La capsula, tessuto neoformato attorno agli impianti mammari in gel di silicone (espansori tessutali e protesi), costituisce una reazione fibrotica da corpo estraneo. Il risultato finale della ricostruzione mammaria, a distanza di tempo, è esteticamente naturale e ben tollerato dalla paziente in misura inversamente proporzionale all'entità di tale reazione (e quindi all'ipertrofia della capsula stessa). Una selezione di pazienti sottoposte a mastectomia per motivi oncologici e a ricostruzione mammaria con protesi, previa espansione cutanea con espansore riempito di soluzione salina, è stata suddivisa in 3 gruppi di studio. Di essi i primi due sono stati sottoposti rispettivamente a trattamento farmacologico (durante tutta la fase di espansione) con farmaci antinfiammatori Cox2ib (etoricoxib) e antileucotrienici anti-LTC4, LTD4, LTE4 (zafirlukast). Il terzo gruppo (di controllo) non è stato sottoposto ad alcuna terapia. Durante l'espansione cutanea sono stati eseguiti prelievi ematici per il dosaggio sierologico dei marcatori indice di reazione fibrotica in particolare le metalloproteinasi MMP e i loro inibitori tissutali TIMP1 e TIMP2. Sono stati inoltre misurati strumentalmente i trend pressori di espansione per quantificare il grado di resistenza e la compliance del tessuto capsulare. Al termine dell'espansione è stato eseguito un prelievo di tessuto capsulare per analisi istologiche quali la misurazione degli spessori (massimo, minimo e medio) e lo studio delle componenti indice di reazione fibrotica (collagene I e IV, fibroblasti, macrofagi, miofibroblasti). Sono state inoltre dosate l'espressione genica tissutale di TGFβ e IL-2. I dati raccolti sono stati inseriti in un algoritmo valutativo per capire se e quale principio farmacologico fosse maggiormente efficace nell'inibire la fibrosi capsulare periprotesica. L’etoricoxib e lo zafirlukast si nono dimostrati complessivamente efficaci nel prevenire e ridurre la contrattura capsulare periprotesica. L’attività dei cox2 inibitori è risultata maggiore rispetto agli inibitori dei leucotrieni. Tuttavia la potenziale cardiotossicità dei primi, contrapposta ai bassissimi effetti collaterali dei secondi fanno preferire lo zafirlukast come farmaco di prima scelta nella ricostruzione mammaria post oncologica con materiali protesici.
Ruolo dei farmaci antinfiammatori e antileucotrienici nel prevenire la fibrosi capsulare periprotesica nella ricostruzione mammaria post oncologica
TAMBUSCIO, ANTONIO
2010
Abstract
La capsula, tessuto neoformato attorno agli impianti mammari in gel di silicone (espansori tessutali e protesi), costituisce una reazione fibrotica da corpo estraneo. Il risultato finale della ricostruzione mammaria, a distanza di tempo, è esteticamente naturale e ben tollerato dalla paziente in misura inversamente proporzionale all'entità di tale reazione (e quindi all'ipertrofia della capsula stessa). Una selezione di pazienti sottoposte a mastectomia per motivi oncologici e a ricostruzione mammaria con protesi, previa espansione cutanea con espansore riempito di soluzione salina, è stata suddivisa in 3 gruppi di studio. Di essi i primi due sono stati sottoposti rispettivamente a trattamento farmacologico (durante tutta la fase di espansione) con farmaci antinfiammatori Cox2ib (etoricoxib) e antileucotrienici anti-LTC4, LTD4, LTE4 (zafirlukast). Il terzo gruppo (di controllo) non è stato sottoposto ad alcuna terapia. Durante l'espansione cutanea sono stati eseguiti prelievi ematici per il dosaggio sierologico dei marcatori indice di reazione fibrotica in particolare le metalloproteinasi MMP e i loro inibitori tissutali TIMP1 e TIMP2. Sono stati inoltre misurati strumentalmente i trend pressori di espansione per quantificare il grado di resistenza e la compliance del tessuto capsulare. Al termine dell'espansione è stato eseguito un prelievo di tessuto capsulare per analisi istologiche quali la misurazione degli spessori (massimo, minimo e medio) e lo studio delle componenti indice di reazione fibrotica (collagene I e IV, fibroblasti, macrofagi, miofibroblasti). Sono state inoltre dosate l'espressione genica tissutale di TGFβ e IL-2. I dati raccolti sono stati inseriti in un algoritmo valutativo per capire se e quale principio farmacologico fosse maggiormente efficace nell'inibire la fibrosi capsulare periprotesica. L’etoricoxib e lo zafirlukast si nono dimostrati complessivamente efficaci nel prevenire e ridurre la contrattura capsulare periprotesica. L’attività dei cox2 inibitori è risultata maggiore rispetto agli inibitori dei leucotrieni. Tuttavia la potenziale cardiotossicità dei primi, contrapposta ai bassissimi effetti collaterali dei secondi fanno preferire lo zafirlukast come farmaco di prima scelta nella ricostruzione mammaria post oncologica con materiali protesici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/109760
URN:NBN:IT:UNIPD-109760