La mia ricerca si propone di analizzare il fenomeno del Garibaldinismo in un contesto regionale, quello Veneto, tradizionalmente considerato moderato e conservatore ma dove il crescente desiderio di liberarsi dal dominio austriaco in particolare negli anni 1859-1866, determina un notevole attivismo. L’indagine si concentra su un numero appropriato di garibaldini veneti, specialmente (ma non solo) appartenenti alla formazione dei “Mille”. Ho utilizzato non solo documenti civili e militari ma sopratutto memorie, diari e lettere per ricostruire fatti significativi delle loro vite e per affrontare varie tematiche: le motivazioni base del “diventare garibaldini” (livello ideale economico e psicologico-esistenziale), l’emigrazione veneta prima in Piemonte e poi nel Regno d’Italia negli anni 1859-1866 (misure austriache contro le fughe all’estero, l’uso politico-diplomatico degli emigrati veneti nel 1859-1860, l’importante ruolo di patrocinio ma anche di controllo preventivo, svolto dal Comitato politico centrale Veneto guidato da Alberto Cavalletto e i comitati affiliati, la difficile gestione degli emigrati da parte del governo italiano, i problemi della vita d’esilio, la presenza di falsi emigrati politici etc).L’azione svolta dai seguaci di Mazzini e Garibaldi (ma anche da moderati filo garibaldini), dentro e fuori il Veneto, per affrettarne la liberazione, fino alla guerra regolare del 1866 contro l’Austria. In base ai dati raccolti nel corso del lavoro ho cercato di spiegare come sia possible parlare di garibaldinismo in Veneto, consapevole che la risposta può variare in base all’ accezione politica, militare o emozionale di questo termine aprendo così scenari differenti e inediti.

"Finchè Venezia salva non sia": garibaldini e garibaldinismo in Veneto (1848-1866)

ALBERTON, ANGELA MARIA
2009

Abstract

La mia ricerca si propone di analizzare il fenomeno del Garibaldinismo in un contesto regionale, quello Veneto, tradizionalmente considerato moderato e conservatore ma dove il crescente desiderio di liberarsi dal dominio austriaco in particolare negli anni 1859-1866, determina un notevole attivismo. L’indagine si concentra su un numero appropriato di garibaldini veneti, specialmente (ma non solo) appartenenti alla formazione dei “Mille”. Ho utilizzato non solo documenti civili e militari ma sopratutto memorie, diari e lettere per ricostruire fatti significativi delle loro vite e per affrontare varie tematiche: le motivazioni base del “diventare garibaldini” (livello ideale economico e psicologico-esistenziale), l’emigrazione veneta prima in Piemonte e poi nel Regno d’Italia negli anni 1859-1866 (misure austriache contro le fughe all’estero, l’uso politico-diplomatico degli emigrati veneti nel 1859-1860, l’importante ruolo di patrocinio ma anche di controllo preventivo, svolto dal Comitato politico centrale Veneto guidato da Alberto Cavalletto e i comitati affiliati, la difficile gestione degli emigrati da parte del governo italiano, i problemi della vita d’esilio, la presenza di falsi emigrati politici etc).L’azione svolta dai seguaci di Mazzini e Garibaldi (ma anche da moderati filo garibaldini), dentro e fuori il Veneto, per affrettarne la liberazione, fino alla guerra regolare del 1866 contro l’Austria. In base ai dati raccolti nel corso del lavoro ho cercato di spiegare come sia possible parlare di garibaldinismo in Veneto, consapevole che la risposta può variare in base all’ accezione politica, militare o emozionale di questo termine aprendo così scenari differenti e inediti.
28-gen-2009
Italiano
farsi garibaldini, emigrazione veneta, Comitato politico centrale veneto, Alberto Cavalletto, partito d'azione, Sarnico, moti del Friuli, Mazzini, Garibaldi, bande armate venete.
Università degli studi di Padova
361
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-109105