Il mio lavoro si inserisce nell’ambito del dibattito sul concetto di rappresentazione pittorica (RP) e sulla teoria dell’arte pittorica recentemente portato avanti in area analitica. I miei obiettivi principali sono un’esposizione critica dei problemi sollevati dalla tesi secondo cui è la somiglianza agli oggetti dipinti che spiega RP e un’analisi del fenomeno della pittura astratta da un punto di vista analitico. La prima parte è dedicata ad una ricognizione del dibattito analitico su RP, con particolare attenzione ai destini della “teoria della somiglianza”. Nel primo capitolo traccio i contorni delle principali teorie attualmente discusse, nel contesto di un’analisi della letteratura tradizionale sull’argomento, da Platone a Cartesio. La decisione di dare maggiore rilevanza alla teoria della somiglianza rispetto che ad altre teorie su RP è motivata dal fatto che il resto della mia ricerca è dedicato all’analisi e a una proposta di arricchimento di una delle proposte che recentemente hanno riproposto la teoria della somiglianza, benché con alcune importanti modifiche. Si tratta della teoria difesa da John Hyman, che espongo nel secondo capitolo, avendo cura di mostrarne i presupposti e di discutere alcune critiche e obiezioni che le sono state mosse. Il terzo e quarto capitolo sono dedicati all’arricchimento della teoria di Hyman in relazione al fenomeno della pittura astratta. Due sono le peculiarità della teoria di Hyman: primo, è in controtendenza rispetto a tutte le altre attuali proposte sulla RP, perché non ha bisogno di concepire RP come rappresentazione di particolari o di tipi di oggetti che possiamo facilmente identificare; secondo, è una teoria che porta l’arte al centro della discussione filosofica su RP. Hyman, infatti, illustra la sua proposta con numerosi riferimenti alla storia delle arti figurative. La seconda parte di questo lavoro è ispirata dall’idea che la teoria della somiglianza di base di Hyman si possa applicare anche ai dipinti astratti. Lo sviluppo di un’analisi della pittura astratta da un punto di vista analitico è un compito con cui finora si sono misurati pochissimi autori – per quanto ho potuto appurare. Tuttavia, è evidente che gli obiettivi che i pittori di immagini astratte si pongono sono vicini a quelli che si pongono i filosofi quando discutono sulla RP. È opinione diffusa che uno dei temi principali dell’arte contemporanea sia l’arte stessa, e che uno dei temi principali della pittura astratta sia l’arte stessa di dipingere, l’arte di produrre immagini, con i suoi limiti e le sue convenzioni. Motivata da queste considerazioni, ho cercato di dare una prima formulazione alla proposta di una teoria della somiglianza di base della RP applicata ai dipinti astratti. I miei principali riferenti critici sono filosofi come Richard Wollheim, Kendall Walton e Lambert Wiesing, e critici e storici dell’arte come Clement Greenberg ed Ernst Gombrich.
Pictorial Representation and Abstract Pictures
CALDAROLA, ELISA
2011
Abstract
Il mio lavoro si inserisce nell’ambito del dibattito sul concetto di rappresentazione pittorica (RP) e sulla teoria dell’arte pittorica recentemente portato avanti in area analitica. I miei obiettivi principali sono un’esposizione critica dei problemi sollevati dalla tesi secondo cui è la somiglianza agli oggetti dipinti che spiega RP e un’analisi del fenomeno della pittura astratta da un punto di vista analitico. La prima parte è dedicata ad una ricognizione del dibattito analitico su RP, con particolare attenzione ai destini della “teoria della somiglianza”. Nel primo capitolo traccio i contorni delle principali teorie attualmente discusse, nel contesto di un’analisi della letteratura tradizionale sull’argomento, da Platone a Cartesio. La decisione di dare maggiore rilevanza alla teoria della somiglianza rispetto che ad altre teorie su RP è motivata dal fatto che il resto della mia ricerca è dedicato all’analisi e a una proposta di arricchimento di una delle proposte che recentemente hanno riproposto la teoria della somiglianza, benché con alcune importanti modifiche. Si tratta della teoria difesa da John Hyman, che espongo nel secondo capitolo, avendo cura di mostrarne i presupposti e di discutere alcune critiche e obiezioni che le sono state mosse. Il terzo e quarto capitolo sono dedicati all’arricchimento della teoria di Hyman in relazione al fenomeno della pittura astratta. Due sono le peculiarità della teoria di Hyman: primo, è in controtendenza rispetto a tutte le altre attuali proposte sulla RP, perché non ha bisogno di concepire RP come rappresentazione di particolari o di tipi di oggetti che possiamo facilmente identificare; secondo, è una teoria che porta l’arte al centro della discussione filosofica su RP. Hyman, infatti, illustra la sua proposta con numerosi riferimenti alla storia delle arti figurative. La seconda parte di questo lavoro è ispirata dall’idea che la teoria della somiglianza di base di Hyman si possa applicare anche ai dipinti astratti. Lo sviluppo di un’analisi della pittura astratta da un punto di vista analitico è un compito con cui finora si sono misurati pochissimi autori – per quanto ho potuto appurare. Tuttavia, è evidente che gli obiettivi che i pittori di immagini astratte si pongono sono vicini a quelli che si pongono i filosofi quando discutono sulla RP. È opinione diffusa che uno dei temi principali dell’arte contemporanea sia l’arte stessa, e che uno dei temi principali della pittura astratta sia l’arte stessa di dipingere, l’arte di produrre immagini, con i suoi limiti e le sue convenzioni. Motivata da queste considerazioni, ho cercato di dare una prima formulazione alla proposta di una teoria della somiglianza di base della RP applicata ai dipinti astratti. I miei principali riferenti critici sono filosofi come Richard Wollheim, Kendall Walton e Lambert Wiesing, e critici e storici dell’arte come Clement Greenberg ed Ernst Gombrich.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/109749
URN:NBN:IT:UNIPD-109749