La ricerca condotta trova il suo punto di partenza (delineato nel Capitolo I) nella presa d’atto della diffusione, nello spazio giuridico europeo, del concetto giuridico di identità costituzionale e del conseguente apparato teorico e argomentativo. A partire dai due modelli storici di riferimento (Germania e Italia), l’elaborazione da parte di numerose Corti apicali degli Stati membri dell’Unione europea di limiti materiali al processo di integrazione europea, a garanzia di un nucleo duro costituzionale inderogabile, testimonia un fenomeno di circolazione che, accompagnato dalla progressiva emersione della medesima semantica anche nel testo Trattati europei (articolo 4 c. 2 TUE), ha portato all’affermazione dell’identità costituzionale come uno dei concetti chiave per la definizione dei rapporti inter-ordinamentali in Europa. Si è dunque impostato uno studio comparato di tipo funzionalistico, sulla base di una definizione massimamente astratta dell’identità costituzionale come limite costituzionale all’integrazione dall’esterno dell’ordinamento costituzionale, a cui si accompagna la necessità di garantire principi, valori o tratti fondamentali e distintivi di tale ordinamento. L’analisi è stata così ripartita su due diversi piani, volti a evidenziare in primo luogo come l’identità costituzionale così intesa si configura in due ordinamenti nazionali che presentano elementi di originalità rispetto ai modelli storici di riferimento (comparazione orizzontale), e, in secondo luogo, se e in che modo queste stesse funzioni siano esercitate all’interno dell’ordinamento sovranazionale dell’Unione europea (comparazione verticale). Lo studio del piano nazionale si è svolto sugli ordinamenti di Francia e Spagna (cui sono stati dedicati, rispettivamente, i Capitoli II e III), ed ha interessato diversi profili. In primo luogo, si è analizzata la disciplina della revisione costituzionale, al fine di evidenziare eventuali legami tra i limiti alla modificabilità del testo della Costituzione e i limiti opposti al diritto europeo. In secondo luogo, si è ricostruito il processo di progressiva apertura dei due ordinamenti all’integrazione europea, alla luce della disciplina costituzionale del diritto internazionale. Infine, nel contesto così definito, si è approfondita l’elaborazione vera e propria della riserva dell’identità costituzionale, con le modalità di definizione, le funzioni ad essa attribuite, e il concreto funzionamento della stessa nella prassi degli ordinamenti e nei rapporti con l’ordinamento europeo. Infine, il Capitolo IV è dedicato ad uno studio dell’ordinamento dell’Unione europea, che porta alla luce la presenza in esso di elementi e dinamiche assimilabili alle funzioni esercitate dal concetto di identità costituzionale negli ordinamenti nazionali, dando così sostegno alla prospettiva di una ricostruzione di un’identità sovranazionale propria dell’ordinamento europeo, come processo in divenire. Ciò deriva, sul piano esterno, dalla garanzia dei principi fondamentali dell’Unione opposta all’applicazione di Risoluzioni ONU nel caso Kadi, e dalla tutela dell’autonomia del diritto europeo e dei principi di funzionamento dell’ordinamento come nucleo intangibile nella vicenda dell’adesione dell’Ue alla CEDU. Sul piano interno, rilevano, invece, la valorizzazione giurisprudenziale della cittadinanza europea come strumento di affermazione di diritti individuali negli ordinamenti nazionali (Ruiz Zambrano) e dell’art. 19 TFUE come imposizione di un obbligo nazionale di garanzia dell’indipendenza dei giudici, e gli strumenti politici (art. 7 TUE) e finanziari (nuova proposta di Regolamento della Commissione) a tutela dello Stato di diritto all’interno degli Stati membri.
L'identità costituzionale tra stati nazionali e ordinamento dell'Unione Europea
DAICAMPI, MATTEO
2021
Abstract
La ricerca condotta trova il suo punto di partenza (delineato nel Capitolo I) nella presa d’atto della diffusione, nello spazio giuridico europeo, del concetto giuridico di identità costituzionale e del conseguente apparato teorico e argomentativo. A partire dai due modelli storici di riferimento (Germania e Italia), l’elaborazione da parte di numerose Corti apicali degli Stati membri dell’Unione europea di limiti materiali al processo di integrazione europea, a garanzia di un nucleo duro costituzionale inderogabile, testimonia un fenomeno di circolazione che, accompagnato dalla progressiva emersione della medesima semantica anche nel testo Trattati europei (articolo 4 c. 2 TUE), ha portato all’affermazione dell’identità costituzionale come uno dei concetti chiave per la definizione dei rapporti inter-ordinamentali in Europa. Si è dunque impostato uno studio comparato di tipo funzionalistico, sulla base di una definizione massimamente astratta dell’identità costituzionale come limite costituzionale all’integrazione dall’esterno dell’ordinamento costituzionale, a cui si accompagna la necessità di garantire principi, valori o tratti fondamentali e distintivi di tale ordinamento. L’analisi è stata così ripartita su due diversi piani, volti a evidenziare in primo luogo come l’identità costituzionale così intesa si configura in due ordinamenti nazionali che presentano elementi di originalità rispetto ai modelli storici di riferimento (comparazione orizzontale), e, in secondo luogo, se e in che modo queste stesse funzioni siano esercitate all’interno dell’ordinamento sovranazionale dell’Unione europea (comparazione verticale). Lo studio del piano nazionale si è svolto sugli ordinamenti di Francia e Spagna (cui sono stati dedicati, rispettivamente, i Capitoli II e III), ed ha interessato diversi profili. In primo luogo, si è analizzata la disciplina della revisione costituzionale, al fine di evidenziare eventuali legami tra i limiti alla modificabilità del testo della Costituzione e i limiti opposti al diritto europeo. In secondo luogo, si è ricostruito il processo di progressiva apertura dei due ordinamenti all’integrazione europea, alla luce della disciplina costituzionale del diritto internazionale. Infine, nel contesto così definito, si è approfondita l’elaborazione vera e propria della riserva dell’identità costituzionale, con le modalità di definizione, le funzioni ad essa attribuite, e il concreto funzionamento della stessa nella prassi degli ordinamenti e nei rapporti con l’ordinamento europeo. Infine, il Capitolo IV è dedicato ad uno studio dell’ordinamento dell’Unione europea, che porta alla luce la presenza in esso di elementi e dinamiche assimilabili alle funzioni esercitate dal concetto di identità costituzionale negli ordinamenti nazionali, dando così sostegno alla prospettiva di una ricostruzione di un’identità sovranazionale propria dell’ordinamento europeo, come processo in divenire. Ciò deriva, sul piano esterno, dalla garanzia dei principi fondamentali dell’Unione opposta all’applicazione di Risoluzioni ONU nel caso Kadi, e dalla tutela dell’autonomia del diritto europeo e dei principi di funzionamento dell’ordinamento come nucleo intangibile nella vicenda dell’adesione dell’Ue alla CEDU. Sul piano interno, rilevano, invece, la valorizzazione giurisprudenziale della cittadinanza europea come strumento di affermazione di diritti individuali negli ordinamenti nazionali (Ruiz Zambrano) e dell’art. 19 TFUE come imposizione di un obbligo nazionale di garanzia dell’indipendenza dei giudici, e gli strumenti politici (art. 7 TUE) e finanziari (nuova proposta di Regolamento della Commissione) a tutela dello Stato di diritto all’interno degli Stati membri.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/91892
URN:NBN:IT:UNIUD-91892