Questa ricerca ha trattato vari temi ed aspetti riguardanti la produzione scultorea altomedievale realizzata ad hoc per le abbazie di Montecassino e di S. Vincenzo al Volturno, senza dubbio le fondazioni monastiche benedettine che, insieme a quella di Farfa, più di tutte condizionarono lo svolgimento delle vicende storiche, politiche e culturali dell’Italia centro-meridionale ed in modo particolare tra l’VIII e l’XI secolo. La rilevanza che questi due monasteri ebbero nel corso della loro vita, si misura, anche e soprattutto, attraverso la cospicua e raffinata produzione artistica che - su commissione degli stessi abati, dei diversi sovrani o delle famiglie aristocratiche locali - fu per essi eseguita. Pertanto, oltre ad evidenziare i principali avvenimenti storici che hanno contraddistinto queste due realtà cenobitiche dalla loro fondazione fino alla fine dell'XI secolo, il punto nodale di questo lavoro è stato la catalogazione di tutte le testimonianze scultoree altomedievali sopravvissute sia a Montecassino che a S. Vincenzo al Volturno, raccolte qui per la prima volta in due distinti Corpora. La ricerca è stata poi indirizzata verso un’indagine comparativa volta a mettere a confronto le sculture cassinesi e volturnensi con quanto contemporaneamente prodotto nei territori limitrofi, ciò al fine di individuare i modelli di riferimento e le possibili vie di trasmissione di questa koinè artistica nei territori dell'Italia meridionale. Successivamente, attraverso un confronto storico-artistico di più ampio raggio territoriale, si è cercato di far emergere, laddove esistente, l'eventuale continuità stilistica che potrebbe legare le produzioni cassinesi e volturnensi agli altri territori, italiani e non, plasmati allo stesso modo dalla presenza bizantina, longobarda, carolingia e poi normanna. Infine, un ulteriore approfondimento ha riguardato l’individuazione dei materiali impiegati dagli scalpellini, nonché le tecniche esecutive e gli strumenti utilizzati per la realizzazione delle opere scultoree, al fine di ripercorrere passo dopo passo, l’iter operativo degli “Scalpellini di san Benedetto”.
'Gli scalpellini di san Benedetto'. Koinè culturale, modelli e trasmissioni in epoca altomedievale attraverso la produzione scultorea di due abbazie benedettine dell’Italia centro-meridionale: Montecassino e San Vincenzo al Volturno
RAIMO, PASQUALE
2013
Abstract
Questa ricerca ha trattato vari temi ed aspetti riguardanti la produzione scultorea altomedievale realizzata ad hoc per le abbazie di Montecassino e di S. Vincenzo al Volturno, senza dubbio le fondazioni monastiche benedettine che, insieme a quella di Farfa, più di tutte condizionarono lo svolgimento delle vicende storiche, politiche e culturali dell’Italia centro-meridionale ed in modo particolare tra l’VIII e l’XI secolo. La rilevanza che questi due monasteri ebbero nel corso della loro vita, si misura, anche e soprattutto, attraverso la cospicua e raffinata produzione artistica che - su commissione degli stessi abati, dei diversi sovrani o delle famiglie aristocratiche locali - fu per essi eseguita. Pertanto, oltre ad evidenziare i principali avvenimenti storici che hanno contraddistinto queste due realtà cenobitiche dalla loro fondazione fino alla fine dell'XI secolo, il punto nodale di questo lavoro è stato la catalogazione di tutte le testimonianze scultoree altomedievali sopravvissute sia a Montecassino che a S. Vincenzo al Volturno, raccolte qui per la prima volta in due distinti Corpora. La ricerca è stata poi indirizzata verso un’indagine comparativa volta a mettere a confronto le sculture cassinesi e volturnensi con quanto contemporaneamente prodotto nei territori limitrofi, ciò al fine di individuare i modelli di riferimento e le possibili vie di trasmissione di questa koinè artistica nei territori dell'Italia meridionale. Successivamente, attraverso un confronto storico-artistico di più ampio raggio territoriale, si è cercato di far emergere, laddove esistente, l'eventuale continuità stilistica che potrebbe legare le produzioni cassinesi e volturnensi agli altri territori, italiani e non, plasmati allo stesso modo dalla presenza bizantina, longobarda, carolingia e poi normanna. Infine, un ulteriore approfondimento ha riguardato l’individuazione dei materiali impiegati dagli scalpellini, nonché le tecniche esecutive e gli strumenti utilizzati per la realizzazione delle opere scultoree, al fine di ripercorrere passo dopo passo, l’iter operativo degli “Scalpellini di san Benedetto”.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/91371
URN:NBN:IT:UNIUD-91371