Il curricolo della nella Philosophy for Children (P4C) è stato ideato da Lipman negli anni ’70 per far filosofare gli alunni di ogni ordine di scuola trasformando la classe in “comunità di ricerca” attraverso il dialogo filosofico. Le sue finalità educative sono la convivenza democratica e lo sviluppo del pensiero “complesso” - critical, creative, caring – (Lipman, 2003) attraverso la pratica del ragionamento formale e informale. La ricerca che vado a presentare tratta del problema della valutazione della comunità di ricerca filosofica della P4C. La valutazione dell’efficacia della P4C è una questione aperta, affrontata dagli autori americani fin dall’inizio delle sperimentazioni, con diverse soluzioni proposte. Sono stati applicati test standardizzati su abilità cognitive specifiche (Californian Test of Mental Maturity, Metropolitan Achivement Test, Iowa Test of Basic Skills) e creato ad hoc il New Jersey Test of Reasoning Skills (NJTRS - Shipman, 1982), i cui risultati sono statisticamente significativi. Esistono anche checklist di osservazione dei comportamenti cognitivi (Lipman, 1989) e studi di caso documentati (Forth Worth, TX, 1979; Lynbrook, NY, 1995). Ma i test non consentono una valutazione integrata del curricolo né delle reali competenze più propriamente filosofiche messe in atto durante l’attività. Inoltre, c’è un forte bisogno di strumenti qualitativi per il monitoraggio dei joint-processes (Salomon, 1993) attivati nella comunità di ricerca filosofica nella P4C. Tale situazione lascia quasi del tutto disattrezzati gli insegnanti-facilitatori che hanno poche strumenti di tipo valutativo per guidare efficacemente la loro attività e per rilevare e documentare i percorsi di apprendimento che avvengono in tale attività. Trattare il problema della valutazione della comunità di ricerca filosofica della P4C, significa entrare in una zona di confine che incrocia molti ambiti inerenti l’educazione. Centrale è, qui, il concetto di Comunità di ricerca filosofica, che rimanda sia a nuovi modi di concepire e di valutare i processi di apprendimento che in essa vi avvengono, sia a nuovi modi di pensare la filosofia come attività. La trattazione teorica che precede il capitolo della ricerca propone un percorso di approfondimento intorno a tali tematiche per giungere a comprendere meglio cos’è e come funziona la comunità di ricerca filosofica e per capire se i modi e gli strumenti valutativi, che vengono proposti in questo studio, sono davvero efficaci e utili allo scopo didattico che la ricerca si è prefissata. Dopo una breve introduzione ai temi del sociocostrittivismo nel primo capitolo e una rapida descrizione della caratteristiche delle comunità, che ne rappresentano la realizzazione nell’ambito dell’apprendimento, nel secondo capitolo, si entra nel tema specifico della ricerca presentando le principali linee guida dell’impianto teorico della comunità di ricerca della P4C. Il terzo capitolo, infatti, oltre alle linee teoriche generali, presenta una descrizione della struttura del curricolo filosofico elaborato da Lipman per tutti gli ordini di scuola. La presentazione ha lo scopo di mostrare che tale curricolo, come ogni curricolo, propone dei programmi di pratica della filosofia che sono organizzati intorno a delle questioni tipiche della filosofia, con propri contenuti e con specifici esercizi ed attività per promuovere la competenza su tale ambito. Nel caso della P4C il dialogo filosofico che si realizza nelle sessioni rappresenta nel contempo, l’attività, il metodo e lo scopo del curricolo. Il successo di una sessione è collegato a molti fattori, ma, come per ogni altra disciplina di insegnamento, la conoscenza della struttura della materia da parte dell’insegnante-faciliatore (intesa come capacità di gestire i concetti e le tecniche tipiche della disciplina) e il suo expertise intorno a tale pratica di conduzione del dialogo filosofico, costituiscono due fattori fondamentali. Per tale ragione vengono approfonditi due aspetti: la struttura filosofica/argomentativa dei racconti e dei manuali e le linee guida più importanti che il facilitatore deve tener presenti per condurre una sessione. Nel quarto capitolo si delineano le caratteristiche del pensiero filosofico, così come viene concepito nella comunità di ricerca della P4C, interpretato, cioè, nella sua accezione di “saggezza”, come qualità filosofica del pensiero che lega il filosofare e il riflettere alla vita. Si valorizza, cioè, la dimensione originaria del filosofare, nella sua funzione pratica di aiutare ciascuno di noi a cercare risposte alle domande sull’esistere e sull’agire. Si tratta di una visione della filosofia non limitata alla sola concettualizzazione accademica, che la rende un campo di studio elitario ad uso di pochi esperti. Chiarito quale tipo di filosofia è di interesse per la P4C si prosegue con l’approfondimento dello strumento privilegiato attraverso cui il filosofare, veicolato dal linguaggio, naturale si manifesta: la logica informale o argomentazione. Se ne descrivono le caratteristiche principali e le recenti interpretazioni da parte dei sistemi argomentativi dialettici. Particolare attenzione viene posta alla teoria di Douglas Walton denominata “New Dialectic”, perché tale impostazione, che si fonda su un modello dialogico differenziato in sei tipi di dialogo argomentativo, è particolarmente adatta a leggere in modo più approfondito le dinamiche dialogiche della comunità di ricerca della P4C. Infatti, gli studi relativi all’uso del commitment nel dialogo di ricerca di Walton, fatti da Gregory, allievo di Lipman e attualmente presidente dell’istituto americano da lui fondato, aprono nuovi spazi di ricerca e di sviluppo per la valutazione delle competenze argomentative nella comunità di ricerca della P4C. Il quinto capitolo si chiude proprio intorno alla questione valutativa della P4C, non solo per capire cosa e come la comunità internazionale di ricercatori interessati a tale attività ha valutato fino oggi, ma per vedere anche quali strumenti didattici sono stato prodotti a sostegno dell’attività valutativa che si svolge quotidianamente nelle classi. Per quanto concerne quest’ultima, l’unico riferimento ufficiale per chi si avvicina a tale attività lo si trova nel manuale dello I.A.P.C, nel quale si presentano criteri e strumenti valutativi, elaborati dal centro a supporto dell’attività didattica della P4C. In tale capitolo, si presenta proprio questa parte del manuale evidenziando che ciò che emerge è la mancanza, sia di una chiara definizione dei criteri valutativi, sia di una adeguata spiegazione che accompagni le schede di valutazione, che sono messe a disposizione dei facilitatori. L’ultima parte di tale capitolo si muove intorno a nuove prospettive che possono fornire un approccio diverso alla questione valutativa della comunità di ricerca della P4C. Esse costituiscono il punto di partenza per la mia ricerca, presentata nell’ultimo capitolo, il cui obiettivo principale è individuare strumenti didattici per realizzare un’attività valutativa, formativa e integrata, capace di incrementare nella comunità della P4C alcune competenze necessarie ascrivibili a quello che viene definito pensiero argomentativo e riferite all’ambito della ricerca filosofica. Realizzare tali strumenti ci è parso importante perché, non solo possono promuovere disposizioni di pensiero filosofico argomentativo, migliorando la qualità del processo di ricerca della comunità della P4C, ma anche perché possono fornire informazioni relative alla sessione filosofica utili all’insegnante-facilitatore per gestire, orientare e valutare l’attività sia dei singoli partecipanti, sia della comunità.

Valutare la comunità di ricerca filosofica della Philosophy for Children

GIOLO, ROSSELLA
2009

Abstract

Il curricolo della nella Philosophy for Children (P4C) è stato ideato da Lipman negli anni ’70 per far filosofare gli alunni di ogni ordine di scuola trasformando la classe in “comunità di ricerca” attraverso il dialogo filosofico. Le sue finalità educative sono la convivenza democratica e lo sviluppo del pensiero “complesso” - critical, creative, caring – (Lipman, 2003) attraverso la pratica del ragionamento formale e informale. La ricerca che vado a presentare tratta del problema della valutazione della comunità di ricerca filosofica della P4C. La valutazione dell’efficacia della P4C è una questione aperta, affrontata dagli autori americani fin dall’inizio delle sperimentazioni, con diverse soluzioni proposte. Sono stati applicati test standardizzati su abilità cognitive specifiche (Californian Test of Mental Maturity, Metropolitan Achivement Test, Iowa Test of Basic Skills) e creato ad hoc il New Jersey Test of Reasoning Skills (NJTRS - Shipman, 1982), i cui risultati sono statisticamente significativi. Esistono anche checklist di osservazione dei comportamenti cognitivi (Lipman, 1989) e studi di caso documentati (Forth Worth, TX, 1979; Lynbrook, NY, 1995). Ma i test non consentono una valutazione integrata del curricolo né delle reali competenze più propriamente filosofiche messe in atto durante l’attività. Inoltre, c’è un forte bisogno di strumenti qualitativi per il monitoraggio dei joint-processes (Salomon, 1993) attivati nella comunità di ricerca filosofica nella P4C. Tale situazione lascia quasi del tutto disattrezzati gli insegnanti-facilitatori che hanno poche strumenti di tipo valutativo per guidare efficacemente la loro attività e per rilevare e documentare i percorsi di apprendimento che avvengono in tale attività. Trattare il problema della valutazione della comunità di ricerca filosofica della P4C, significa entrare in una zona di confine che incrocia molti ambiti inerenti l’educazione. Centrale è, qui, il concetto di Comunità di ricerca filosofica, che rimanda sia a nuovi modi di concepire e di valutare i processi di apprendimento che in essa vi avvengono, sia a nuovi modi di pensare la filosofia come attività. La trattazione teorica che precede il capitolo della ricerca propone un percorso di approfondimento intorno a tali tematiche per giungere a comprendere meglio cos’è e come funziona la comunità di ricerca filosofica e per capire se i modi e gli strumenti valutativi, che vengono proposti in questo studio, sono davvero efficaci e utili allo scopo didattico che la ricerca si è prefissata. Dopo una breve introduzione ai temi del sociocostrittivismo nel primo capitolo e una rapida descrizione della caratteristiche delle comunità, che ne rappresentano la realizzazione nell’ambito dell’apprendimento, nel secondo capitolo, si entra nel tema specifico della ricerca presentando le principali linee guida dell’impianto teorico della comunità di ricerca della P4C. Il terzo capitolo, infatti, oltre alle linee teoriche generali, presenta una descrizione della struttura del curricolo filosofico elaborato da Lipman per tutti gli ordini di scuola. La presentazione ha lo scopo di mostrare che tale curricolo, come ogni curricolo, propone dei programmi di pratica della filosofia che sono organizzati intorno a delle questioni tipiche della filosofia, con propri contenuti e con specifici esercizi ed attività per promuovere la competenza su tale ambito. Nel caso della P4C il dialogo filosofico che si realizza nelle sessioni rappresenta nel contempo, l’attività, il metodo e lo scopo del curricolo. Il successo di una sessione è collegato a molti fattori, ma, come per ogni altra disciplina di insegnamento, la conoscenza della struttura della materia da parte dell’insegnante-faciliatore (intesa come capacità di gestire i concetti e le tecniche tipiche della disciplina) e il suo expertise intorno a tale pratica di conduzione del dialogo filosofico, costituiscono due fattori fondamentali. Per tale ragione vengono approfonditi due aspetti: la struttura filosofica/argomentativa dei racconti e dei manuali e le linee guida più importanti che il facilitatore deve tener presenti per condurre una sessione. Nel quarto capitolo si delineano le caratteristiche del pensiero filosofico, così come viene concepito nella comunità di ricerca della P4C, interpretato, cioè, nella sua accezione di “saggezza”, come qualità filosofica del pensiero che lega il filosofare e il riflettere alla vita. Si valorizza, cioè, la dimensione originaria del filosofare, nella sua funzione pratica di aiutare ciascuno di noi a cercare risposte alle domande sull’esistere e sull’agire. Si tratta di una visione della filosofia non limitata alla sola concettualizzazione accademica, che la rende un campo di studio elitario ad uso di pochi esperti. Chiarito quale tipo di filosofia è di interesse per la P4C si prosegue con l’approfondimento dello strumento privilegiato attraverso cui il filosofare, veicolato dal linguaggio, naturale si manifesta: la logica informale o argomentazione. Se ne descrivono le caratteristiche principali e le recenti interpretazioni da parte dei sistemi argomentativi dialettici. Particolare attenzione viene posta alla teoria di Douglas Walton denominata “New Dialectic”, perché tale impostazione, che si fonda su un modello dialogico differenziato in sei tipi di dialogo argomentativo, è particolarmente adatta a leggere in modo più approfondito le dinamiche dialogiche della comunità di ricerca della P4C. Infatti, gli studi relativi all’uso del commitment nel dialogo di ricerca di Walton, fatti da Gregory, allievo di Lipman e attualmente presidente dell’istituto americano da lui fondato, aprono nuovi spazi di ricerca e di sviluppo per la valutazione delle competenze argomentative nella comunità di ricerca della P4C. Il quinto capitolo si chiude proprio intorno alla questione valutativa della P4C, non solo per capire cosa e come la comunità internazionale di ricercatori interessati a tale attività ha valutato fino oggi, ma per vedere anche quali strumenti didattici sono stato prodotti a sostegno dell’attività valutativa che si svolge quotidianamente nelle classi. Per quanto concerne quest’ultima, l’unico riferimento ufficiale per chi si avvicina a tale attività lo si trova nel manuale dello I.A.P.C, nel quale si presentano criteri e strumenti valutativi, elaborati dal centro a supporto dell’attività didattica della P4C. In tale capitolo, si presenta proprio questa parte del manuale evidenziando che ciò che emerge è la mancanza, sia di una chiara definizione dei criteri valutativi, sia di una adeguata spiegazione che accompagni le schede di valutazione, che sono messe a disposizione dei facilitatori. L’ultima parte di tale capitolo si muove intorno a nuove prospettive che possono fornire un approccio diverso alla questione valutativa della comunità di ricerca della P4C. Esse costituiscono il punto di partenza per la mia ricerca, presentata nell’ultimo capitolo, il cui obiettivo principale è individuare strumenti didattici per realizzare un’attività valutativa, formativa e integrata, capace di incrementare nella comunità della P4C alcune competenze necessarie ascrivibili a quello che viene definito pensiero argomentativo e riferite all’ambito della ricerca filosofica. Realizzare tali strumenti ci è parso importante perché, non solo possono promuovere disposizioni di pensiero filosofico argomentativo, migliorando la qualità del processo di ricerca della comunità della P4C, ma anche perché possono fornire informazioni relative alla sessione filosofica utili all’insegnante-facilitatore per gestire, orientare e valutare l’attività sia dei singoli partecipanti, sia della comunità.
2-feb-2009
Italiano
Valutazione, Argomentazione, Comunità di ricerca filosofica,
Università degli studi di Padova
215
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/109963
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-109963