The figure of Ezra Pound represents, in Italy, a difficult critical case, especially beacuse of his involvement with the Fascist regime. This work, that has for theoric bases and methodology on a side the premises of Husserl's phenomenology and its consequences, like Gadamer's hermeneutics and the figure of H.R. Jauss and his aestethic of reception, and on the other side the social aspect of the reception of the readers, focuses on basically three perspectives: the political reception of the figure of Ezra Pound in Italy, starting with the Fascism, passing through the Neofascism of the 70's and arriving to the contemporary neofascists positions of CasaPound Italia; the central part of the work is a review and analysis of the critical reception from the 30's til the contemporary studies; the last part is about the influences of Ezra Pound poetry on italian poetry, especially in the 50's and 60's, with the selection of three case studies: Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Pier Paolo Pasolini.

La figura di Ezra Pound rappresenta ancora oggi un caso letterario, ed umano, di carattere internazionale, che in Italia assume dei risvolti ancora più complessi ed intricati. Questo per determinati motivi, come ad esempio il fatto che il poeta americano elesse come seconda patria, tanto da desiderare di venirvi sepolto, l'Italia; oppure, ed è questo forse l'elemento più importante, per quello che si può definire come l'asse portante della sua produzione poetica e saggistica dagli anni '20 in poi, rappresentato proprio dalla cultura italiana, dal suo paesaggio, dalla sua storia, dalle sue vicende politiche. Non è un mistero il fascino che su di lui esercitò il regime fascista, tanto da condurlo a condividere le posizioni del ventennio e lo spirito della Repubblica Sociale Italiana; meno note, e degne di un'analisi più approfondita, le motivazioni attraverso le quali condivise l'ideologia fascista, ed i suoi punti di disaccordo con quest'ultima. Questa forse è una carenza, da parte della critica italiana: il non riuscire ad osservare con uno sguardo il più puro possibile, con uno sguardo libero da connotazioni di ogni sorta, lo stentare ad arrivare al nucleo delle questioni che, nel caso di un poeta, è la sua produzione poetica. Potrebbero costruirsi decine di paralleli per spiegare tale giudizio e motivarlo, ma non essendo questo il luogo deputato a farlo, basti solo qualche esempio. Il primo, attualissimo, è legato alla figura di Martin Heidegger. Cedendo alla tentazione dell'interpretazione secondo l'unica categoria dello Storico, diviene automatica la condanna che, però, dallo Storico fuoriesce, divenendo etica: se eticamente si considera errata un'idea, il facile sillogismo conduce alla condanna di ciò che produce chi quell'idea condivide, chi la vive. Il sillogismo, formalmente corretto, si presenta però come un paralogismo, nel momento in cui si riconosce la necessità di sospendere ogni forma di giudizio storico ed etico, e si tenta l'ingresso nel merito della produzione filosofica, nel caso di Heidegger, o nella categoria dell'estetico, nel caso di Pound. La posizione di partenza di ogni tipo di riflessione legata alle produzioni materiali ed immateriali degli esseri umani dovrebbe essere sempre animata dallo spirito dell'epoché, che permette il distacco necessario per un'analisi completa e più corretta possibile. Il danno che si può arrecare alla critica, alla storia della letteratura, alla storia dell'arte in generale, si rintraccia nella popolare locuzione del “gettare il bambino con l'acqua sporca”1: si è analizzato tutta una produzione ed il suo contesto con il necessario distacco, con il necessario approfondimento, sospendendo quei pre – giudizi che sì, animano le modalità di conoscenza dell'uomo, ma che nel momento in cui passano ad un livello di inibizione rispetto alla conoscenza stessa, impediscono di estrapolare un giudizio sincero ed onesto? Come detto, di casi simili ne esistono a decine; si pensi a Louis Ferdinand Céline, a Gottfried Benn, a Yukio Mishima, a Mircea Eliade, a Ernst Jünger, a Carl Schmitt, a Werner Sombart, ed in Italia Giovanni Gentile, Curzio Malaparte, Ardengo Soffici, Ugo Ojetti, e moltissimi altri. Tale problematica, che in Italia ha assunto delle caratteristiche marcatissime2, necessita di una nuova lettura, di una revisione corretta, completa, distaccata: non può esistere condanna etica nel tentativo di recupero degli elementi estetici (nel caso di Pound e degli altri artisti), o filosofici, in soggetti che eticamente sono stati condannati, e verso i quali si può condividere la condanna. Ovvio appare quanto il giudizio della critica italiana sia stato condizionato, in maniera più pesante rispetto al resto del mondo, dal fatto che Pound condivise l'ideologia fascista e visse il Ventennio da sostenitore; condizionato ancora nell'attualità, però, dal momento in cui un'organizzazione di smaccata ispirazione fascista, CasaPound Italia, assume il suo nome per connotarsi politicamente in direzione di un fascismo del terzo millennio. Lo sforzo critico risiede proprio in una presa d'atto del fascismo poundiano, e successivamente nell'analisi distaccata rispetto alla sua produzione, ed alla sua ricezione da parte della critica. In merito a questo aspetto, si è ritenuto utile prendere come punto di riferimento metodologico la Fenomenologia, che pone alla base di ogni riflessione lo strumento dell'epoché, ovvero la sospensione del giudizio, l'attenzione alla cosa in quanto tale, l'apertura ad ogni stimolo esterno, ad ogni aspetto che possa integrare un sistema per farlo funzionare in modo più accurato, in un'ottica di totale laicità nei confronti dell'oggetto analizzato. Parlando di ricezione, il rimando sarà anche alla Scuola di Costanza, che tenta lo spostamento del focus dell'analisi del fatto letterario verso il ricettore ed il pubblico, piuttosto che verso l'opera in sé. Guardando all'Italia, la figura di Luciano Anceschi possiede un doppio legame con la figura di Ezra Pound e con i presupposti teorici del seguente lavoro. Il suo modello critico, legato all'apertura del sistema metodologico ed alla fenomenologia (in particolare alla lezione del suo maestro Antonio Banfi e, per altri versi, alle riflessioni di Luigi Pareyson), rappresenta un fondamento per una critica del fenomeno letterario che risulti aperta, distaccata, non animata da pregiudizi politici ed etici; dall'altro lato, Anceschi fu uno dei grandi introduttori della poesia poundiana nella cultura italiana, fornendo una lezione che sarà fondamentale per la stagione poetica della Neoavanguardia. Si osserverà, infatti, quanto Pound sia presente nei decenni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, in particolare in due poeti fra i principali esponenti del Gruppo '63, come Edoardo Sanguineti ed Elio Pagliarani; in un versante diverso, si avrà modo di analizzare anche il turbolento rapporto fra Pound e Pier Paolo Pasolini che, partendo da un giudizio sostanzialmente negativo, giungerà ad una riabilitazione del poeta e ad un giudizio positivo. Non si voglia vedere nel presente lavoro un tentativo di negazione di ciò che Pound ha scelto, di quello che ha rappresentato, delle sue posizioni ideologiche e politiche. Il tentativo sarà esclusivamente quello di analizzare, nella maniera più completa possibile, il suo rapporto con l'Italia, in ogni suo aspetto, con la giusta profondità, rispondendo ad una necessità di chiarezza intorno alla figura del poeta americano. Lontano dall'essere agiografico, e dal non sottolineare le sue posizioni ideologiche, dall'altro lato vi è il bisogno di ricercare e comunicare alcuni aspetti che raramente sono stati sottolineati, e quasi mai assunti come elementi fondamentali dell'esperienza poetica, politica ed esistenziale di Ezra Pound. Non potendo raggiungere la massima obiettività, in quanto metodo critico ed onestà intellettuale impongono la negazione della pretesa di questa, si cercherà quanto meno di avvicinarcisi, tentando la strada della raccolta complessiva dei giudizi (anche quelli che, a volte, possono apparire come più fragili e meno fondati) e della loro analisi, in quanto è presupposto fondamentale, in quest'idea di critica letteraria, il fuggire la tentazione della riduzione semplicistica, dell'adeguamento al giudizio consolidato, credendo che la revisione continua dei giudizi e delle categorie sia esercizio vitale per la disciplina stessa.

La ricezione di Ezra Pound in Italia

FABBI, ANDREA
2016

Abstract

The figure of Ezra Pound represents, in Italy, a difficult critical case, especially beacuse of his involvement with the Fascist regime. This work, that has for theoric bases and methodology on a side the premises of Husserl's phenomenology and its consequences, like Gadamer's hermeneutics and the figure of H.R. Jauss and his aestethic of reception, and on the other side the social aspect of the reception of the readers, focuses on basically three perspectives: the political reception of the figure of Ezra Pound in Italy, starting with the Fascism, passing through the Neofascism of the 70's and arriving to the contemporary neofascists positions of CasaPound Italia; the central part of the work is a review and analysis of the critical reception from the 30's til the contemporary studies; the last part is about the influences of Ezra Pound poetry on italian poetry, especially in the 50's and 60's, with the selection of three case studies: Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Pier Paolo Pasolini.
2016
Italiano
La figura di Ezra Pound rappresenta ancora oggi un caso letterario, ed umano, di carattere internazionale, che in Italia assume dei risvolti ancora più complessi ed intricati. Questo per determinati motivi, come ad esempio il fatto che il poeta americano elesse come seconda patria, tanto da desiderare di venirvi sepolto, l'Italia; oppure, ed è questo forse l'elemento più importante, per quello che si può definire come l'asse portante della sua produzione poetica e saggistica dagli anni '20 in poi, rappresentato proprio dalla cultura italiana, dal suo paesaggio, dalla sua storia, dalle sue vicende politiche. Non è un mistero il fascino che su di lui esercitò il regime fascista, tanto da condurlo a condividere le posizioni del ventennio e lo spirito della Repubblica Sociale Italiana; meno note, e degne di un'analisi più approfondita, le motivazioni attraverso le quali condivise l'ideologia fascista, ed i suoi punti di disaccordo con quest'ultima. Questa forse è una carenza, da parte della critica italiana: il non riuscire ad osservare con uno sguardo il più puro possibile, con uno sguardo libero da connotazioni di ogni sorta, lo stentare ad arrivare al nucleo delle questioni che, nel caso di un poeta, è la sua produzione poetica. Potrebbero costruirsi decine di paralleli per spiegare tale giudizio e motivarlo, ma non essendo questo il luogo deputato a farlo, basti solo qualche esempio. Il primo, attualissimo, è legato alla figura di Martin Heidegger. Cedendo alla tentazione dell'interpretazione secondo l'unica categoria dello Storico, diviene automatica la condanna che, però, dallo Storico fuoriesce, divenendo etica: se eticamente si considera errata un'idea, il facile sillogismo conduce alla condanna di ciò che produce chi quell'idea condivide, chi la vive. Il sillogismo, formalmente corretto, si presenta però come un paralogismo, nel momento in cui si riconosce la necessità di sospendere ogni forma di giudizio storico ed etico, e si tenta l'ingresso nel merito della produzione filosofica, nel caso di Heidegger, o nella categoria dell'estetico, nel caso di Pound. La posizione di partenza di ogni tipo di riflessione legata alle produzioni materiali ed immateriali degli esseri umani dovrebbe essere sempre animata dallo spirito dell'epoché, che permette il distacco necessario per un'analisi completa e più corretta possibile. Il danno che si può arrecare alla critica, alla storia della letteratura, alla storia dell'arte in generale, si rintraccia nella popolare locuzione del “gettare il bambino con l'acqua sporca”1: si è analizzato tutta una produzione ed il suo contesto con il necessario distacco, con il necessario approfondimento, sospendendo quei pre – giudizi che sì, animano le modalità di conoscenza dell'uomo, ma che nel momento in cui passano ad un livello di inibizione rispetto alla conoscenza stessa, impediscono di estrapolare un giudizio sincero ed onesto? Come detto, di casi simili ne esistono a decine; si pensi a Louis Ferdinand Céline, a Gottfried Benn, a Yukio Mishima, a Mircea Eliade, a Ernst Jünger, a Carl Schmitt, a Werner Sombart, ed in Italia Giovanni Gentile, Curzio Malaparte, Ardengo Soffici, Ugo Ojetti, e moltissimi altri. Tale problematica, che in Italia ha assunto delle caratteristiche marcatissime2, necessita di una nuova lettura, di una revisione corretta, completa, distaccata: non può esistere condanna etica nel tentativo di recupero degli elementi estetici (nel caso di Pound e degli altri artisti), o filosofici, in soggetti che eticamente sono stati condannati, e verso i quali si può condividere la condanna. Ovvio appare quanto il giudizio della critica italiana sia stato condizionato, in maniera più pesante rispetto al resto del mondo, dal fatto che Pound condivise l'ideologia fascista e visse il Ventennio da sostenitore; condizionato ancora nell'attualità, però, dal momento in cui un'organizzazione di smaccata ispirazione fascista, CasaPound Italia, assume il suo nome per connotarsi politicamente in direzione di un fascismo del terzo millennio. Lo sforzo critico risiede proprio in una presa d'atto del fascismo poundiano, e successivamente nell'analisi distaccata rispetto alla sua produzione, ed alla sua ricezione da parte della critica. In merito a questo aspetto, si è ritenuto utile prendere come punto di riferimento metodologico la Fenomenologia, che pone alla base di ogni riflessione lo strumento dell'epoché, ovvero la sospensione del giudizio, l'attenzione alla cosa in quanto tale, l'apertura ad ogni stimolo esterno, ad ogni aspetto che possa integrare un sistema per farlo funzionare in modo più accurato, in un'ottica di totale laicità nei confronti dell'oggetto analizzato. Parlando di ricezione, il rimando sarà anche alla Scuola di Costanza, che tenta lo spostamento del focus dell'analisi del fatto letterario verso il ricettore ed il pubblico, piuttosto che verso l'opera in sé. Guardando all'Italia, la figura di Luciano Anceschi possiede un doppio legame con la figura di Ezra Pound e con i presupposti teorici del seguente lavoro. Il suo modello critico, legato all'apertura del sistema metodologico ed alla fenomenologia (in particolare alla lezione del suo maestro Antonio Banfi e, per altri versi, alle riflessioni di Luigi Pareyson), rappresenta un fondamento per una critica del fenomeno letterario che risulti aperta, distaccata, non animata da pregiudizi politici ed etici; dall'altro lato, Anceschi fu uno dei grandi introduttori della poesia poundiana nella cultura italiana, fornendo una lezione che sarà fondamentale per la stagione poetica della Neoavanguardia. Si osserverà, infatti, quanto Pound sia presente nei decenni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, in particolare in due poeti fra i principali esponenti del Gruppo '63, come Edoardo Sanguineti ed Elio Pagliarani; in un versante diverso, si avrà modo di analizzare anche il turbolento rapporto fra Pound e Pier Paolo Pasolini che, partendo da un giudizio sostanzialmente negativo, giungerà ad una riabilitazione del poeta e ad un giudizio positivo. Non si voglia vedere nel presente lavoro un tentativo di negazione di ciò che Pound ha scelto, di quello che ha rappresentato, delle sue posizioni ideologiche e politiche. Il tentativo sarà esclusivamente quello di analizzare, nella maniera più completa possibile, il suo rapporto con l'Italia, in ogni suo aspetto, con la giusta profondità, rispondendo ad una necessità di chiarezza intorno alla figura del poeta americano. Lontano dall'essere agiografico, e dal non sottolineare le sue posizioni ideologiche, dall'altro lato vi è il bisogno di ricercare e comunicare alcuni aspetti che raramente sono stati sottolineati, e quasi mai assunti come elementi fondamentali dell'esperienza poetica, politica ed esistenziale di Ezra Pound. Non potendo raggiungere la massima obiettività, in quanto metodo critico ed onestà intellettuale impongono la negazione della pretesa di questa, si cercherà quanto meno di avvicinarcisi, tentando la strada della raccolta complessiva dei giudizi (anche quelli che, a volte, possono apparire come più fragili e meno fondati) e della loro analisi, in quanto è presupposto fondamentale, in quest'idea di critica letteraria, il fuggire la tentazione della riduzione semplicistica, dell'adeguamento al giudizio consolidato, credendo che la revisione continua dei giudizi e delle categorie sia esercizio vitale per la disciplina stessa.
Ezra Pound, Estetica della ricezione, Pasolini, Pagliarani, Sanguineti, Neoavanguardia, Filologia romanza, Dante, Cavalcanti, Critica italiana
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/109440
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-109440