Il presente lavoro analizza la presenza del materiale legnoso in corsi d’acqua delle Dolomiti. Sono stati studiati i processi che concorrono alla formazione, all’immissione e alla traslazione di tale materiale nelle reti idrografiche. Lo scopo finale è quello di dare delle indicazioni nella pianificazione della gestione del rischio idraulico in territorio montano. La ricerca ha riguardato 13 bacini montani di diversa grandezza (da circa 1 a 70 Km2) all’interno dell’Alto Cordevole (Provincia di Belluno). Lungo i collettori analizzati sono stati rinvenuti più di 9000 elementi legnosi. La quantità di legname presente nei collettori è risultata molto variabile (8-106 m3 per ettaro di superficie d’alveo), ma con una significativa correlazione inversa tra volume legnoso ed area drenata, ed una chiara associazione alla presenza di versanti instabili. Le dimensioni mediane dei tronchi rilevati presentano diametri abbastanza simili fra i diversi bacini (0,08-0,13 m), mentre la lunghezza risulta più differenziata (varia da 0,79 a 3,75 m). E’ stato calcolato che il rapporto tra la lunghezza dei tronchi e larghezza del canale è maggiore per i bacini con area drenata inferiore ai 30-40 km2, con valori prossimi all’unità nei bacini fino al 3° ordine, e coefficienti pari a 0,2 0,3 in quelli di 4° e 5° ordine. Si può quindi affermare che nei torrenti di ordine maggiore c’è una maggiore mobilitazione del legname. Questo aspetto, può essere una delle cause possibili della relazione inversa che sussiste tra volume areale di legname ed area drenata del bacino; tuttavia, la forte riduzione dei volumi legnosi nei corsi d’acqua più grandi è sicuramente ascrivibile al loro elevato grado di antropizzazione, (abitati, strade) che comporta frequenti interventi di sistemazione idraulico-forestale e di rimozione della vegetazione e del “detrito” vegetale in alveo. La seconda parte dell’attività di ricerca è stata indirizzata alla messa a punto di uno strumento previsionale per la quantificazione del legname in alveo (LW). Si è scelto di creare un modello di analisi spaziale su base GIS che simula distintamente i tre principali processi: 1) reclutamento di LW; 2) trasferimento lungo i versanti; 3) movimentazione del legname lungo la rete idrografica. Per il primo punto sono state individuate le aree sorgenti di legname potenzialmente reclutabile attraverso l’intersezione della carta dei particellari forestali e la carta della suscettibilità ai dissesti (ottenuta attraverso il metodo del Weight of Evidence). La simulazione dell’immissione in alveo e della successiva traslazione è stata ottenuta applicando delle funzioni di propagazione e decadimento legate alla morfologia del territorio, alla flow distance dalla rete idrografica ed alla stream power. Il modello ha restituito dei risultati soddisfacenti, simulando un volume di LW entro lo stesso ordine di grandezza di quello rilevato in campo. (errore relativo = 0,04-4,9; errore relativo medio = 1,2). Infine sono state redatte delle mappe in cui si evidenziano i tratti di torrente maggiormente a rischio di deposito eccessivo di legname.
Il legname in alveo nei torrenti alpini: analisi quantitativa e modellazione GIS
RIGON, EMANUEL
2009
Abstract
Il presente lavoro analizza la presenza del materiale legnoso in corsi d’acqua delle Dolomiti. Sono stati studiati i processi che concorrono alla formazione, all’immissione e alla traslazione di tale materiale nelle reti idrografiche. Lo scopo finale è quello di dare delle indicazioni nella pianificazione della gestione del rischio idraulico in territorio montano. La ricerca ha riguardato 13 bacini montani di diversa grandezza (da circa 1 a 70 Km2) all’interno dell’Alto Cordevole (Provincia di Belluno). Lungo i collettori analizzati sono stati rinvenuti più di 9000 elementi legnosi. La quantità di legname presente nei collettori è risultata molto variabile (8-106 m3 per ettaro di superficie d’alveo), ma con una significativa correlazione inversa tra volume legnoso ed area drenata, ed una chiara associazione alla presenza di versanti instabili. Le dimensioni mediane dei tronchi rilevati presentano diametri abbastanza simili fra i diversi bacini (0,08-0,13 m), mentre la lunghezza risulta più differenziata (varia da 0,79 a 3,75 m). E’ stato calcolato che il rapporto tra la lunghezza dei tronchi e larghezza del canale è maggiore per i bacini con area drenata inferiore ai 30-40 km2, con valori prossimi all’unità nei bacini fino al 3° ordine, e coefficienti pari a 0,2 0,3 in quelli di 4° e 5° ordine. Si può quindi affermare che nei torrenti di ordine maggiore c’è una maggiore mobilitazione del legname. Questo aspetto, può essere una delle cause possibili della relazione inversa che sussiste tra volume areale di legname ed area drenata del bacino; tuttavia, la forte riduzione dei volumi legnosi nei corsi d’acqua più grandi è sicuramente ascrivibile al loro elevato grado di antropizzazione, (abitati, strade) che comporta frequenti interventi di sistemazione idraulico-forestale e di rimozione della vegetazione e del “detrito” vegetale in alveo. La seconda parte dell’attività di ricerca è stata indirizzata alla messa a punto di uno strumento previsionale per la quantificazione del legname in alveo (LW). Si è scelto di creare un modello di analisi spaziale su base GIS che simula distintamente i tre principali processi: 1) reclutamento di LW; 2) trasferimento lungo i versanti; 3) movimentazione del legname lungo la rete idrografica. Per il primo punto sono state individuate le aree sorgenti di legname potenzialmente reclutabile attraverso l’intersezione della carta dei particellari forestali e la carta della suscettibilità ai dissesti (ottenuta attraverso il metodo del Weight of Evidence). La simulazione dell’immissione in alveo e della successiva traslazione è stata ottenuta applicando delle funzioni di propagazione e decadimento legate alla morfologia del territorio, alla flow distance dalla rete idrografica ed alla stream power. Il modello ha restituito dei risultati soddisfacenti, simulando un volume di LW entro lo stesso ordine di grandezza di quello rilevato in campo. (errore relativo = 0,04-4,9; errore relativo medio = 1,2). Infine sono state redatte delle mappe in cui si evidenziano i tratti di torrente maggiormente a rischio di deposito eccessivo di legname.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/109835
URN:NBN:IT:UNIPD-109835