La presente ricerca analizza le due impostazioni più note all’interno del dibattito penalistico in tema di fondamento dello stato di necessità giustificante, ovvero la teoria dell’interesse prevalente e la tesi della solidarietà. Nella prima parte di questa indagine si assume come premessa concettuale e dogmatica l’importanza pratica che ha il compito di individuare il fondamento dello stato di necessità, il quale, inoltre, costituisce un concetto giuridico generale, che è possibile riconoscere in altri settori dell’ordinamento giuridico. Per quanto riguarda la tesi dell’interesse prevalente, questa indagine analizza la sua evoluzione storica e dogmatica. Tale analisi si svolge con lo scopo di valutare se le critiche che da qualche tempo le vengono mosse siano fondate o meno. In particolare, quella riguardante il presunto collettivismo del principio derivato dal fatto che esso sarebbe manifestazione di un utilitarismo incompatibile con la struttura e funzione attribuita al diritto «moderno». Per contro, la tesi sostenuta in questo lavoro consiste nel ritenere che l’interesse prevalente è la manifestazione di una norma di cultura, nozione del resto collegata ad una tradizione filosofica tutt’altro che omologabile all’utilitarismo. La determinazione degli interessi che predominano nei confronti di altri non viene determinata dall’alto, ma è l’esito di un rapporto di tipo orizzontale che sussiste tra i singoli appartenenti ad una data comunità. Nella parte dedicata al principio di solidarietà, questa indagine svolge una sintesi della sua evoluzione in quanto concetto o principio giuridico, con l’obiettivo di rendere ancora più evidente la critica che viene svolta nella parte finale, ovvero l’essere un concetto che per principio presuppone un rapporto di tipo verticale, cioè un rapporto di potere, il quale risulta piuttosto incompatibile con un diritto penale di stampo liberale. Da questa critica si comprende come il concetto che si propone per dotare di contenuto assiologico il principio dell’interesse prevalente sia quello di «fraternità», ritenuto, d’altronde, un valore essenziale, in un diritto concepito in termini personalistici. Nell’ultima parte si analizza l’impatto di queste due teorie all’interno del dibattito italiano e cileno.
Lo stato di necessità è il suo fondamento. Uno studio comparato.
Castillo Morales, Juan Pablo
2018
Abstract
La presente ricerca analizza le due impostazioni più note all’interno del dibattito penalistico in tema di fondamento dello stato di necessità giustificante, ovvero la teoria dell’interesse prevalente e la tesi della solidarietà. Nella prima parte di questa indagine si assume come premessa concettuale e dogmatica l’importanza pratica che ha il compito di individuare il fondamento dello stato di necessità, il quale, inoltre, costituisce un concetto giuridico generale, che è possibile riconoscere in altri settori dell’ordinamento giuridico. Per quanto riguarda la tesi dell’interesse prevalente, questa indagine analizza la sua evoluzione storica e dogmatica. Tale analisi si svolge con lo scopo di valutare se le critiche che da qualche tempo le vengono mosse siano fondate o meno. In particolare, quella riguardante il presunto collettivismo del principio derivato dal fatto che esso sarebbe manifestazione di un utilitarismo incompatibile con la struttura e funzione attribuita al diritto «moderno». Per contro, la tesi sostenuta in questo lavoro consiste nel ritenere che l’interesse prevalente è la manifestazione di una norma di cultura, nozione del resto collegata ad una tradizione filosofica tutt’altro che omologabile all’utilitarismo. La determinazione degli interessi che predominano nei confronti di altri non viene determinata dall’alto, ma è l’esito di un rapporto di tipo orizzontale che sussiste tra i singoli appartenenti ad una data comunità. Nella parte dedicata al principio di solidarietà, questa indagine svolge una sintesi della sua evoluzione in quanto concetto o principio giuridico, con l’obiettivo di rendere ancora più evidente la critica che viene svolta nella parte finale, ovvero l’essere un concetto che per principio presuppone un rapporto di tipo verticale, cioè un rapporto di potere, il quale risulta piuttosto incompatibile con un diritto penale di stampo liberale. Da questa critica si comprende come il concetto che si propone per dotare di contenuto assiologico il principio dell’interesse prevalente sia quello di «fraternità», ritenuto, d’altronde, un valore essenziale, in un diritto concepito in termini personalistici. Nell’ultima parte si analizza l’impatto di queste due teorie all’interno del dibattito italiano e cileno.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/92681
URN:NBN:IT:UNITN-92681