Negli ultimi anni, studiosi e professionisti hanno dedicato numerose pubblicazioni al tema della complessità nella gestione dei progetti. Questo dimostra un crescente interesse, sia in ambito accademico, che in quello professionale, verso le tematiche della complessità e dei sistemi complessi, applicati agli aspetti e alle pratiche di project management. In particolare, sono riconoscibili due filoni in letteratura (Geraldi, 2009; Geraldi et al., 2011): - Il filone che tratta la definizione della “complessità di progetto”, che ha l’obiettivo di descrivere e di identificare le caratteristiche dei progetti complessi, e di come le organizzazioni siano in grado di fronteggiare tale complessità. Visti i risvolti pratici, questo filone ha maggiormente interessato gli ambiti professionali collegati al project management, e la relativa letteratura (Geraldi, 2009; Geraldi et al., 2011); - Il filone sulla “teoria della complessità applicata al project management”, che si occupa di leggere gli aspetti e le pratiche del project management attraverso le lenti della teoria della complessità (Geraldi, 2009; Geraldi et al., 2011). Il presente lavoro di ricerca tratta entrambi i filoni, in quanto dapprima investiga le caratteristiche delle dimensioni della complessità di progetto, e il loro impatto sulle prestazioni, con riferimento ad uno specifico settore. In seguito, i risultati ottenuti nella parte di studio empirico sono riletti attraverso un parallelismo con uno degli aspetti della teoria della complessità. Dalla revisione della letteratura condotta nel presente studio, sono emersi due gap. Il primo gap illustra che, nonostante la dimensione della complessità sia riconosciuta come tematica rilevante nella definizione e nella gestione di un progetto, ad oggi in letteratura c’è ancora ambiguità circa la definizione della complessità di progetto. In particolare, c’è una mancanza di chiarezza di quali siano le caratteristiche di un progetto complesso, e di come le dimensioni della complessità possano essere identificate e misurate. Il secondo gap mostra che, nonostante il tema della complessità sia stato investigato negli ultimi anni nell’ambito degli studi sul project management, ricerca empirica che valuti l’impatto della complessità sulle prestazioni di progetto è ancora scarsa. Da questi due gap, sono derivate le due domande di ricerca: Secondo quali dimensioni ed indicatori può essere definita e misurata la complessità di progetto? In che modo le dimensioni della complessità possono impattare sulle prestazioni di progetto? Per rispondere alla prima domanda di ricerca, è stata condotta un’analisi della letteratura, dalla quale è emersa una panoramica generale di quali siano le dimensioni della complessità dei progetti descritte nelle maggiori pubblicazioni scientifiche di project management. Da questi contributi in letteratura, sono state quindi identificate e descritte quattro dimensioni della complessità, ossia diversità, interdipendenza, incertezza e dinamicità di progetto. Queste dimensioni, che hanno validità generale, sono state abbinate ad una serie di indicatori validi per progetti eseguiti in uno specifico ambito del settore oggetto di studio. In questo modo, è stata data risposta alla prima domanda di ricerca, fornendo una proposta di dimensioni della complessità di progetto di carattere generale, ed un set originale di indicatori validi per uno specifico settore oggetto di studio. Sono state inoltre selezionate le due prestazioni ritenute di interesse per la ricerca, ossia rapporto costi/ricavi e tempo, abbinandole anch’esse ad una serie di indicatori di misurazione. Per rispondere alla seconda domanda di ricerca, l’analisi della letteratura ha permesso di derivare le seguenti ipotesi di ricerca: H1: «La complessità di progetto ha un impatto sulla prestazione costo». H1.1 «L'impatto della complessità di progetto peggiora la prestazione costo». H2: «La complessità di progetto ha un impatto sulla prestazione tempo». H2.1 «L'impatto della complessità di progetto peggiora la prestazione tempo». È stata quindi condotta una ricerca quantitativa, applicata al settore oggetto di studio. Le ipotesi di ricerca sono state testate su un campione di 41 progetti. Per valutare l’impatto della complessità di progetto sulle prestazioni di tempo e costi/ricavi, sono state applicate delle analisi statistiche: la correlazione per ranghi di Spearman, e la regressione lineare multipla, anche nella sua versione robusta. La correlazione per ranghi di Spearman è stata ritenuta appropriata vista la natura delle variabili, che nella maggior parte dei casi presentavano una distribuzione campionaria non normale. L'analisi multivariata è stata condotta per valutare l'impatto complessivo di tutte le dimensioni della complessità sulle prestazioni di progetto. Per quanto riguarda le ipotesi H1 e H1.1, dall’analisi per ranghi e da quella multivariata è risultato che le dimensioni della complessità diversità, incertezza e dinamicità hanno un impatto sulla prestazione legata al rapporto costi/ricavi, specialmente se si considerano gli esiti dell’analisi multivariata. La dimensione interdipendenza non ha invece restituito valori statisticamente significativi in nessuna delle due analisi statistiche. Per quanto riguarda la diversità e l'incertezza, è emerso che la relazione con la prestazione costi/ricavi è positiva, ossia all’aumentare di queste dimensioni della complessità, c’è un aumento del rapporto costi/ricavi effettivi rispetto al rapporto costi/ricavi originali, e quindi un deterioramento della prestazione. A differenza delle precedenti, l’unica dimensione della complessità che ha restituito una relazione negativa, e quindi legata ad un miglioramento della performance, è la dimensione della dinamicità di progetto. Questa relazione negativa è presente sia nell’analisi per ranghi, sia nella regressione multipla. Per le ipotesi H2 e H2.1, anche se sono emerse alcune relazioni statisticamente significative nell’analisi per ranghi, in generale il contenuto informativo delle relazioni della complessità con la prestazione tempo è inferiore rispetto agli impatti sulla prestazione costi/ricavi, e quindi meno rilevante ai fini della ricerca. Infine, ricollegandosi al secondo filone della letteratura, ossia alla teoria della complessità applicata al project management, gli esiti delle analisi sopra descritte sono stati riletti secondo le teorie del fisico Murray Gell-Mann, noto teorico della complessità. Questa prospettiva ha restituito un’interessante chiave di lettura degli esiti della ricerca attraverso le lenti della teoria della complessità.
Complessità di progetto e prestazioni: teoria ed evidenza empirica
LOLLI, MICHELA
2016
Abstract
Negli ultimi anni, studiosi e professionisti hanno dedicato numerose pubblicazioni al tema della complessità nella gestione dei progetti. Questo dimostra un crescente interesse, sia in ambito accademico, che in quello professionale, verso le tematiche della complessità e dei sistemi complessi, applicati agli aspetti e alle pratiche di project management. In particolare, sono riconoscibili due filoni in letteratura (Geraldi, 2009; Geraldi et al., 2011): - Il filone che tratta la definizione della “complessità di progetto”, che ha l’obiettivo di descrivere e di identificare le caratteristiche dei progetti complessi, e di come le organizzazioni siano in grado di fronteggiare tale complessità. Visti i risvolti pratici, questo filone ha maggiormente interessato gli ambiti professionali collegati al project management, e la relativa letteratura (Geraldi, 2009; Geraldi et al., 2011); - Il filone sulla “teoria della complessità applicata al project management”, che si occupa di leggere gli aspetti e le pratiche del project management attraverso le lenti della teoria della complessità (Geraldi, 2009; Geraldi et al., 2011). Il presente lavoro di ricerca tratta entrambi i filoni, in quanto dapprima investiga le caratteristiche delle dimensioni della complessità di progetto, e il loro impatto sulle prestazioni, con riferimento ad uno specifico settore. In seguito, i risultati ottenuti nella parte di studio empirico sono riletti attraverso un parallelismo con uno degli aspetti della teoria della complessità. Dalla revisione della letteratura condotta nel presente studio, sono emersi due gap. Il primo gap illustra che, nonostante la dimensione della complessità sia riconosciuta come tematica rilevante nella definizione e nella gestione di un progetto, ad oggi in letteratura c’è ancora ambiguità circa la definizione della complessità di progetto. In particolare, c’è una mancanza di chiarezza di quali siano le caratteristiche di un progetto complesso, e di come le dimensioni della complessità possano essere identificate e misurate. Il secondo gap mostra che, nonostante il tema della complessità sia stato investigato negli ultimi anni nell’ambito degli studi sul project management, ricerca empirica che valuti l’impatto della complessità sulle prestazioni di progetto è ancora scarsa. Da questi due gap, sono derivate le due domande di ricerca: Secondo quali dimensioni ed indicatori può essere definita e misurata la complessità di progetto? In che modo le dimensioni della complessità possono impattare sulle prestazioni di progetto? Per rispondere alla prima domanda di ricerca, è stata condotta un’analisi della letteratura, dalla quale è emersa una panoramica generale di quali siano le dimensioni della complessità dei progetti descritte nelle maggiori pubblicazioni scientifiche di project management. Da questi contributi in letteratura, sono state quindi identificate e descritte quattro dimensioni della complessità, ossia diversità, interdipendenza, incertezza e dinamicità di progetto. Queste dimensioni, che hanno validità generale, sono state abbinate ad una serie di indicatori validi per progetti eseguiti in uno specifico ambito del settore oggetto di studio. In questo modo, è stata data risposta alla prima domanda di ricerca, fornendo una proposta di dimensioni della complessità di progetto di carattere generale, ed un set originale di indicatori validi per uno specifico settore oggetto di studio. Sono state inoltre selezionate le due prestazioni ritenute di interesse per la ricerca, ossia rapporto costi/ricavi e tempo, abbinandole anch’esse ad una serie di indicatori di misurazione. Per rispondere alla seconda domanda di ricerca, l’analisi della letteratura ha permesso di derivare le seguenti ipotesi di ricerca: H1: «La complessità di progetto ha un impatto sulla prestazione costo». H1.1 «L'impatto della complessità di progetto peggiora la prestazione costo». H2: «La complessità di progetto ha un impatto sulla prestazione tempo». H2.1 «L'impatto della complessità di progetto peggiora la prestazione tempo». È stata quindi condotta una ricerca quantitativa, applicata al settore oggetto di studio. Le ipotesi di ricerca sono state testate su un campione di 41 progetti. Per valutare l’impatto della complessità di progetto sulle prestazioni di tempo e costi/ricavi, sono state applicate delle analisi statistiche: la correlazione per ranghi di Spearman, e la regressione lineare multipla, anche nella sua versione robusta. La correlazione per ranghi di Spearman è stata ritenuta appropriata vista la natura delle variabili, che nella maggior parte dei casi presentavano una distribuzione campionaria non normale. L'analisi multivariata è stata condotta per valutare l'impatto complessivo di tutte le dimensioni della complessità sulle prestazioni di progetto. Per quanto riguarda le ipotesi H1 e H1.1, dall’analisi per ranghi e da quella multivariata è risultato che le dimensioni della complessità diversità, incertezza e dinamicità hanno un impatto sulla prestazione legata al rapporto costi/ricavi, specialmente se si considerano gli esiti dell’analisi multivariata. La dimensione interdipendenza non ha invece restituito valori statisticamente significativi in nessuna delle due analisi statistiche. Per quanto riguarda la diversità e l'incertezza, è emerso che la relazione con la prestazione costi/ricavi è positiva, ossia all’aumentare di queste dimensioni della complessità, c’è un aumento del rapporto costi/ricavi effettivi rispetto al rapporto costi/ricavi originali, e quindi un deterioramento della prestazione. A differenza delle precedenti, l’unica dimensione della complessità che ha restituito una relazione negativa, e quindi legata ad un miglioramento della performance, è la dimensione della dinamicità di progetto. Questa relazione negativa è presente sia nell’analisi per ranghi, sia nella regressione multipla. Per le ipotesi H2 e H2.1, anche se sono emerse alcune relazioni statisticamente significative nell’analisi per ranghi, in generale il contenuto informativo delle relazioni della complessità con la prestazione tempo è inferiore rispetto agli impatti sulla prestazione costi/ricavi, e quindi meno rilevante ai fini della ricerca. Infine, ricollegandosi al secondo filone della letteratura, ossia alla teoria della complessità applicata al project management, gli esiti delle analisi sopra descritte sono stati riletti secondo le teorie del fisico Murray Gell-Mann, noto teorico della complessità. Questa prospettiva ha restituito un’interessante chiave di lettura degli esiti della ricerca attraverso le lenti della teoria della complessità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/110062
URN:NBN:IT:UNIPD-110062