La cattedrale di Ferrara in epoca medievale: fasi costruttive e problemi iconografici Questo studio analizza le diverse fasi costruttive della cattedrale di Ferrara in epoca medievale, per cercare di comprendere l’evoluzione di un cantiere estremamente complesso e di vaste dimensioni. Dell’età di mezzo oggi si conservano nell’edificio solo le murature esterne, in seguito ai rifacimenti subiti nel corso dei secoli. Il lavoro ha preso le mosse da un’attenta revisione critica della letteratura esistente e delle fonti conservate, attraverso una capillare ricerca negli archivi di Ferrara, Modena, Ravenna, Firenze, Roma, Città del Vaticano. In seguito, la possibilità di accedere ai ponteggi per il rifacimento dei coperti delle navate laterali, tra il 2007 e il 2008, e di studiare i rilievi a scanner 3D dell’Università di Ferrara e le fotogrammetrie della Soprintendenza di Ravenna ha consentito di sollevare nuove problematiche alle quali si è cercato, in queste pagine, di dare delle risposte esaustive. Sulla base di attente ispezioni e di nuovi sopralluoghi, è stato possibile avanzare nuove ipotesi, proponendo una diversa scansione nel susseguirsi delle fasi costruttive e delle maestranze al lavoro. Dall’avvio della fabbrica sotto il vescovo Landolfo nel 1135 (al quale partecipò anche l’officina di Nicholaus) a una nuova ridefinizione della fase campionese, è stato riesaminato tutto il materiale scultoreo e sono state quindi elaborate delle proposte inedite. È stata riconsiderata anche la figura del Maestro dei Mesi, focalizzando meglio la sua possibile formazione nei cantieri francesi e la sua plausibile presenza a Vercelli. Per il ciclo dei Mesi si è avanzata un’inedita proposta di collocazione, in particolare per quanto riguarda le formelle dei segni zodiacali. L’individuazione della maestranza francese, che si è occupata di una fase edificatoria e della realizzazione della parte superiore del protiro della facciata, ha permesso di creare un ponte tra i cantieri dell’Ile-de-France e Ferrara. Grazie alle fotografie del restauro diretto da Ottorino Nonfarmale è stato possibile anche comprendere che il Giudizio universale del protiro in origine era stato pensato in maniera diversa rispetto a come oggi appare. Una fase costruttiva ulteriore è stata poi individuata nella galleria superiore del fianco meridionale, per chiudere infine con il completamento della facciata, che si prolungò probabilmente fino alla prima metà del XIV secolo, con suggestioni provenienti dal gotico inglese. Per quanto riguarda l’articolazione dello spazio interno dell’edificio, in cinque navate con transetto aereo, per quanto oggi completamente perduto a causa di un intervento settecentesco, si é cercato di ricomporlo idealmente, comparando i rilievi e le vedute dell’edificio realizzati prima delle trasformazioni, con tutti i passi utili delle fonti reperiti. In appendice sono infatti raccolti alcuni documenti inediti che gettano nuova luce sull’antica facies dell’edificio. Alla luce di quanto emerso è risultata un’immagine globale di grande interesse: non solo questa cattedrale, che per dimensioni è comparabile alle grandi basiliche paleocristiane, accoglie e rielabora la tradizione architettonica padana, ma si pone al centro di un intricato crocevia di scambi, suggestioni e influssi europei, che la rendono unica nel coevo panorama costruttivo della nostra penisola
La cattedrale di Ferrara in epoca medievale: fasi costruttive e problemi iconografici
BOSCOLO MARCHI, MARTA
2011
Abstract
La cattedrale di Ferrara in epoca medievale: fasi costruttive e problemi iconografici Questo studio analizza le diverse fasi costruttive della cattedrale di Ferrara in epoca medievale, per cercare di comprendere l’evoluzione di un cantiere estremamente complesso e di vaste dimensioni. Dell’età di mezzo oggi si conservano nell’edificio solo le murature esterne, in seguito ai rifacimenti subiti nel corso dei secoli. Il lavoro ha preso le mosse da un’attenta revisione critica della letteratura esistente e delle fonti conservate, attraverso una capillare ricerca negli archivi di Ferrara, Modena, Ravenna, Firenze, Roma, Città del Vaticano. In seguito, la possibilità di accedere ai ponteggi per il rifacimento dei coperti delle navate laterali, tra il 2007 e il 2008, e di studiare i rilievi a scanner 3D dell’Università di Ferrara e le fotogrammetrie della Soprintendenza di Ravenna ha consentito di sollevare nuove problematiche alle quali si è cercato, in queste pagine, di dare delle risposte esaustive. Sulla base di attente ispezioni e di nuovi sopralluoghi, è stato possibile avanzare nuove ipotesi, proponendo una diversa scansione nel susseguirsi delle fasi costruttive e delle maestranze al lavoro. Dall’avvio della fabbrica sotto il vescovo Landolfo nel 1135 (al quale partecipò anche l’officina di Nicholaus) a una nuova ridefinizione della fase campionese, è stato riesaminato tutto il materiale scultoreo e sono state quindi elaborate delle proposte inedite. È stata riconsiderata anche la figura del Maestro dei Mesi, focalizzando meglio la sua possibile formazione nei cantieri francesi e la sua plausibile presenza a Vercelli. Per il ciclo dei Mesi si è avanzata un’inedita proposta di collocazione, in particolare per quanto riguarda le formelle dei segni zodiacali. L’individuazione della maestranza francese, che si è occupata di una fase edificatoria e della realizzazione della parte superiore del protiro della facciata, ha permesso di creare un ponte tra i cantieri dell’Ile-de-France e Ferrara. Grazie alle fotografie del restauro diretto da Ottorino Nonfarmale è stato possibile anche comprendere che il Giudizio universale del protiro in origine era stato pensato in maniera diversa rispetto a come oggi appare. Una fase costruttiva ulteriore è stata poi individuata nella galleria superiore del fianco meridionale, per chiudere infine con il completamento della facciata, che si prolungò probabilmente fino alla prima metà del XIV secolo, con suggestioni provenienti dal gotico inglese. Per quanto riguarda l’articolazione dello spazio interno dell’edificio, in cinque navate con transetto aereo, per quanto oggi completamente perduto a causa di un intervento settecentesco, si é cercato di ricomporlo idealmente, comparando i rilievi e le vedute dell’edificio realizzati prima delle trasformazioni, con tutti i passi utili delle fonti reperiti. In appendice sono infatti raccolti alcuni documenti inediti che gettano nuova luce sull’antica facies dell’edificio. Alla luce di quanto emerso è risultata un’immagine globale di grande interesse: non solo questa cattedrale, che per dimensioni è comparabile alle grandi basiliche paleocristiane, accoglie e rielabora la tradizione architettonica padana, ma si pone al centro di un intricato crocevia di scambi, suggestioni e influssi europei, che la rendono unica nel coevo panorama costruttivo della nostra penisolaFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/109547
URN:NBN:IT:UNIPD-109547