I prati stabili ed irrigui di pianura sono una risorsa da salvaguardare e da valorizzare nell'ambito dell'agricoltura italiana. Per far questo è necessario gestire queste colture in modo da poter ottenere dalle stesse un buon prodotto, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, senza però mai perdere di vista il ruolo che tali colture svolgono nella salvaguardia dell'ambiente. Per questo è stato sviluppato un progetto di ricerca in cui sono stati studiati gli effetti dell'applicazione di tre diversi ritmi di taglio e tre diversi livelli di concimazione sulla produzione di foraggio di tre prati stabili. Lo studio è stato svolto nell'alta pianura veneta, tra le provincie di Padova e Vicenza, per un periodo di tre anni (2005-2007). Dai risultati di questa sperimentazione è emerso che un'utilizzazione del prato che preveda cinque tagli annuali permette di ottenere dallo stesso un prodotto che contemporaneamente sia di elevata quantità e sia caratterizzato da un buon valore nutritivo. L'applicazione di cinque tagli annui permette, inoltre, di limitare possibili variazioni nella composizione floristica della cenosi prativa che inevitabilmente comporterebbero un peggioramento della produzione . L'impiego di una concimazione pari alle asportazioni risulta sufficiente o quasi sufficiente al mantenimento della fertilità del suolo. Se, invece, la quantità di fertilizzante fornito è pari ad una volta e mezza le asportazioni o, addirittura, al doppio delle stesse si ottiene un aumento della produzione in termini di sostanza secca che però non supera mai il 10 % della produzione complessiva, ma contemporaneamente aumenta anche la quota di elementi minerali che rimane nel terreno inutilizzata, con il rischio effettivo di essere poi dilavata andando così ad incrementare il fenomeno dell'inquinamento degli acquiferi.
La gestione dei prati stabili: interventi in funzione della qualità della produzione e dell'ambiente.
BONIFAZZI, BARBARA
2009
Abstract
I prati stabili ed irrigui di pianura sono una risorsa da salvaguardare e da valorizzare nell'ambito dell'agricoltura italiana. Per far questo è necessario gestire queste colture in modo da poter ottenere dalle stesse un buon prodotto, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, senza però mai perdere di vista il ruolo che tali colture svolgono nella salvaguardia dell'ambiente. Per questo è stato sviluppato un progetto di ricerca in cui sono stati studiati gli effetti dell'applicazione di tre diversi ritmi di taglio e tre diversi livelli di concimazione sulla produzione di foraggio di tre prati stabili. Lo studio è stato svolto nell'alta pianura veneta, tra le provincie di Padova e Vicenza, per un periodo di tre anni (2005-2007). Dai risultati di questa sperimentazione è emerso che un'utilizzazione del prato che preveda cinque tagli annuali permette di ottenere dallo stesso un prodotto che contemporaneamente sia di elevata quantità e sia caratterizzato da un buon valore nutritivo. L'applicazione di cinque tagli annui permette, inoltre, di limitare possibili variazioni nella composizione floristica della cenosi prativa che inevitabilmente comporterebbero un peggioramento della produzione . L'impiego di una concimazione pari alle asportazioni risulta sufficiente o quasi sufficiente al mantenimento della fertilità del suolo. Se, invece, la quantità di fertilizzante fornito è pari ad una volta e mezza le asportazioni o, addirittura, al doppio delle stesse si ottiene un aumento della produzione in termini di sostanza secca che però non supera mai il 10 % della produzione complessiva, ma contemporaneamente aumenta anche la quota di elementi minerali che rimane nel terreno inutilizzata, con il rischio effettivo di essere poi dilavata andando così ad incrementare il fenomeno dell'inquinamento degli acquiferi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/108867
URN:NBN:IT:UNIPD-108867