Nel corso degli ultimi 25 anni si sono diffusi negli Stati Uniti e in Europa (e più recentemente in molti paesi non occidentali) i comitati etici per la pratica clinica, ritenuti essere gli organismi più adatti per affrontare le questioni etiche che, sempre più spesso, sorgono in ambito assistenziale. Mentre è stato ampio il dibattito internazionale sulle precondizioni che possono garantire la credibilità dei comitati etici, non è stata riservata adeguata attenzione alle due condizioni sostanziali che, sole, possono garantirne l’autentico funzionamento. Si tratta in primo luogo dell’assunzione di una genuina prospettiva etica e, in secondo luogo, dell’individuazione di una base minima condivisa a partire dalla quale avviare il dibattito etico in una società pluralistica. La presente ricerca sostiene la tesi che la nozione di dignità umana, giustificata nel quadro di una teoria etico-normativa personalista di derivazione kantiana, è in grado di soddisfare entrambe le condizioni sopra menzionate. Inoltre, nel lavoro viene proposta una metodologia per la giustificazione del giudizio etico-clinico, la quale metodologia è coerente con la teoria di cui si è detto ed è in grado di integrare in maniera originale principi ed esperienza, alla luce del vincolo del rispetto per la persona. Tale metodologia si presenta come uno strumento utile e flessibile per supportare le attività deliberative dei comitati etici per la pratica clinica.
Una teoria dei comitati etici per la pratica clinica centrata sulla nozione di dignità umana
FURLAN, ENRICO
2010
Abstract
Nel corso degli ultimi 25 anni si sono diffusi negli Stati Uniti e in Europa (e più recentemente in molti paesi non occidentali) i comitati etici per la pratica clinica, ritenuti essere gli organismi più adatti per affrontare le questioni etiche che, sempre più spesso, sorgono in ambito assistenziale. Mentre è stato ampio il dibattito internazionale sulle precondizioni che possono garantire la credibilità dei comitati etici, non è stata riservata adeguata attenzione alle due condizioni sostanziali che, sole, possono garantirne l’autentico funzionamento. Si tratta in primo luogo dell’assunzione di una genuina prospettiva etica e, in secondo luogo, dell’individuazione di una base minima condivisa a partire dalla quale avviare il dibattito etico in una società pluralistica. La presente ricerca sostiene la tesi che la nozione di dignità umana, giustificata nel quadro di una teoria etico-normativa personalista di derivazione kantiana, è in grado di soddisfare entrambe le condizioni sopra menzionate. Inoltre, nel lavoro viene proposta una metodologia per la giustificazione del giudizio etico-clinico, la quale metodologia è coerente con la teoria di cui si è detto ed è in grado di integrare in maniera originale principi ed esperienza, alla luce del vincolo del rispetto per la persona. Tale metodologia si presenta come uno strumento utile e flessibile per supportare le attività deliberative dei comitati etici per la pratica clinica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/109685
URN:NBN:IT:UNIPD-109685