Scopo generale delle ricerche presentate in questa tesi di dottorato è quello di studiare la percezione soggettiva del ricordo episodico in bambini a sviluppo tipico e adulti (Esperimento 1 e 2) e bambini con disabilità (ADHD, Esperimento 3; difficoltà di apprendimento, Esperimento 4 e 5). Negli Esperimenti 1 e 2, si è voluto approfondire l’effetto del warning (o avvertimento) sulla creazione dei falsi ricordi, attraverso l’utilizzo del paradigma DRM (Deese-Roediger-McDermott) e l’esperienza soggettiva legata sia ai ricordi veritieri che falsi attraverso l’uso del paradigma Remember-Know (Tulving, 1985). Bambini di 9 e 11 anni (Esperimento 1), bambini dai 7 ai 13 anni (Esperimento 2) e giovani adulti hanno partecipato alla ricerca. Il paradigma DRM consiste nella presentazione di liste di parole semanticamente legate tra loro (ad es., infermiere, medicina, ospedale). Le parole di ogni lista sono inoltre legate ad un’esca critica (nell’esempio, dottore) che non viene presentata ai partecipanti. In letteratura si evince che gli adulti in un successivo compito di riconoscimento, ricordano anche la parola critica non presentata, commettendo così un falso ricordo. Avvertire i partecipanti circa la possibilità di commettere tale falso ricordo riduce questo effetto negli adulti. Nell’Esp. 1 si è trovato che i bambini commettono invece più falsi ricordi quando avvertiti. L’esperienza soggettiva (giudizi Remember-Know) non mostra invece effetti diversi in base all’età. Nel secondo esperimento, l’aggiunta di una condizione warning con un esempio specifico di che cosa sia un falso ricordo attraverso l’utilizzo di questo paradigma aumenta ancora di più i falsi ricordi nel gruppo di bambini di 7 anni, mentre li diminuisce nei ragazzini più grandi e nei giovani adulti. Inoltre, i bambini di 7 anni associano un minor numero di esperienze Remember (paradigma Remember-Know) ai ricordi veritieri rispetto agli altri bambini e agli adulti. Nell’Esperimento 3, un gruppo di bambini con ADHD è stato confrontato con un gruppo di controllo su di un paradigma di memoria con materiale organizzato in script (Lyons et al., 2010). Dopo aver codificato una serie di fotografie rappresentanti le azioni tipiche di 4 diversi script (cena al ristorante, routine del mattino, spesa al supermercato e lezione in classe), i bambini erano sottoposti ad un compito di riconoscimento in cui alcune delle foto presentate inizialmente venivano mescolate ad altre nuove. Inoltre, nella fase di codifica venivano presentate delle immagini di effetti le cui cause non venivano invece mostrate (venivano presentate solo al riconoscimento, come distrattori, il riconoscimento delle quali costituisce pertanto un falso ricordo, chiamato Inferential causal error). I bambini con ADHD producevano più errori inferenziali causali e meno errori di riconoscimento di fotografie nuove ma coerenti con gli script. Inoltre erano più sicuri quando commettevano errori di memoria rispetto ai compagni, dimostrando di essere meno in grado di fare un’introspezione sui propri stati interni di memoria. Infine, gli Esperimenti 4 e 5 erano volti ad indagare l’esperienza soggettiva del ricordo legata al riconoscimento di frasi contenute in un testo. Un gruppo di adolescenti con difficoltà di apprendimento (15-19 anni) è stato confrontato con un gruppo di controllo. I ragazzi con difficoltà producevano meno hit (riconoscimenti corretti delle frasi contenute nel testo) e più falsi allarmi. Inoltre, dal punto di vista soggettivo, i ragazzi con difficoltà di apprendimento associavano meno giudizi Remember ai riconoscimenti corretti rispetto al gruppo di controllo (Esperimento 4). L’Esperimento 5 ha testato la memoria di riconoscimento per parole isolate negli stessi gruppi di soggetti. In questo esperimento i ragazzi con difficoltà hanno dimostrato di avere una performance simile a quella del gruppo di controllo sia per quanto riguarda i riconoscimenti corretti sia per quanto riguarda i giudizi Remember-Know. Pertanto, si conclude che i ragazzi con difficoltà hanno una ridotta recollection per materiali complessi di apprendimento come ad esempio un brano. In generale, questi esperimenti mostrano come i bambini più piccoli rispetto a quelli più grandi (Esp. 1 e 2) e i bambini con disabilità rispetto ai bambini a sviluppo tipico (Esp 3 e 4) abbiano una ridotta capacità di valutare soggettivamente i propri ricordi e di differenziare i ricordi veritieri da quelli falsi.
Subjective remembering and mis-remebering: The rise of memory control in children with typical develpment and with disabilities
MIRANDOLA, CHIARA
2011
Abstract
Scopo generale delle ricerche presentate in questa tesi di dottorato è quello di studiare la percezione soggettiva del ricordo episodico in bambini a sviluppo tipico e adulti (Esperimento 1 e 2) e bambini con disabilità (ADHD, Esperimento 3; difficoltà di apprendimento, Esperimento 4 e 5). Negli Esperimenti 1 e 2, si è voluto approfondire l’effetto del warning (o avvertimento) sulla creazione dei falsi ricordi, attraverso l’utilizzo del paradigma DRM (Deese-Roediger-McDermott) e l’esperienza soggettiva legata sia ai ricordi veritieri che falsi attraverso l’uso del paradigma Remember-Know (Tulving, 1985). Bambini di 9 e 11 anni (Esperimento 1), bambini dai 7 ai 13 anni (Esperimento 2) e giovani adulti hanno partecipato alla ricerca. Il paradigma DRM consiste nella presentazione di liste di parole semanticamente legate tra loro (ad es., infermiere, medicina, ospedale). Le parole di ogni lista sono inoltre legate ad un’esca critica (nell’esempio, dottore) che non viene presentata ai partecipanti. In letteratura si evince che gli adulti in un successivo compito di riconoscimento, ricordano anche la parola critica non presentata, commettendo così un falso ricordo. Avvertire i partecipanti circa la possibilità di commettere tale falso ricordo riduce questo effetto negli adulti. Nell’Esp. 1 si è trovato che i bambini commettono invece più falsi ricordi quando avvertiti. L’esperienza soggettiva (giudizi Remember-Know) non mostra invece effetti diversi in base all’età. Nel secondo esperimento, l’aggiunta di una condizione warning con un esempio specifico di che cosa sia un falso ricordo attraverso l’utilizzo di questo paradigma aumenta ancora di più i falsi ricordi nel gruppo di bambini di 7 anni, mentre li diminuisce nei ragazzini più grandi e nei giovani adulti. Inoltre, i bambini di 7 anni associano un minor numero di esperienze Remember (paradigma Remember-Know) ai ricordi veritieri rispetto agli altri bambini e agli adulti. Nell’Esperimento 3, un gruppo di bambini con ADHD è stato confrontato con un gruppo di controllo su di un paradigma di memoria con materiale organizzato in script (Lyons et al., 2010). Dopo aver codificato una serie di fotografie rappresentanti le azioni tipiche di 4 diversi script (cena al ristorante, routine del mattino, spesa al supermercato e lezione in classe), i bambini erano sottoposti ad un compito di riconoscimento in cui alcune delle foto presentate inizialmente venivano mescolate ad altre nuove. Inoltre, nella fase di codifica venivano presentate delle immagini di effetti le cui cause non venivano invece mostrate (venivano presentate solo al riconoscimento, come distrattori, il riconoscimento delle quali costituisce pertanto un falso ricordo, chiamato Inferential causal error). I bambini con ADHD producevano più errori inferenziali causali e meno errori di riconoscimento di fotografie nuove ma coerenti con gli script. Inoltre erano più sicuri quando commettevano errori di memoria rispetto ai compagni, dimostrando di essere meno in grado di fare un’introspezione sui propri stati interni di memoria. Infine, gli Esperimenti 4 e 5 erano volti ad indagare l’esperienza soggettiva del ricordo legata al riconoscimento di frasi contenute in un testo. Un gruppo di adolescenti con difficoltà di apprendimento (15-19 anni) è stato confrontato con un gruppo di controllo. I ragazzi con difficoltà producevano meno hit (riconoscimenti corretti delle frasi contenute nel testo) e più falsi allarmi. Inoltre, dal punto di vista soggettivo, i ragazzi con difficoltà di apprendimento associavano meno giudizi Remember ai riconoscimenti corretti rispetto al gruppo di controllo (Esperimento 4). L’Esperimento 5 ha testato la memoria di riconoscimento per parole isolate negli stessi gruppi di soggetti. In questo esperimento i ragazzi con difficoltà hanno dimostrato di avere una performance simile a quella del gruppo di controllo sia per quanto riguarda i riconoscimenti corretti sia per quanto riguarda i giudizi Remember-Know. Pertanto, si conclude che i ragazzi con difficoltà hanno una ridotta recollection per materiali complessi di apprendimento come ad esempio un brano. In generale, questi esperimenti mostrano come i bambini più piccoli rispetto a quelli più grandi (Esp. 1 e 2) e i bambini con disabilità rispetto ai bambini a sviluppo tipico (Esp 3 e 4) abbiano una ridotta capacità di valutare soggettivamente i propri ricordi e di differenziare i ricordi veritieri da quelli falsi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/109906
URN:NBN:IT:UNIPD-109906