprio Zeitgeist) ed estesi sino a raggiungere la poesia tardo-novecentesca. Nel Luzi degli anni Novanta, il costante riferimento all’idea, al modus simbolista, diventa un simbolismo sostanziale: visibile nella struttura, nell’andamento poiematico, oltre che nella permanenza di temi e stilemi. Egli riconferma l’ammirazione per i modelli sino alle ultime raccolte: un’ammirazione che va di pari passo con lo scarto ideologico, in una sintesi che testimonia la partecipazione a una medesima sensibilità, in modo dapprima diretto, quindi sostanziato. Frasi e incisi di un canto salutare rappresenta sì un riconoscimento, ma anche un commiato rispetto ai maestri simbolisti. Il magistero simbolista si avverte in modo particolare a livello stilistico: i periodi poetici dei simbolisti sono una costellazione, immagine che ricorda anche visivamente la poesia luziana all’altezza di Frasi e incisi. A livello tematico, l’approdo luziano è antitetico rispetto agli esiti simbolisti ma viene presentato tramite modalità che verso i simbolisti sono debitrici. In fondo, l’epifania del divino si ottiene per continua approssimazione: e l’impiego di temi e stilemi simbolisti rientra nel percorso luziano di avvicinamento alla verità. Questa dinamica, in bilico tra sodalizio e congedo, porta Luzi a fare ammenda rispetto a certe posizioni, anche stilistiche, del passato; al contempo, però, si nota il permanere di una koiné che deve in gran parte proprio al simbolismo la sua definizione.
Sodalizio e congedo: Mario Luzi e il simbolismo
GAS, Marta
2017
Abstract
Mario Luzi (1914-2005), dopo una storia poetica che attraversa tre quarti del Novecento, ha davvero com-preso il simbolismo. Nella mia ricerca mi sono occupata in particolare della raccolta Frasi e incisi di un canto salutare (1990): la distanza intercorsa dalle prime letture – riconducibili agli anni Trenta – dei poeti simbolisti fa emergere le permanenze con maggiore consistenza. I contrassegni mutuati dal simbolismo sono rintracciabili lungo tutta la produzione luziana, ed entrano nell’officina poetica come materie prime, anche se il loro impiego passa attraverso un lungo processo di sedimentazione. In primo luogo, si è rivelato necessario definire una grammatica simbolista, individuando le coordinate tematiche e stilistiche che rendono il simbolismo laboratorio e itinerario poetico, fondamentale per comprendere la poesia luziana. Nel primo capitolo ho dunque definito l’immaginario, lo sguardo e la voce simbolisti: questi nuclei hanno poi costituito le linee-guida per entrare nel vivo della produzione luziana. Mallarmé è sicuramente una pietra miliare nell’evoluzione poetica di Luzi, ma il magistero mallarméano non vive isolato nel panorama luziano. Temi e stilemi comuni a Mallarmé sono infatti rintracciabili in poeti quali Rimbaud, Verlaine, Maeterlinck, Samain, Rodenbach, Verhaeren, Laforgue: essi presentano una tavolozza poetica giocata sulle medesime tonalità, una congerie di elementi che diventano rilevanti e influenti sulla poesia successiva proprio in quanto significativi di un’epoca (se non rivelatori di un vero e proprio Zeitgeist) ed estesi sino a raggiungere la poesia tardo-novecentesca. Nel Luzi degli anni Novanta, il costante riferimento all’idea, al modus simbolista, diventa un simbolismo sostanziale: visibile nella struttura, nell’andamento poiematico, oltre che nella permanenza di temi e stilemi. Egli riconferma l’ammirazione per i modelli sino alle ultime raccolte: un’ammirazione che va di pari passo con lo scarto ideologico, in una sintesi che testimonia la partecipazione a una medesima sensibilità, in modo dapprima diretto, quindi sostanziato. Frasi e incisi di un canto salutare rappresenta sì un riconoscimento, ma anche un commiato rispetto ai maestri simbolisti. Il magistero simbolista si avverte in modo particolare a livello stilistico: i periodi poetici dei simbolisti sono una costellazione, immagine che ricorda anche visivamente la poesia luziana all’altezza di Frasi e incisi. A livello tematico, l’approdo luziano è antitetico rispetto agli esiti simbolisti ma viene presentato tramite modalità che verso i simbolisti sono debitrici. In fondo, l’epifania del divino si ottiene per continua approssimazione: e l’impiego di temi e stilemi simbolisti rientra nel percorso luziano di avvicinamento alla verità. Questa dinamica, in bilico tra sodalizio e congedo, porta Luzi a fare ammenda rispetto a certe posizioni, anche stilistiche, del passato; al contempo, però, si nota il permanere di una koiné che deve in gran parte proprio al simbolismo la sua definizione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/90510
URN:NBN:IT:UNIUD-90510