In questa tesi si vuole evidenziare come lo studio osservazionale di eventi avversi (nel nostro caso quelli di tipo endocrino) in ambito oncologico e clinico in generale, possa offrire degli spunti per la ricerca scientifica. Ci siamo orientati verso lo studio di effetti endocrini secondari alla somministrazione di farmaci antumorali perché, come si evince dalla recente letteratura, con le nuove terapie a bersaglio molecolare sono diminuite le classiche tossicità di tipo acuto delle terapie citotossiche (vomito, diarrea, perdita di capelli ecc) ma sono emerse tossicità meno evidenti e per questo qualche volta più subdole come quelle di tipo endocrino. E’ insolito che una patologia endocrina rara, come l’ipofisite autoimmune, diventi un evento avverso relativamente frequente a seguito di una cura con un farmaco antitumorale (ipilimumab), fornendo, quindi, anche l’occasione per lo studio della patologia rara stessa. E’ meno insolito, invece, che lo studio di una tossicità farmaco-correlata in un sottogruppo di pazienti (che rispondono meglio alla terapia), possa suggerire una relazione tra il recettore bersaglio e l'evento avverso stesso a livello molecolare (ipotiroidismo indotto da sunitinib). Ma sembra anche che il trattamento farmacologico (acido zoledronico) di un evento avverso (osteoporosi) causato da una classe di farmaci antitumorali (inibitori dell’aromatasi) possa indurre miglioramenti sugli outcome di sopravvivenza della patologia tumorale. Dalla presente tesi emerge che la sorveglianza attiva degli eventi avversi può dare un importante contributo non solo alla ricerca clinica ma anche a quella traslazionale. Si conferma, pertanto, che la farmacovigilanza è un’attività essenziale per il miglioramento della cura del paziente
Eventi endocrini correlati alla somministrazione di farmaci antitumorali
FAORO, SONIA
2016
Abstract
In questa tesi si vuole evidenziare come lo studio osservazionale di eventi avversi (nel nostro caso quelli di tipo endocrino) in ambito oncologico e clinico in generale, possa offrire degli spunti per la ricerca scientifica. Ci siamo orientati verso lo studio di effetti endocrini secondari alla somministrazione di farmaci antumorali perché, come si evince dalla recente letteratura, con le nuove terapie a bersaglio molecolare sono diminuite le classiche tossicità di tipo acuto delle terapie citotossiche (vomito, diarrea, perdita di capelli ecc) ma sono emerse tossicità meno evidenti e per questo qualche volta più subdole come quelle di tipo endocrino. E’ insolito che una patologia endocrina rara, come l’ipofisite autoimmune, diventi un evento avverso relativamente frequente a seguito di una cura con un farmaco antitumorale (ipilimumab), fornendo, quindi, anche l’occasione per lo studio della patologia rara stessa. E’ meno insolito, invece, che lo studio di una tossicità farmaco-correlata in un sottogruppo di pazienti (che rispondono meglio alla terapia), possa suggerire una relazione tra il recettore bersaglio e l'evento avverso stesso a livello molecolare (ipotiroidismo indotto da sunitinib). Ma sembra anche che il trattamento farmacologico (acido zoledronico) di un evento avverso (osteoporosi) causato da una classe di farmaci antitumorali (inibitori dell’aromatasi) possa indurre miglioramenti sugli outcome di sopravvivenza della patologia tumorale. Dalla presente tesi emerge che la sorveglianza attiva degli eventi avversi può dare un importante contributo non solo alla ricerca clinica ma anche a quella traslazionale. Si conferma, pertanto, che la farmacovigilanza è un’attività essenziale per il miglioramento della cura del pazienteFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/108717
URN:NBN:IT:UNIPD-108717