Sigizmund DominikoviÄ Kržižanovskij nel contesto letterario del primo Novecento russo La povest' Klub ubijc bukv La tesi di dottorato è dedicata ad un'opera, Il club degli assassini delle lettere (Klub ubijc bukv), di Sigizmund DominikoviÄ Kržižanovskij (1887-1950), uno scrittore piuttosto noto negli ambienti intellettuali russi degli anni Venti, la cui produzione è stata però resa accessibile a un vasto pubblico solo nella seconda metà degli anni Ottanta, grazie all'apertura culturale della politica gorbaÄ eviana. A causa del suo complicato destino editoriale, nel complesso l'opera di Kržižanovskij si rivela ancora poco studiata ed è lontana dall'aver trovato una propria collocazione nello sviluppo della storia letteraria russa. Secondo l'opinione più diffusa, Kržižanovskij sarebbe uno scrittore 'inattuale', isolato difficilmente interpretabile secondo gli schemi storico-letterari normalmente utilizzati in ambito russo. Obiettivo principale del presente studio è quello di dimostrare come egli sia stato invece un artista fortemente originale, ma vivamente partecipe delle inquietudini esistenziali e delle ricerche ideologico-artistiche d'inizio secolo. La tesi si articola in tre parti. Nella prima, dopo una rassegna delle edizioni e dei principali studi critici (capitolo 1), vengono approfonditi alcuni aspetti storico-filologici, in particolare la formazione dei due archivi Kržižanovskij (RGALI, Mosca e Kievskij Archiv-Muzej), che hanno contrassegnato il recupero dell'opera dello scrittore e ne hanno condizionato la valutazione (capitolo 2). Un attento esame delle diverse biografie pervenuteci, nonché dei Taccuini (Zapisnye tetradi) dello scrittore ha poi permesso di evidenziare lo sviluppo del "mito" letterario di Sigizmund DominikoviÄ come scrittore estraneo al proprio tempo. Grazie al confronto testuale tra le due diverse varianti dei Taccuini pervenuteci - una manoscritta e una dattiloscritta, verosimilmente "curata" dalla moglie dopo la morte dello scrittore - è stato possibile evidenziare le molte criticità insite nel retaggio letterario Kržižanovskijano. Si è poi messo in luce come sulla sua ricezione abbiano pesato, oltre che l'ostracismo della critica sovietica, anche le modalità della sua diffusione: una diffusione avvenuta principalmente per via orale, tramite letture fatte dall'autore stesso nei più noti salotti letterari moscoviti nel corso degli anni Venti e Trenta. La seconda parte è dedicata all'analisi della povest' Klub ubijc bukv, una serie di racconti inseriti in una struttura a cornice, la cui complessità risulta strettamente legata alla natura metaletteraria del testo. Come viene evidenziato tramite numerosi rilievi intertestuali di ordine sincronico, molti sono gli elementi che legano l'opera alla visione del mondo e alla concezione dell'arte tipiche di tutta la cultura modernista russa: l'idea della crisi della cultura occidentale, la percezione apocalittica dei tempi, l'acuta sensibilità per i problemi concernenti la natura del linguaggio e della parola, la ansie palingenetiche proprie dei diversi movimenti d'avanguardia. L'analisi di ordine sincronico è accompagnata da un'indagine di tipo diacronico, volta a mettere in evidenza la grande erudizione di Kržižanovskij: un ulteriore elemento che sembra confermare il carattere metaletterario della prosa Kržižanovskijana e, fra l'altro, ne spiega la scarsa fortuna goduta in età sovietica. Nella terza parte si propone un confronto testuale specifico tra uno dei racconti compresi in Klub ubijc bukv, da un lato, e la povest' Leningrad di Michail Kozyrev e il romanzo My di Evgenij Zamjatin, dall'altro. I tre testi sembrano legati da un comune background filosofico, a sua volta correlato ai dibattiti culturali che animarono gli anni immediatamente successivi alla rivoluzione d'ottobre. L'analisi comparativa si concentra su due temi fondamentali, la città e l'eros, dove i riferimenti ad un comune orizzonte tradizionale - i modelli utopici del passato, ma anche la Bibbia - s'intrecciano con la più pressante contemporaneità culturale, come testimonia l'eco del noto discorso di Blok KruÅ¡enie gumanizma, riscontrabile sia in Klub ubijc bukv che in My. Attraverso una progressiva focalizzazione critica sul testo letterario, si è potuto così sottolineare come Kržižanovskij non solo si riveli perfettamente integrato nella temperie culturale del suo tempo, ma ne sia addirittura un interprete paradigmatico, sia per la partecipazione al literaturnyj byt dell'epoca, sia - ed è questo l'aspetto che interessa maggiormente - per la natura della sua prosa. Nei testi di Kržižanovskij, infatti, le idee e gli orientamenti che animarono la letteratura russa nel periodo compreso fra il simbolismo e le avanguardie si fanno tema e s'inseriscono in una scrittura nella quale l'estrema densità semantica si coniuga con un sapiente utilizzo dell'intreccio e un vivace virtuosismo stilistico. Protagonisti dell'opera di Kržižanovskij sono la scrittura stessa, il processo creativo e il suo valore filosofico ed esistenziale.
Sigizmung Dominikovic Krzizanovskij nel contesto letterario del primo Novecento russo. La povest' Klub ubijc bukv
BOSCHIERO, MANUEL
2009
Abstract
Sigizmund DominikoviÄ Kržižanovskij nel contesto letterario del primo Novecento russo La povest' Klub ubijc bukv La tesi di dottorato è dedicata ad un'opera, Il club degli assassini delle lettere (Klub ubijc bukv), di Sigizmund DominikoviÄ Kržižanovskij (1887-1950), uno scrittore piuttosto noto negli ambienti intellettuali russi degli anni Venti, la cui produzione è stata però resa accessibile a un vasto pubblico solo nella seconda metà degli anni Ottanta, grazie all'apertura culturale della politica gorbaÄ eviana. A causa del suo complicato destino editoriale, nel complesso l'opera di Kržižanovskij si rivela ancora poco studiata ed è lontana dall'aver trovato una propria collocazione nello sviluppo della storia letteraria russa. Secondo l'opinione più diffusa, Kržižanovskij sarebbe uno scrittore 'inattuale', isolato difficilmente interpretabile secondo gli schemi storico-letterari normalmente utilizzati in ambito russo. Obiettivo principale del presente studio è quello di dimostrare come egli sia stato invece un artista fortemente originale, ma vivamente partecipe delle inquietudini esistenziali e delle ricerche ideologico-artistiche d'inizio secolo. La tesi si articola in tre parti. Nella prima, dopo una rassegna delle edizioni e dei principali studi critici (capitolo 1), vengono approfonditi alcuni aspetti storico-filologici, in particolare la formazione dei due archivi Kržižanovskij (RGALI, Mosca e Kievskij Archiv-Muzej), che hanno contrassegnato il recupero dell'opera dello scrittore e ne hanno condizionato la valutazione (capitolo 2). Un attento esame delle diverse biografie pervenuteci, nonché dei Taccuini (Zapisnye tetradi) dello scrittore ha poi permesso di evidenziare lo sviluppo del "mito" letterario di Sigizmund DominikoviÄ come scrittore estraneo al proprio tempo. Grazie al confronto testuale tra le due diverse varianti dei Taccuini pervenuteci - una manoscritta e una dattiloscritta, verosimilmente "curata" dalla moglie dopo la morte dello scrittore - è stato possibile evidenziare le molte criticità insite nel retaggio letterario Kržižanovskijano. Si è poi messo in luce come sulla sua ricezione abbiano pesato, oltre che l'ostracismo della critica sovietica, anche le modalità della sua diffusione: una diffusione avvenuta principalmente per via orale, tramite letture fatte dall'autore stesso nei più noti salotti letterari moscoviti nel corso degli anni Venti e Trenta. La seconda parte è dedicata all'analisi della povest' Klub ubijc bukv, una serie di racconti inseriti in una struttura a cornice, la cui complessità risulta strettamente legata alla natura metaletteraria del testo. Come viene evidenziato tramite numerosi rilievi intertestuali di ordine sincronico, molti sono gli elementi che legano l'opera alla visione del mondo e alla concezione dell'arte tipiche di tutta la cultura modernista russa: l'idea della crisi della cultura occidentale, la percezione apocalittica dei tempi, l'acuta sensibilità per i problemi concernenti la natura del linguaggio e della parola, la ansie palingenetiche proprie dei diversi movimenti d'avanguardia. L'analisi di ordine sincronico è accompagnata da un'indagine di tipo diacronico, volta a mettere in evidenza la grande erudizione di Kržižanovskij: un ulteriore elemento che sembra confermare il carattere metaletterario della prosa Kržižanovskijana e, fra l'altro, ne spiega la scarsa fortuna goduta in età sovietica. Nella terza parte si propone un confronto testuale specifico tra uno dei racconti compresi in Klub ubijc bukv, da un lato, e la povest' Leningrad di Michail Kozyrev e il romanzo My di Evgenij Zamjatin, dall'altro. I tre testi sembrano legati da un comune background filosofico, a sua volta correlato ai dibattiti culturali che animarono gli anni immediatamente successivi alla rivoluzione d'ottobre. L'analisi comparativa si concentra su due temi fondamentali, la città e l'eros, dove i riferimenti ad un comune orizzonte tradizionale - i modelli utopici del passato, ma anche la Bibbia - s'intrecciano con la più pressante contemporaneità culturale, come testimonia l'eco del noto discorso di Blok KruÅ¡enie gumanizma, riscontrabile sia in Klub ubijc bukv che in My. Attraverso una progressiva focalizzazione critica sul testo letterario, si è potuto così sottolineare come Kržižanovskij non solo si riveli perfettamente integrato nella temperie culturale del suo tempo, ma ne sia addirittura un interprete paradigmatico, sia per la partecipazione al literaturnyj byt dell'epoca, sia - ed è questo l'aspetto che interessa maggiormente - per la natura della sua prosa. Nei testi di Kržižanovskij, infatti, le idee e gli orientamenti che animarono la letteratura russa nel periodo compreso fra il simbolismo e le avanguardie si fanno tema e s'inseriscono in una scrittura nella quale l'estrema densità semantica si coniuga con un sapiente utilizzo dell'intreccio e un vivace virtuosismo stilistico. Protagonisti dell'opera di Kržižanovskij sono la scrittura stessa, il processo creativo e il suo valore filosofico ed esistenziale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/108054
URN:NBN:IT:UNIPD-108054