Nel quadro di un rinnovato interesse per l’Estetica, intesa in senso originario dal filosofo tedesco Alexander Gottlieb Baumgarten come “teoria della sensibilità” e il cui campo d’indagine si estende ben oltre il tradizionale dominio della filosofia dell’arte, si inscrive il tentativo di individuare un nuovo campo d’azione per i concetti cardine dell’Estetica quale, ad esempio, il concetto di simmetria. Negli ultimi decenni del Novecento, grazie all’affermarsi delle tematiche ecologiche e al sempre maggior peso esercitato dalle questioni biologiche sui domini d’indagine della filosofia, si è infatti riscoperta la solidità concettuale del vincolo fra forma e vita, in una “contaminazione di saperi” che ha dato origine a percorsi di grande interesse fra le due discipline e ha favorito la riscoperta di alcune prospettive teoriche, come la morfologia, a lungo trascurate dal dibattito scientifico. Un ruolo importante per la rielaborazione del pensiero morfologico è svolto da Ernst Haeckel, discepolo di Darwin e artista dilettante, le cui opere contribuirono alla diffusione del darwinismo nell’Europa continentale. Scienziato per professione e artista per passione, Haeckel mise l’arte a disposizione delle sue ricerche, facendosi portavoce di una scienza unitaria del vivente, una scienza in grado di comprendere l’organismo nella sua totalità funzionale ed estetica. È per tale ragione che ci proponiamo di sottoporre ad analisi il rilancio delle tematiche morfologiche nel dibattito scientifico contemporaneo in combinazione con una considerazione estetica, nella convinzione che estetica e biologia debbano procedere di pari passo per giungere alla chiarificazione di alcuni concetti che si rivelano di fondamentale importanza per entrambi gli ambiti di ricerca. Quanto finora affermato in linea generale, vale a maggior ragione per il concetto di “simmetria” che, nel percorso di riscoperta del legame fra morfologia e filosofia, svolge un ruolo di cerniera fra dibattito ottocentesco sul vivente e tematiche contemporanee: originariamente utilizzato in contesti artistici per indicare figure proporzionate e armoniche nella disposizione delle proprie parti componenti, solo recentemente tale termine è stato ripreso e ampliato nel dibattitto matematico, fisico e chimico contemporaneo, mettendone in luce caratteristiche che, se riprese in funzione anti-meccanicista, possono rivelarsi di estremo interesse anche per la comprensione biologica del vivente, dando una risposta originale a problemi filosofici antichi quali quelli di continuità nella variazione e di metamorfosi dell’organico. A partire da una rilettura originale dei testi haeckeliani è, infatti, possibile individuare quattro livelli di simmetria (simmetria interna, simmetria di sviluppo, simmetria ritmica e simmetria ecologica) che consentono di rileggere con occhi nuovi e “filosoficamente ricettivi” le nuove conquiste della scienza, contrastando il pericolo di una “lettura” del vivente disgregata e parziale. L’individuazione di tali livelli di simmetria ci spinge a credere che porre una maggiore enfasi sulla riflessione estetica possa favorire, e non ostacolare, il progresso delle indagini scientifiche. Haeckel lo aveva già compreso: l’Estetica può essere l’antidoto non solo contro la separazione “didattica” fra arte, filosofia e scienza, ma anche contro la disgregazione della biologia in una serie di discipline eccessivamente specialistiche che perdono di vista il vivente nella sua intima unità. L’Estetica quindi come rimedio contro la scomposizione della forma organica.

Le simmetrie dell’organismo. Arte e scienza da Haeckel alla morfologia contemporanea

MAGGIORE, VALERIA
2017

Abstract

Nel quadro di un rinnovato interesse per l’Estetica, intesa in senso originario dal filosofo tedesco Alexander Gottlieb Baumgarten come “teoria della sensibilità” e il cui campo d’indagine si estende ben oltre il tradizionale dominio della filosofia dell’arte, si inscrive il tentativo di individuare un nuovo campo d’azione per i concetti cardine dell’Estetica quale, ad esempio, il concetto di simmetria. Negli ultimi decenni del Novecento, grazie all’affermarsi delle tematiche ecologiche e al sempre maggior peso esercitato dalle questioni biologiche sui domini d’indagine della filosofia, si è infatti riscoperta la solidità concettuale del vincolo fra forma e vita, in una “contaminazione di saperi” che ha dato origine a percorsi di grande interesse fra le due discipline e ha favorito la riscoperta di alcune prospettive teoriche, come la morfologia, a lungo trascurate dal dibattito scientifico. Un ruolo importante per la rielaborazione del pensiero morfologico è svolto da Ernst Haeckel, discepolo di Darwin e artista dilettante, le cui opere contribuirono alla diffusione del darwinismo nell’Europa continentale. Scienziato per professione e artista per passione, Haeckel mise l’arte a disposizione delle sue ricerche, facendosi portavoce di una scienza unitaria del vivente, una scienza in grado di comprendere l’organismo nella sua totalità funzionale ed estetica. È per tale ragione che ci proponiamo di sottoporre ad analisi il rilancio delle tematiche morfologiche nel dibattito scientifico contemporaneo in combinazione con una considerazione estetica, nella convinzione che estetica e biologia debbano procedere di pari passo per giungere alla chiarificazione di alcuni concetti che si rivelano di fondamentale importanza per entrambi gli ambiti di ricerca. Quanto finora affermato in linea generale, vale a maggior ragione per il concetto di “simmetria” che, nel percorso di riscoperta del legame fra morfologia e filosofia, svolge un ruolo di cerniera fra dibattito ottocentesco sul vivente e tematiche contemporanee: originariamente utilizzato in contesti artistici per indicare figure proporzionate e armoniche nella disposizione delle proprie parti componenti, solo recentemente tale termine è stato ripreso e ampliato nel dibattitto matematico, fisico e chimico contemporaneo, mettendone in luce caratteristiche che, se riprese in funzione anti-meccanicista, possono rivelarsi di estremo interesse anche per la comprensione biologica del vivente, dando una risposta originale a problemi filosofici antichi quali quelli di continuità nella variazione e di metamorfosi dell’organico. A partire da una rilettura originale dei testi haeckeliani è, infatti, possibile individuare quattro livelli di simmetria (simmetria interna, simmetria di sviluppo, simmetria ritmica e simmetria ecologica) che consentono di rileggere con occhi nuovi e “filosoficamente ricettivi” le nuove conquiste della scienza, contrastando il pericolo di una “lettura” del vivente disgregata e parziale. L’individuazione di tali livelli di simmetria ci spinge a credere che porre una maggiore enfasi sulla riflessione estetica possa favorire, e non ostacolare, il progresso delle indagini scientifiche. Haeckel lo aveva già compreso: l’Estetica può essere l’antidoto non solo contro la separazione “didattica” fra arte, filosofia e scienza, ma anche contro la disgregazione della biologia in una serie di discipline eccessivamente specialistiche che perdono di vista il vivente nella sua intima unità. L’Estetica quindi come rimedio contro la scomposizione della forma organica.
17-feb-2017
Italiano
GEMBILLO, Giuseppe Rocco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/101206
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIME-101206