L'obiettivo della tesi è mostrare come sia possibile comprendere la finalità di un discorso agiografico a partire dallʼanalisi della sua tradizione, del suo autore e soprattutto della sua componente stilistica, un dato, questʼultimo, in grado di dire molto sul pubblico cui certi testi erano indirizzati. Sono stati infatti presi in esame soltanto quei testi di prosa greca ed agiografica tardoantica e protobizantina (esemplificati, nel corso del lavoro, dallʼEncomio di SantʼAnastasio di Giorgio di Pisidia), che sempre più tendevano ad adagiarsi su un fondo comune offerto dalla precettistica retorica, unico punto fermo per comprendere tanto labor limae nellʼopera di autori che iniziavano anche a rielaborare, secondo il gusto delle singole epoche, la letteratura agiografica canonica. La tesi si articola in cinque capitoli. Il primo ripercorre la storia del processo di riscrittura tra il VI ed il VII secolo d.C. Obiettivo è quello di mostrare lʼevoluzione della tecnica parafrastica tra Occidente ed Oriente. Lʼanalisi si estende fino ai settanta Miracoli di Ciro e Giovanni di Sofronio di Gerusalemme, composti verso la metà del VII secolo d.C. dal campione dellʼortodossia contro il dilagare della crisi monotelita, e lʼEncomio di SantʼAnastasio di Giorgio di Pisidia, metafrasi degli Atti del martirio operata dal poeta della corte eracliana e finalizzata a propagandare le vittorie dellʼimpero cristiano contro la Persia. A partire dal secondo capitolo, lʼattenzione si concentra sul solo Encomio pisidiano, di cui viene offerta la prima traduzione in lingua italiana. Il terzo capitolo è una disamina sulla nascita e la diffusione del culto di SantʼAnastasio, dopo il suo martirio a Bethsaloé dʼAssiria il 22 gennaio del 628 d.C. Il quarto capitolo prende in esame la tecnica di riscrittura degli Atti del martirio di SantʼAnastasio da parte di Giorgio. Lʼultimo capitolo analizza la struttura dellʼEncomio, cercando di mettere in rilievo i punti in cui la prosa di Giorgio sembra seguire più attentamente i dettami della retorica tardoantica. Si spera con ciò di riuscire a sottolineare la rilevanza di un testo come lʼEncomio di SantʼAnastasio, allʼinterno della produzione panegiristica di Giorgio di Pisidia, ma anche della storia letteraria del VII secolo d.C. e, più in generale, della Tarda Antichità.
L'Encomio di Sant'Anastasio di Giorgio di Pisidia Studi filologici e letterari sulla prosa filosofico-agiografica greca tardoantica (V-VII sec. d.C.)
BEROLLI, Cristiano
2016
Abstract
L'obiettivo della tesi è mostrare come sia possibile comprendere la finalità di un discorso agiografico a partire dallʼanalisi della sua tradizione, del suo autore e soprattutto della sua componente stilistica, un dato, questʼultimo, in grado di dire molto sul pubblico cui certi testi erano indirizzati. Sono stati infatti presi in esame soltanto quei testi di prosa greca ed agiografica tardoantica e protobizantina (esemplificati, nel corso del lavoro, dallʼEncomio di SantʼAnastasio di Giorgio di Pisidia), che sempre più tendevano ad adagiarsi su un fondo comune offerto dalla precettistica retorica, unico punto fermo per comprendere tanto labor limae nellʼopera di autori che iniziavano anche a rielaborare, secondo il gusto delle singole epoche, la letteratura agiografica canonica. La tesi si articola in cinque capitoli. Il primo ripercorre la storia del processo di riscrittura tra il VI ed il VII secolo d.C. Obiettivo è quello di mostrare lʼevoluzione della tecnica parafrastica tra Occidente ed Oriente. Lʼanalisi si estende fino ai settanta Miracoli di Ciro e Giovanni di Sofronio di Gerusalemme, composti verso la metà del VII secolo d.C. dal campione dellʼortodossia contro il dilagare della crisi monotelita, e lʼEncomio di SantʼAnastasio di Giorgio di Pisidia, metafrasi degli Atti del martirio operata dal poeta della corte eracliana e finalizzata a propagandare le vittorie dellʼimpero cristiano contro la Persia. A partire dal secondo capitolo, lʼattenzione si concentra sul solo Encomio pisidiano, di cui viene offerta la prima traduzione in lingua italiana. Il terzo capitolo è una disamina sulla nascita e la diffusione del culto di SantʼAnastasio, dopo il suo martirio a Bethsaloé dʼAssiria il 22 gennaio del 628 d.C. Il quarto capitolo prende in esame la tecnica di riscrittura degli Atti del martirio di SantʼAnastasio da parte di Giorgio. Lʼultimo capitolo analizza la struttura dellʼEncomio, cercando di mettere in rilievo i punti in cui la prosa di Giorgio sembra seguire più attentamente i dettami della retorica tardoantica. Si spera con ciò di riuscire a sottolineare la rilevanza di un testo come lʼEncomio di SantʼAnastasio, allʼinterno della produzione panegiristica di Giorgio di Pisidia, ma anche della storia letteraria del VII secolo d.C. e, più in generale, della Tarda Antichità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/91245
URN:NBN:IT:UNIUD-91245